In principio era Victoria Adams. Classe 1974, la chiamavano “Posh” perché era sofisticata, vestiva abiti costosi, era bella anche se non era un granché come cantante. Faceva parte di un complesso creato ad arte costituito solo da ragazze, ognuna con una propria caratteristica, le Spice Girls, cose da 75 milioni di dischi venduti. Victoria il 4 luglio 1999 sposò un calciatore bravo che faceva l’ala destra nel Manchester United ed indossava la maglia numero 7, un numero pesante (e non per tutti) da quelle parti: David Beckham. Matrimonio da favola e da copertina: lei “prese” (artisticamente) il cognome del marito e lui divenne lo “Spice boy”. Lei ha tentato la carriera di cantante e di attrice senza successo ed ora è un’affermata stilista, mentre lui è stato un maestro di stile e di look, oltre che per anni il giocatore più pagato della storia.
L’unione tra la Adams e Beckham diede origine ad un “movimento” di donne che sono entrate a gamba tesa (per usare un gergo calcistico) nel mondo dello spettacolo, del gossip e dello sport: le wags. Acronimo di “Wives And GirfriendS”, le wags sono l’insieme di tutte le moglie e fidanzate (o anche semplici flirt) di sportivi molto conosciuti, in particolar modo calciatori. Sono belle, giovani, attrici, modelle o semplici “ragazze della porta accanto” che grazie al loro legame con uno sportivo di successo, le ha rese icone di glamour, successo e…chiacchiere.
Le wags sono l’ombra dei loro uomini, li seguono sui campi da gioco, rilasciano interviste, formano (a loro modo) una tribù. E dove ci sono loro, ci sono sempre i fotografi che le immortalano durante le partite dove soffrono per la squadra e, in particolar modo, fremono per i loro mariti/compagni.
La tendenza wags nasce Oltremanica con i Mondiali tedeschi del 2006: da Victoria Adams Beckham a Cheryl Tweedy (ex) Cole, da Alex Curran Gerrard a Colleen McLoughlin Rooney a Abbey Clancy Crouch. Senza contare anche l’avvocato glamour italo-americano Nancy dell’Olio, allora compagna del Ct della Nazionale dei Tre leoni, Sven-Göran Eriksson. Bellissime, divissime, sul pezzo in quanto in casa con il marito/compagno il calcio è argomento discussione.
Quali caratteristiche deve avere la wag perfetta? Innanzitutto la bellezza, l’essere glamour-haolic e con una vita molto mondana e molto social.
Sono tutte su Instagram, hanno un account twitter dove cinguettano, sono su Facebook. In un mondo digitale, le wags, tra tweet, click e post fanno sapere a tutti cosa fanno, cosa mangiano, cosa guardano, come passano le loro giornate e come si divertono.
Ma le wags non sono solo un fenomeno degli anni Duemila. Bisogna tornare indietro nel tempo, al Mondiale tedesco del 1974, dove la Nazionale olandese di Rinus Michels fece un qualcosa di trasgressivo per quei tempi: fidanzate e mogli dei calciatori in ritiro. Pessimo Mondiale olandese? Assolutamente no, visto che la Nazionale orange arrivò seconda ed illuminò il Mondo con il suo “calcio totale”.
Ma le wags non sono solo inglesi, ma si trovano ad ogni latitudine e con una mediaticità diversa: da Shakira ad Antonella Roccuzzo, dalle spagnole Sara Carbonero e Pilar Rubio alle tedesche Lena Gercke e Sarah Brandner, all’olandese Sylvie Meis (ex) Van der Vaart. Per non parlare di Cristiano Ronaldo, che si è accompagnato fino a pochi mesi fa con la super modella russa Irina Shayk.
E a casa nostra? Beh anche in Italia la schiera delle wags è ben nutrita. L’Europeo 2012 ed il Mondiale brasiliano hanno fatto emergere anche da noi questo “movimento”.
Ogni Italian wags è diversa da un’altra: dalla super patinata ed opinionista tv Melissa Satta alla giornalista Ilaria D’Amico, che ha “rubato” il cuore a Gigi Buffon, che per lei ha lasciato la modella ceca Alena Seredova (la prima wag italiana, secondo tanti); da Fanny Neguesha a Raffaella Fico che hanno fatto innamorare il wag hunter per antonomasia, Mario Balotelli, a Cristina de Pin Montolivo. Nel suo piccolo, anche Barbara Berlusconi è stata una wag quando faceva coppia fissa con il suo “dipendente” Alexandre Pato. Ed in puro wags style, la coppia si è lasciata tre anni fa dopo due anni di amore tramite un cinguettio su Twitter.
Ma la mente va subito al connubio “calciatore-velina” e qua la schiera è nutritissima: Alessia Merz, Melissa Satta (ancora una volta), Elisabetta Canalis, Elena Barolo, Giorgia Palmas fino a Federica Nargi. E proprio la ex velina mora, compagna di Alessandro Matri, a oggi, nel wags ranking, è al numero 1 anche grazie alla sua passione per i social network e per le foto che posta.
Ma oltre alle veline, i calciatori italiani si sono accompagnati anche a “paperette”, “letterine”,”letteronze” oltre ad un insieme di soubrette e starlette del mondo televisivo nazionale.
Ma quando si parla di social network, calcio, wags e followers la mente vola al triangolo argentino “Wanda Nara-Maxi Lopez-Mauro Icardi”.
Le tre persone in oggetto sono state al centro di una storia molto rocambolesca tre anni fa: Wanda Nara, bionda showgirl argentina, nel maggio 2008 ha sposato Maxi Lopez ed ebbe tre figli. Tra i due si è messo in mezzo Mauro Icardi, giovane attaccante allora militante nella Sampdoria e molto amico di Lopez: la Nara e “Maurito” si innamorano e l’argentina lasciò Lopez per lui. Nel 2014 la coppia si sposò e ad inizio 2015 hanno avuto la loro prima figlia. Da un anno, inoltre, la Nara è anche l’agente di Icardi.
L’Italia ha avuto modo di seguire la vicenda di “Wandita” e “Maurito” tramite i social, Twitter ed Instagram soprattutto, con la bionda argentina che scattava migliaia e migliaia di foto con a fianco il suo Icardi ed i figli avuti con l’ex marito. Celebre è stata la mancata stretta di mano di Lopez ad Icardi nel primo match in cui si sono affrontati. L’Italia calcistica (e gossipara) si è divisa tra i pro Maxi e gli anti Icardi. Tutto, ça va sans dire, a colpi di post, click e condivisione di foto sui social network.
Le wags possono anche essere considerate un “mezzo” per poter seguire di più il calcio, o comunque vederlo sotto un altro aspetto, quello voyeuristico.
In questo mondo social 2.0 dove tutti sanno tutto di tutti, siamo nelle mani delle wags. Che Dio salvi le wags, allora.