Calciatore di altissimo livello, ma anche personaggio fuori dal comune: il ragazzino rappresentato sorridente in foto ha costruito una carriera di successo grazie alle sue qualità in campo e fuori.
Nato a Malmo il 3 ottobre del 1981 da genitori nativi della Jugoslavia, ha un’infanzia difficile in uno dei quartieri più poveri e pericolosi della città svedese. Grazie al calcio riesce però a emergere: prima nelle giovanili del Balkan (leggendaria la partita in cui ribaltò il risultato da uno 0-4 a sfavore in una vittoria per 8-5) e poi nel Malmo. Qui, nel 2001, viene notato e acquistato dall’Ajax che lo porta in Olanda dove muove i primi passi nel calcio che conta.
Lo nota la Juventus che con Luciano Moggi, negli ultimi giorni del mercato estivo del 2004, lo porta a Torino dove rimarrà due anni sotto la guida di Fabio Capello che non poche volte lo preferirà a Del Piero. Gli anni alla Vecchia Signora sono però troncati bruscamente da calciopoli con lui che vola verso Milano, sponda Inter.
Qui è il protagonista principale del ciclo di Mancini e del primo anno di Mourinho dominando in Italia, ma stentando in Europa. Alla fine del triennio, però, raccoglierà ben 66 gol in 117 partite, molti dei quali decisivi come la doppietta all’ultima giornata di campionato nel 2007/08 contro il Parma, determinante nel cucire lo scudetto sul petto dei nerazzurri.
Nel 2010 la grande occasione con la chiamata del Barcellona. Qui però non si troverà mai con l’ambiente (e con Guardiola) e così dopo solo una stagione decide di tornare in Italia, questa volta al Milan. Qui riporta il diavolo al trionfo in Italia, ma l’anno dopo deve cedere lo scettro alla Juventus di Antonio Conte, anche se conquisterà il titolo di capocannoniere con ben 28 gol.
L’anno dopo vola in Francia, accettando la corte del PSG che sfrutta le difficoltà economiche del Milan di Berlusconi. A Parigi diventa il simbolo della nuova potenza del calcio europeo che domina nel cortile di casa (vincerà 4 Ligue 1) segnando 156 gol in 180 presenze. Il successivo passaggio della sua lunga carriera lo porta in Inghilterra dove, con la maglia del Manchester United, dove vince l’Europa League, pur se assente in finale perché si era rotto il legamento crociato del ginocchio.
Un infortunio che, alla sua età, avrebbe tolto di mezzo molti altri atleti, ma lui fa un’esperienza in MLS ai Los Angeles Galaxy, terminata nel 2019. Ma c’è tempo per un altro giro di corsa, un ritorno in Europa: il Milan lo accoglie a braccia aperte facendogli firmare un contratto di sei mesi (che però rinnoverà, di anno in anno, per le successive due stagioni). Lo svedese rimane al centro della squadra segnando a ripetizione e facendosi trovare pronto fuori dal campo (nei periodi in cui è infortunato) per fare da chioccia alla giovanissima rosa rossonera.
Stiamo parlando di Zlatan Ibrahimovic