Simone Inzaghi è il tecnico del momento
Avete presente il film “Sliding door”, dove la protagonista Gwyneth Paltrow vide dividersi la propria vita in due parti parallele se avesse preso o meno la metropolitana quel giorno? Trasliamo la trama di quel film a Formello, cittadina a 30 km da Roma nota per essere la “casa” della Lazio.
Anche la Lazio è una sorta di sliding door: se la scorsa stagione fosse rimasto in panchina Marcelo Bielsa, che risultati avrebbe ottenuto la squadra capitolina? Celebrato come il tecnico giusto per la Lazio, el Loco, in maniera drastica ed inaspettata, nel giro di due giorni, a luglio, salutò Lotito e Tare lasciando tutti in braghe di tela. Al suo posto fu richiamato Simone Inzaghi, “tappabuchi” nelle ultime sette partite del torneo precedente al posto di Stefano Pioliesonerato dopo la sconfitta nel derby e con una piazza in ebollizione. Il tecnico piacentino era indirizzato verso la Salernitana, in Serie B, ma l’addio di Bielsa lo fece tornare alla base. In pratica, un’altra stagione da rimpiazzo per un tecnico che in sette partite aveva conquistato comunque 4 vittorie e tre sconfitte con i biancocelesti poi classificati all’ottavo posto.
A distanza di un anno facciamo il paragone tra i risultati di Marcelo Bielsa e Simone Inzaghi: il tecnico di Rosario solo lo scorso febbraio è tornato ad allenare, accettando l’offerta del Lilla, portandolo prima ad un dignitoso undicesimo posto mentre ora è sulla graticola con la squadra terzultima in classifica; il tecnico classe 1976 ha portato la Lazio al quinto posto finale in campionato, alla finale di Coppa Italia (persa contro la Juventus), a vincere la Supercoppa italiana dopo una partita batticuore contro i campioni d’Italia e oggi la squadra è quarta in campionato a -5 dalle capoliste Juve Napoli Inter, con un Ciro Immobile formato mundial con otto reti segnate ed una squadra che, senza avere i cosiddetti top player, sta facendo un campionato strepitoso. E in Europa è arrivato un importante successo in rimonta contro gli olandesi del Vitesse Arnhem e giovedì all’Olimpico arriveranno i belgi dello Zulte Waregem e Lulic e soci punteranno a fare due-su-due.
Alla fine ha avuto ragione Simone Inzaghi: è lui il tecnico del momento, alla pari di Allegri e Sarri. Se il livornese e il napoletano (di nascita) sono anni che stanno facendo bene, il piacentino ha rimandato al mittente tutte le critiche di chi non lo vedeva ancora pronto per una grande piazza e oscurato dall’ombra troppo ingombrante del fratello Filippo. Non solo in campo, ma anche in panchina. Ma anche nei confronti del fratello maggiore, i fatti stanno dalla parte del giovane (ma da tempo maturo) Simone: Inzaghi senior al Milan ha faticato moltissimo portandolo ad un modesto decimo posto e ora con il Venezia neopromosso in Serie B, non ha ancora trovato l’amalgama giusta; ciò che sta facendo Inzaghi junior è una cosa impensabile fino al 12 agosto scorso.
Simone Inzaghi, noto ai più con il nomignolo di “Inzaghino” per evidenziare il fatto che sia più piccolo di Pippo per l’anagrafe ed in campo, nonostante il mitico poker in Champions segnato al Marsiglia (mai realizzato dal fratello, che però ha vinto una Champions e un Mondiale da protagonista) ed il fatto di essere a oggi il top scorer laziale nelle coppe europee, ha preso il volo, è consapevole di vivere un momento magico e la Lazio sta facendo un campionato (a oggi) molto sopra le aspettative grazie alle sue strategie.
Grazie a lui, Strakosha è diventato più sicuro dei propri mezzi, Milinkovic-Savic è uno dei migliori centrocampisti del nostro campionato, Lukaku (anche da subentrato) sulla sinistra semina gli avversari e dissemina assist, Luis Alberto e Bastos dopo le difficoltà iniziali sono delle belle realtà, Marusic si sta rivelando un acquisto valido e Ciro Immobile sta facendo la gioia di chi lo ha preso al fantacalcio. E con Simone Inzaghi in panchina, la scorsa stagione segnò ben 23 gol in campionato (con cinque assist), tre in Coppa nazionale e ora è già a quota undici gol totali. L’Immobile di oggi è migliore di quello di Torino. Si diceva che fosse un flop dopo le brutte stagioni a Dortmund, Siviglia e i sei mesi ancora in granata ed invece “Ciro il grande” a 27 anni è nel top della condizione e, proprio grazie a Inzaghi, sta tornando indispensabile e decisivo come un tempo.
La Lazio quest’anno, se continuerà di questo passo (e glielo auguriamo), potrà lottare per il quarto posto Champions e tornare dopo dieci stagioni nell’Europa che conta. Oppure arrivare in Champions puntando a vincere l’Europa League, anche se Milan e Arsenal hanno qualche chance in più, nonostante un avvio incerto per entrambe in campionato.
Dopo il brutto ko contro il Napoli di mercoledì sera (laziali sconfitti 1-4 dopo essere passati in vantaggio), si diceva che la squadra capitolina dovesse rivedere i suoi progetti ed invece la vittoria senza se e senza ma di Verona ha fatto risalire le quotazioni della Lazio.
A oggi si è giocato il 15% del campionato e la Lazio ha fatto capire di esserci. E l’ormai fu “Inzaghino” si può scrollare di dosso la nomea di “fratello d’arte” e fare l’allenatore con la consapevolezza di essere davvero bravo e preparato. Sognava di allenare la Lazio e c’è riuscito, ora sogna la Champions.
In bocca al lupo, Simone. Se ce la farai ancora, ti daremo ancora una volta ragione.