La sua forza, a 33 anni compiuti, non accenna a diminuire
“With the second pick of the 2007 NBA Draft, the Seattle SuperSonics select… Kevin Durant, from Texas”.
Kevin Wayne Durant aveva solo 19 anni quando David Stern, quel 28 giugno del 2007, chiamò il suo nome al Madison Square Garden. Quel ragazzo di Washington, alto ma estremamente sottile fisicamente, aveva appena concluso il suo primo ed ultimo anno alla Texas University con spaventose medie di 25.8 punti, 11.1 rimbalzi e 36 minuti a gara, con il 40.4% da 3 punti. Da qui, la sua evoluzione non si è mai fermata, fino ad arrivare al giocatore del 2021 che in bacheca ha 2 anelli e un titolo di MVP, oltre a svariati altri premi.
La chiave del suo enorme successo cestistico risiede proprio nei cambiamenti del suo gioco, anche rispetto alle tendenze della Lega, come da lui spiegato:
“Inizialmente giocavo ad un ritmo minore, mentre ora ci si appoggia molto di più sulla rapidità e sul tiro da fuori. E credo di essermi adattato a questo. Qualunque cosa accadrà in futuro, sarò pronto”.
Non è un caso, ad esempio, che le due stagioni in cui ha tentato meno triple per 100 possessi siano proprio le prime due (rispettivamente 3.7 e 4.1), mentre nel 2020/21 il numero è di 7.9 (con picchi di 9.3 a OKC nel 2015/16).
Durant si avvicina alla nuova stagione dopo un super ritorno dall’infortunio al tendine d’Achille rimediato nell’estate 2019, ma i suoi Brooklyn Nets sono stati eliminati in Gara 7 contro i poi campioni Milwaukee Bucks. Quasi da solo, viste l’assenza di Kyrie Irving e la presenza solo parziale James Harden, è però arrivato a un tiro dal vincere gara e serie.
Cosa potranno raggiungere quest’anno i Nets, con una migliore forma fisica e con un Kevin Durant che promette ancora crescita e spettacolo?