Domani sera inizieranno gli ottavi di finale di Champions League: dopo due mesi di attesa, la coppa più prestigiosa d’Europa entra nel vivo con le migliori sedici squadre del Continente pronte a darsi battaglia per arrivare alla finale di Milano del 28 maggio: al “Meazza” si assegnerà la “coppa dalle grandi orecchie”, giunta alla LXI edizione.
PSG, ORA TESTA ALLA CHAMPIONS LEAGUE
Le otto partite si disputeranno tra la serata di domani ed il 16 marzo. Domani sera si inizierà con due partite molto interessanti: Zenith San Pietroburgo contro Benfica e Chelsea-Paris Saint Germain.
Senza nulla togliere alle squadre allenate da André Villas-Boas e Rui Vitória (che possono contare su gente come Axel Witsel, Hulk, Domenico Criscito ed Artem Dzyuba e Júlio César, Luisão, Nicolás Gaitán e Jonas), gli occhi della serata di Champions saranno tutte sul “Parco dei Principi”, dove i padroni di casa del Paris Saint Germain ospiteranno gli inglesi del Chelsea.
Per il secondo anno consecutivo le due squadre si affronteranno negli ottavi di finale, mentre due anni fa si fronteggiarono nei quarti: lo scorso anno passarono i transalpini mentre due anni fa i ragazzi allora allenati (in tutte e due le circostanze) da José Mourinho passarono il turno. Un match fra due squadre molto quotate, ma che vedrà solo una qualificarsi per i quarti di finale.
Le due squadre arrivano alla sfida con umori e classifiche totalmente diverse: il PSG sta dominando senza rivali la Ligue 1 e ha 24 punti sulla seconda in classifica, il Monaco, e si sta avvicinando alla vittoria del suo quarto titolo consecutivo, in Coppa di Francia nei quarti (affronterà il Saint Etienne), mentre in Coppa della Lega è già in finale ed il 23 aprile affronterà il Lilla allo “Stade de France”. Se dovesse vincere anche la Supercoppa di Lega (cosa non tanto distante dalla realtà), il PSG vincerebbe il suo secondo “quadriplete” nazionale consecutivo.
Quello di questa stagione è un Chelsea double face: dodicesimo in Premier a – 20 dalla capolista Leicester City, ma vincitore del suo girone di Champions davanti alla Dinamo Kiev. Prima di Natale coach José Mourinho è stato esonerato e al suo posto è stato chiamato l’olandese Guus Hiddink, già allenatore dei blues nella stagione 2008/2009, con cui vinse la Coppa d’Inghilterra. Parlare del peggiore Chelsea degli ultimi venti anni non è un’eresia, ma un dato di fatto.
Il match del “Parc des Princes” sarà da cuori forti, anche perché quest’anno il Paris Saint Germain sembra avere le carte in regole per arrivare almeno fra le prime quattro, ma il Chelsea non può permettersi di dire addio a tutto già ora. Il Blues, soprattutto dopo l’arrivo di Roman Abramovič, sono una delle squadre più forti d’Europa ed una delle garanzie a livello europeo. Il vero salto di qualità lo devono fare i transalpini.
Nato nel 1970 dalla fusione di due squadre parigine in fase calante ma ricche di storia (Stade Saint-Germain e F.C. Paris), il Paris Saint Germain è una delle più belle realtà del calcio europeo, in particolar modo da quando Nasser Al-Khelaïfi, presidente del fondo sovrano “Qatar Investment Authority”, ne è diventato il presidente. Prima del suo arrivo, il club parigino ha sempre goduto di munifici sponsor (per esempio, il canale televisivo a pagamento Canal Plus) che resero il PSG, a metà degli anni Novanta, un importante club europeo capace di vincere un titolo nazionale, due Coppe di Francia, due Supercoppe e, soprattutto, la Coppa delle Coppe nel 1996 (finalista-perdente la stagione successiva) e la Coppa Intertoto nel 2001 (in finale contro il Brescia di Roberto Baggio)
Sono molti però i giocatori che hanno vestito la maglia blu-rossa-bianca a partire dagli anni Ottanta: da Luis Fernández a Daniel Bravo, da Dominique Rocheteau a David Ginola, da Rai’ a Ronaldinho, da Pauleta a Nicolas Anelka, fino agli odierni Zlatan Ibrahimovic, Thiago Silva e Angel di Maria. L’esterno argentino ex Manchester a oggi è il giocatore più caro della storia del campionato francese (63 milioni di euro) e solo un club come il PSG poteva ingaggiarlo (a livello pecuniario). E pensare che i primi dieci anni degli anni Duemila sono stati interlocutori per il club parigino: un secondo posto e sei volte tra il nono ed il 16° posto.
Il PSG odierno è composto da giocatori arrivati dalla Serie A o che hanno giocato da noi (Zlatan Ibrahimović, Marco Verratti, Salvatore Sirigu, Javier Pastore, Ezequiel Lavezzi, Thiago Silva, Thiago Motta, Marquinhos, Maxwell), di spessore internazionale (Ángel Di María, David Luiz, Gregory van der Wiel, Lucas Moura, Blaise Matuidi) e giocatori di prospettiva (Jean-Kévin Augustin e Layvin Kurzawa): una rosa eccezionale che deve trovare la definitiva consacrazione in Europa.
In casa PSG il campionato non basta più, quasi non interessa più: le multimilionarie campagne estive non devono servire a vincere in Francia, ma devono fare entrare i parigini nell’élite del calcio europeo che conta: da quando la dirigenza è qatariota, il PSG in Europa, in proporzione, ha fatto molto di più con la gestione Canal Plus (1991-2006). Eppure il brand PSG con la presidenza di Al-Khelaïfi è diventato di portata globale ma a oggi, usando due parole care allo “Special One”, “zeru tituli” sotto la Tour Eiffel. Il trend sarebbe ora che venisse invertito, altrimenti il PSG si trasformerà in una favola incompiuta.
Testa, mente…e gambe ora sono rivolte al Chelsea. Chelsea che vorrà andare il più avanti possibile nella manifestazione ma che per la prima volta “Ibra” e compagni, seppur giocando la partita di andata in casa, sono favoriti per il proseguo del torneo e mandare a casa gli inglesi per la seconda volta consecutiva negli ottavi. Se invece a passare saranno Hazard e compagni, sarà un altro fallimento ed in estate, con tanti giocatori in scadenza (Ibrahimovic. Maxwell, Van der Wiel) ed altri che reclamo maggiore impiego (Cavani) dalle parti del Louvre ci prospetterà un’altra rivoluzione in squadra. Sperando di portare sotto la “Tour” uno tra Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar e Hazard.
Si prevedono scintille al “Parco dei Principi” e vediamo se davvero questo PSG è maturato e sa cosa vuole fare “da grande”.