Padovano: “Vlahovic? Non ci sono giocatori cedibili. Contro l’Inter non è decisiva”

L'ex giocatore "giova" il derby d'Italia di domani sera

Inter Juventus
L'URLO DI SIMONE INZAGHI E MASSIMILIANO ALLEGRI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervistato a “1 Football Club”, Michele Padovano, ex calciatore di Juventus e Napoli ha detto la sua sulla sfida dell’Allianz Stadium e non solo.

Padovano: “Chiesa è un valore aggiunto per la Nazionale”

L’Italia supera un girone di qualificazione particolare, con le consuete difficoltà di raccogliere una squadra in corsa. Cosa ci lascia questa sosta?

“È stato raggiunto l’obiettivo e questo ci lascia ben sperare. Dall’arrivo di Spalletti c’è stata una inversione di tendenza, ho finalmente rivisto gli Azzurri giocare con anima, cuore. Adesso, però, comincia il bello. Giocare contro nazionali importante sarà dura, ma un primo passo positivo è stato fatto”

Chiesa totalmente rigenerato in Nazionale?

“Credo che, in questo momento, Chiesa sia un valore aggiunto sia per la Nazionale che per la Juventus. Ad inizio stagione ha avuto qualche problema, non era il calciatore che conoscevamo. Oggi, però, è tornato in forma. Aspettiamo anche Vlahovic, l’altro grande talento dei bianconeri che dovrà riacquisire condizione”

Crede che il serbo vada ancora aspettato o ceduto già a gennaio?

“Giuntoli è stato chiaro, ha detto molto chiaramente che, qualora arrivassero offerte importanti, non ci sono giocatori incedibili. Credo che questo valga anche per Vlahovic. Dusan però è un grande giocatore che ha bisogno che la squadra lo supporti. Ad oggi non ha ancora trovato la condizione giusta”

Juventus-Inter sfida cruciale per il titolo?

“Sarà un risultato indicativo. Entrambe le squadre lottano nella testa e nel cuore per lo scudetto, al di là di quanto possano dichiarare Marotta e Allegri. La Juventus, con la stessa squadra dello scorso anno, riesce ad essere più continua, giovando anche della settimana tipo per allenarsi al meglio e di una grande determinazione. Quella di Locatelli è un’assenza importante, credo si possa schierare Rabiot in quel ruolo. L’Inter, invece, è la squadra qualitativamente più forte del campionato. I nerazzurri hanno siglato ben dieci gol in più della Juve. A tal motivo, va riconosciuta la solidità difensiva dei bianconeri. A Firenze hanno messo veramente il pullman davanti. L’impressione era che, se i Viola avessero giocato tre o quattro ore in più, non avrebbero mai segnato. Chi riuscirà ad andare in vantaggio potrà indirizzare la partita. Entrambe possono far male in contropiede”

Come reputa il ritorno di Mazzarri in azzurro?

“Mi dispiace per Garcia, lo reputo un allenatore capace. Tuttavia, anche il francese ha le sue colpe. Se in una gara decisiva non schieri un giocatore dell’importanza di Kvaratskhelia vuol dire che non sei lucido. Ciò detto, Mazzarri conosce l’ambiente, dove ha ottenuto ottimi risultati, e lo stesso presidente il cui carattere, a detta di molti, è particolare. Credo sia la persona giusta per sostituire Garcia. Inoltre, a livello qualitativo il Napoli è la seconda, immediatamente dietro l’Inter. Gli azzurri possono rientrare nella corsa scudetto”

Il Napoli, all’inizio del nuovo corso Mazzarri, è atteso da un ciclo di gare proibitive. Crede sia meglio ripartire con avversari che permettano di raggiungere risultati positivi o con squadre di maggiore spessore?

“Sono dell’idea che, se vuoi vincere, devi farlo contro tutte, sia piccole che big. Affrontarle prima o dopo è irrilevante. Abbiamo visto quante difficoltà abbia riscontrato il Napoli contro l’Empoli, pur uscendone sconfitto. Le grandi squadre, a prescindere dalla dimensione dell’avversario, devono saper imporre il proprio gioco. Quando ero alla Juventus, ricordo che affrontavamo le nostre avversarie sempre con lo stesso approccio, che fossero il Lecce o l’Inter”

Un suo ricordo di Juventus-Inter?

“Era una partita sempre molto sentita, importante. Ricordo una sfida di Coppa Italia dove Lippi fece giocare le seconde linee, eppure riuscimmo a fare una grande partita. È una sfida sentita non soltanto tra le tifoserie ma anche tra i club. La tensione si avverte in maniera importante tra i calciatori”