Paolo Maldini rivive alcuni ricordi indelebili e svela le sue opinioni sul nuovo Milan e sulla Juventus
Paolo Maldini, ex capitano e leggenda del Milan, attualmente testimonial della piattaforma sportiva DAZN, durante una lunga intervista rilasciata ai colleghi di Huff Post ha affrontato vari temi tra cui un ipotetico ritorno al Milan e il colpo Cristiano Ronaldo da parte della Juventus.
Le dichiarazioni di Paolo Maldini
Paolo Maldini al Milan, è un bellissimo ricordo del passato o possiamo parlare di futuro? Questa telefonata è arrivata?
A me piace parlare del presente, e per ora possiamo solo ricordare il passato. Per ora non c’è ancora niente, e non so cosa ci sarà. Questo naturalmente non cancella quello che è stato il mio rapporto con il Club: sarà sempre nel mio cuore e credo anche nel cuore di tanti tifosi. Rimarrà, è incancellabile.
Cosa significherebbe per Paolo Maldini essere al comando della squadra che è stata la tua squadra di sempre?
Io sono una persona molto pratica: pertanto non posso parlare di cose che in questo momento non sono reali. È inutile immaginare adesso cose che fino ad ora non esistono.
L’ultimo mondiale è stato un mondiale senza Italia, e tu sei stato il capitano della Nazionale Italiana: com’è andato secondo Paolo Maldini questo mondiale?
Per me è stato un mondiale molto triste. Ero presente alla partita contro la Svezia a Milano… È stato comunque un mondiale interessante, fatto di risultati imprevedibili, forse meno bello da un punto di vista tecnico perché non c’erano tanti giocatori di classe. Un mondiale decisamente brutto per noi italiani perché l’Italia non c’era: dobbiamo sicuramente imparare dai nostri errori e magari partire anche dal punto più basso dei nostri ultimi sessant’anni, considerato che era da sessantadue anni che la Nazionale italiana non si qualificava.
Cos’è mancato alla Nazionale? La preparazione giusta o mancano i giocatori, i nuovi talenti dei vivai.
C’è stato sicuramente un cambio generazione che è una causa, ma tecnicamente non siamo sicuramente inferiori alla Svezia o a tante altre squadre che ho visto al mondiale. È mancata senza dubbio una programmazione a livello di federazione.
Ce la farà il calcio ad essere uno sport seguito non da pochi, ma tanti e poi da tutti qui in America?
Il calcio negli Stati Uniti sta crescendo a livello esponenziale e ha tutte le potenzialità, appunto, per farcela. Certo, deve lottare contro tanti sport che qui sono sicuramente più ricchi. Ma non dobbiamo comunque pensare che qui negli Stati Uniti, se parliamo di calcio, siano messi poi cosi’ male, perché anche qui ci sono e ci saranno grandi talenti. Il torneo ICC riempie gli stadi: naturalmente gli appassionati vogliono vedere i campioni, quindi un innalzamento del livello della Lega, della MLS, potrebbe essere qualcosa in più, qualcosa di meglio.
È con l’International Champion Cup di Charlie Stillitano che le grandi d’Europa arrivano negli Stati Uniti, anche se in alcune edizioni della ICC hanno partecipato anche squadre del continente americano e australiano. Quest’anno si gioca in un unico torneo ma in diversi continenti: America, Asia e Europa.
Il calcio in America ha la visione di Stillitano: figlio di genitori italiani originari di Gioia Tauro, appassionato di calcio fin dalla sua infanzia. È cresciuto guardando soprattutto il calcio italiano: fan del Milan, e di quell’icona del calcio d’altri tempi che si chiamava Gianni Rivera.
Amico di Sir Alex Ferguson e Jose Mourinho è stato prima direttore del Giants Stadium durante la Coppa del Mondo del 1994, poi nel 1996 è diventato direttore generale del team MLS New York.
Oggi con la sua Relevent è l’uomo che porta in America il calcio d’Europa: le grandi ci sono, in questa Champions estiva che fa sognare, e respirare anche qui a Los Angeles aria di casa.
Ma c’è un altro uomo che ha il calcio nel dna: Riccardo Silva, imprenditore italiano proprietario del Miami FC, uno dei più grandi imprenditori nel settore dei diritti televisivi legati al mondo del calcio, e probabilmente prossimo socio al 2% del Milan del fondo “americano” Elliott.
Paolo Maldini il 20 maggio 2015 fonda insieme a Silva la societa’ calcistica Miami FC.
Stillitano e Silva sono una doppietta magica?
Entrambi sono persone che hanno fatto molto per il cacio americano.
Conosco Stillitano dai mondiali del ’94, forse addirittura dalla super coppa italiana a Washington nel ’93. Lui ha sempre portato avanti l’idea del calcio negli Stati Uniti.
Com’è l’America di Maldini?
Io sono molto affezionato all’America e in particolare alla East-coast, Miami e New York, ma la mia vita è sempre stata a Milano.
Era il 20 gennaio 1985: che cosa è cambiato da quel giorno?
Prima di tutto 34 anni in più! Ma io mi sento comunque bene e sono soddisfatto della mia vita, sia professionalmente che personalmente: ho fatto quello che ho fatto nel mondo del calcio e mi sono realizzato come uomo. Il massimo a cui potevo aspirare, soprattutto a quell’età.
Quanto è contato il ruolo di papà Cesare.
E’ contato ovviamente tantissimo. Ma sono contati anche la mamma, la famiglia in generale, compresi fratelli e sorelle. Per me sono stati fondamentali, e la scelta di non lasciare mai Milano mi è stata di grande aiuto.
Paolo, il colpo Ronaldo alla Juventus?
E’ un grande colpo, inaspettato, bello per il calcio italiano, anzi, molto bello. Forse lo è un po’ meno per i tifosi che non sono della Juventus perché questo grande acquisto rende la Juve una squadra ancora più difficile da battere.
Nella nuova stagione sarai il volto di Dazn.
Sì, ho questo rapporto commerciale con Dazn, che è una piattaforma nuova ed hanno scelto me come testimonial. Io cercherò di aiutarli ad entrare in un mercato molto difficile come quello del calcio.
Prima firmavi autografi a bordo campo, ai tanti tifosi che oggi erano qui per te: italiani, messicani, americani, comunque tanti…
Questo è il calcio: uno sport mondiale, globale. Io ho smesso di giocare a calcio da più di 10 anni, ora sono qui a Los Angeles a più di 10.000 chilometri da casa e questo dimostra che Il calcio è lo sport più seguito al mondo.
Paolo, la prossima coppa del mondo sarà in Qatar. L’Italia ci sarà?
Sicuro, al 100 per 100. Per forza!
Una promessa fatta al calcio e alla sua magia: il campo da gioco, il brivido, il goal, il tifo, la voglia di stare insieme, anche qui, a West Hollywood, in “un’estate americana”.