L’inizio gialloviola ancor più buio
Dopo la convincente vittoria contro i San Antonio Spurs, arrivata all’overtime per 121-125, questa notte i Los Angeles Lakers sono caduti per la terza volta in cinque uscite stagionali. Lungi da me sparare inutili sentenze, sia oggi (dove la stagione, finora, non può e non deve fornire indicazioni definitive su qualsivoglia squadra o giocatore), sia ad annata terminata. Quel che è vero, in ogni caso, è che questo inizio dei ragazzi di coach Frank Vogel non è affatto positivo.
A preoccupare non solo la sconfitta, ma sopratutto il fatto che sia arrivata contro quello che è probabilmente l’avversario con meno qualità in tutta la NBA: parliamo degli Oklahoma City Thunder, franchigia in pieno e consapevole rebuilding ricca di giovani che, seppur di talento, sono ancora molto acerbi.
L’unica eccezione, probabilmente, si trova sotto al nome di Shai Gilgeous-Alexander, undicesima scelta assoluta del Draft 2018 nonché unica vera ancora della squadra. Contro Los Angeles, privi di LeBron James il play ha messo a referto 27 punti, conditi da 9 rimbalzi e 5 assist, guidando una folle rimonta partita da -26 nel secondo quarto e conclusasi con un +8 (123-115 il risultato finale).
Westbrook, ritorno dolceamaro
“Russ” è tornato a casa ancora una volta. Il saluto dei tifosi è stato caloroso, come sempre, ma la sua prestazione da 20 punti, 14 rimbalzi e 13 assist è stata sporcata da un’altra doppia cifra: quella delle palle perse. E’ la sesta volta che Westbrook mette a segno una quadrupla doppia di questo genere, mai nessuno (fortunatamente) nella storia NBA ha fatto peggio. La rinascita futura dei Lakers, che affronteranno i Cleveland Cavaliers il 30 ottobre, dovrà dipendere anche da lui.