Questo pazzo, pazzo calciomercato

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In principio erano Hasse Jeppson e Giuseppe Savoldi. Questi due giocatori oggi in parte dimenticati, avendo calcato i campi da gioco tra gli anni Cinquanta e Settanta, ai loro tempi salirono all’onore delle cronache sportive. Il primo, attaccante svedese classe 1925, nell’estate 1951 passò dall’Atalanta al Napoli per la folle cifra di 105 milioni di lire. Jeppson era un attaccante molto forte e il suo passaggio al club presieduto allora da Achille Lauro lo fece ribattezzare ‘o Banco ‘e Napule, mentre il secondo nell’estate 1975 passò dal Bologna al Napoli per la cifra (allora record) di 2 miliardi di lire. E ancora il Napoli nell’estate 1984 si accaparrò Diego Armando Maradona per 13 miliardi, un valore molto basso rispetto a quanto valeva allora l’attaccante argentino, che con la squadra partenopea divenne il giocatore più forte del Mondo.

Ancora il Napoli in questi giorni è sulla bocca di tutti per quanto concerne la vicenda di Gonzalo Higuain: l’attaccante numero 9 andrà in scadenza fra due stagioni ma al termine della Copa America del Centenario ha fatto capire al fratello-agente che vorrebbe lasciare il Napoli per cercare di vincere la Champions. E subito la Juventus, club da cinque anni padrona del campionato e squadra più ricca del Paese, ha alzato le orecchie e parrebbe interessata al giocatore. Si dice che tra la Vecchia signora e il “pipita” ci sia un intesa di massima. Unico inconveniente: il Napoli e la clausola di rescissione record di 94,7 milioni di euro, vale a dire qualcosa come 183 miliardi di lire. Centesimo più centesimo meno.

Tra i 13 miliardi di Maradona e i 94 milioni della clausola Higuain non è cambiato nulla: il gioco del calcio è sempre lo stesso dove si affrontano due squadre di undici giocatori dove vince chi fa almeno un gol in più dell’avversario. E come sempre è il calciomercato estivo a stabilire i record nelle trattative per acquistare i calciatori, per almeno due fattori: è più lungo di quello invernale (parte in pratica da febbraio) e si parte da zero, mentre a gennaio i giochi sono fatti e si cerca di salvare il salvabile.

Sono cambiate però due almeno cose: la presenza dei procuratori e i petroldollari. I procuratori c’erano anche ai tempi di Maradona (il suo, per la cronaca, era Guillermo Coppola), solo che in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento vertiginoso non solo del numero degli agenti stessi, ma anche del valore dei giocatori e dei loro ingaggi. Tutto frutto di una domanda e di un offerta, anche se in questi ultimi anni qualcuno ha perso, come si dice in gergo, “la Trebisonda”, dando stipendi multi miliardi a singoli giocatori pagandoli cifre stratosferiche. E molte volte il solo ingaggio lordo di un singolo giocatore di un top club nazionale vale più di un monte-ingaggi di una singola squadra di bassa classifica dello stesso campionato.

E poi i petroldollari, con gli sceicchi che hanno capito che il calcio è davvero un business. E non a caso il Paris Saint Germain e il Manchester City, dopo che sono passati in mano arabe, hanno iniziato a vincere dopo anni di anonimato. Vincendo solo nel loro campionato e non in Europa, in quanto i top club europei non sono in mano a degli sceicchi ma a presidenti molto munifici che comprano con un po’ più di “cognizione”, oltre ad avere alle spalle sponsor che mettono sulla bilancia milioni e milioni di euro all’anno. Ovviamente, c’è chi vince investendo tanto (Barcellona e Real Madrid), c’è chi potrebbe vincere di più (Chelsea, Bayern Monaco, PSG, Manchester City e Juventus) e c’è chi investe male e non vince nulla (Inter, Manchester United, Milan).

Ovviamente non è tutta colpa dei procuratori e degli sceicchi: è il mercato che fa alzare il prezzo. Ed ecco passare dai 48 miliardi di lire spesi dall’Inter nell’estate 1997 per portare sotto la Madunina Ronaldo ai 63 miliardi (!) spesi per Denilson due anni dopo dal Betis Siviglia fino ai 150 miliardi sganciati dal Real Madrid alla Juventus per Zidane. E la Juventus investì i soldi della cessione del francese e di Filippo Inzaghi per portare a Torino in un colpo solo Buffon (105 miliardi, portiere più pagato della storia), Thuram e Nedved. Sempre sacrificare un gioiello può essere fruttuoso per gli anni a venire se si investe, come si diceva prima, con cognizione di causa.

Ma come non dimenticare i 16 milioni di euro spesi nell’estate 2003 dal Manchester United per Cristiano Ronaldo, allora diciottenne centrocampista esterno dello Sporting Lisbona e il Real Madrid che spese 94 milioni di euro sei anni dopo per portare l’asso portoghese in maglia blanca. Per quattro stagioni, i 94 milioni spesi per CR7 sono stati la cifra top mai spesa. Nell’estate 2013 lo stesso Real portò in camiseta blanca Gareth Bale, talentuosissimo attaccante mancino gallese del Tottenham. Prezzo speso: 100 milioni di euro. E avere in squadra contemporaneamente i due giocatori più pagati della storia, ha fatto del Real il club più invidiato della storia.

Per non parlare di Lionel Messi: la “pulce” ha giurato fedeltà eterna al Barcellona, ma nel caso in cui dovesse lasciare la Catalogna, si dice che PSG e Chelsea possano versare nelle casseblaugrana qualcosa come 250 milioni di euro. Cifre folli per giocatori straordinari.

Se tutto dovesse andare come si presume, Gareth Bale dovrebbe venire superato da Paul Pogba, visto che il Manchester United offrirebbe 104 milioni alla Juventus per il suo numero 10. Se il giocatore francese dovesse partire, darebbe al club torinese una plusvalenza incredibile. Il che significherebbe una cosa sola: Higuain in bianconero subito, risparmiandoci anche.

Ca va sans dire che con l’inizio del nuovo secolo, alcuni giocatori sono stati pagati molto di più di quanto potessero davvero valere: dai 90 miliardi di Vieri dall’Inter alla Lazio e di Mendieta dal Valencia alla Lazio ai 110 miliardi di Crespo dal Parma alla Lazio; dai 37 milioni versati dal City al Wolfsburg per Edin Dzeko ai 47 milioni per Falcao dall’Atletico Madrid al Monaco; dai 64 milioni per Cavani dal Napoli al PSG fino ai 70 spesi per “Ibra” dal Barcellona all’Inter. Senza dimenticare quanto sono costati i cartellini di Hazard (40 milioni), Thiago Silva (42), Aguero (45), Torres e Luis Figo, che hanno portato nella casse di Atletico Madrid e Barcellona 59 e 60 milioni di euro.

Un conto è spendere e spandere per Giocatori con la G maiuscola, un conto per dei “novellini”. Ed è proprio il mercato “dei novellini” a far schizzare in alto il valore dei cartellini: in Italia molti hanno storto il naso quando il Milan l’estate scorsa ingaggiò dalla Roma Alessio Romagnoli, difensore centrale classe 1995, l’anno precedente in prestito alla Sampdoria dove fece molto bene. Romagnoli costò alle casse rossonere qualcosa come 25 milioni di euro, un’enormità per un under21 con tutto ancora da dimostrare nonostante un buon bagaglio tecnico. La scorsa stagione il numero 13 rossonero (il numero che fu di Nesta, idolo di Romagnoli) fece un campionato discreto, ma sotto le aspettative tanto da non essere convocato da Conte per Euro 2016.

E Come non dimenticare i 50 milioni (più 30 di bonus) versati dal Manchester United al Monaco per Antony Martial (47 presenze, 11 gol per lui con un Europeo molto negativo) o i 3 milioni spedi dal Real Madrid per il 17enne centrocampista norvegese Martin Ødegaard, oggi militante nel Real Madrid Castiglia, la squadra B merengue.

Di esempi come Romagnoli e Martial il mondo del calcio è pieno e magari qualcuno è stato pagato anche di più. Spendere tanto per un giovane può essere un affare ma anche un crack. E qua torna alla mente la vicenda di Vincenzo Sarno che, nell’estate 1999, passò da un piccolo club campano al Torino per la cifra di 120 milioni di lire. Sarno aveva allora 11 anni e si diceva di lui un gran bene: tre mesi dopo tornò a casa per il troppo stress e le promesse non mantenute ed in carriera si spinse fino a qualche apparizione in Serie B. Ma del resto, come dice il detto, “chi non risica, non rosica”.

E poi diciamocelo una volta per tutte: saremo schifati di tutti questi prezzi pazzi, ma se la squadra per cui tifiamo dovesse spendere tantissimi milioni per un giocatore che poi si rivela un giocatore fondamentale, ci scorderemmo subito del prezzo del cartellino e dell’ingaggio pagato. Anche se noi a fine mese facciamo fatica ad arrivarci.