Con una lettera inviata all’Ansa, l’ex CT rompe il silenzio.
“Sono stati, e sono, giorni difficili e di profondo dispiacere”. Inizia così la lettera di Giampiero Ventura, esonerato da pochi giorni dall’incarico di allenatore della nazionale dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia. Il tecnico non aveva voluto dare subito le dimissioni dopo la figuraccia contro la Svezia, mettendosi contro l’opinione pubblica e dei vertici federali. Dopo qualche giorno di silenzio, l’ex allenatore del Torino ha deciso di inviare una lettera all’Ansa per spiegare il suo stato d’animo, escludendo però di essere l’unico colpevole della delusione.
La lettera di Ventura
“Sono stati, e sono, giorni difficili e di profondo dispiacere: provo una sensazione di incompiutezza dal momento in cui non ho raggiunto il traguardo dei Mondiali. Guidare la Nazionale mi ha trasmesso senso di appartenenza ed orgoglio mai provati prima perché non ci può essere niente di più grande. Ho lavorato con tutto me stesso, con serietà e professionalità: non sono riuscito là dove ero convinto di farcela alla guida di un gruppo di ragazzi che non smetterò mai di ringraziare. Ho lavorato anche per preparare i più giovani al grande salto che potevano, e possono, ancora fare in modo da arricchire tutto il nostro movimento. Nel calcio, le vittorie sono sempre il prodotto del merito di tanti. Allo stesso tempo le sconfitte, soprattutto quelle più dolorose, non si possono spiegare con una sola verità: nel momento dell’insuccesso bisogna dare risposte ad una lunga serie di interrogativi. Ora nel momento della ripartenza sarò il primo tifoso: al mio successore auguro di riportare l’Italia dove merita”.