Il momento dolce amaro del tifoso partenopeo

La cessione di Kvaratskhelia rallenterà la volata scudetto del Napoli ?

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LA DELUSIONE DI GIOVANNI DI LORENZO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Napoli | Cercheremo in tutti i modi di evitare considerazioni ormai anacronistiche. Perché affermare che nel calcio non esista più l’attaccamento alla maglia, o che gli uomini bandiera sono un ricordo del passato alla luce dell’addio di Kvaratskhelia col Napoli, è un po’ come voler organizzare matrimoni in tempo di guerra: un romanticismo fuori dal tempo.

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il georgiano Khvicha Kvaratskhelia rammaricato ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

L’addio degli uomini scudetto

Purtroppo non possiamo più stupirci, quasi ce ne avessero tolto il diritto. Si consuma tutto in fretta nell’era del calcio globale, e neanche i trofei riescono a consolidare un gruppo vincente. Lo scudetto di Spalletti di due stagioni or sono ha già visto la dipartenza di giocatori simbolo come Kim E Osimhen e ora è il turno di Kvaratskhelia. Quello che sembrava soltanto un rumours tipico da calciomercato di gennaio si è trasformato in realtà: il georgiano ha lasciato Castel Volturno con il biglietto aereo di Orly già pronto in mano, e atterrerà stasera a Parigi per indossare la sua nuova maglia numero 7 al PSG.

Un capolavoro di plus valenza

Proprio per non cadere nella tentazione delle considerazioni romantiche di cui sopra, innanzi tutto bisogna riconoscere i successi di queste operazioni del buon De Laurentis in termini di bilancio. Incassare più di 70 milioni con la vendita del georgiano – un nome sconosciuto ai tempi del suo approdo ai piedi del Vesuvio – è un capolavoro del calciomercato. Tanto di cappello. Ciò che stupisce però sono le tempistiche. Qui il dramma per il tifoso napoletano in generale e per i mercanti di via Gregorio Armeno in particolare, è la rappresentatività dei propri idoli calcistici nel presepio. Dopo aver rimosso i suddetti Kim e Osimhen, rinunciare anche a Kvaratskhelia genera dei seri problemi di identificazione per una città che di idolatria ne fa una questione di vita. Il sapore dolce amaro che contraddistingue il momento dei tifosi napoletani è quantomeno singolare.

E ora Conte? 

Ricorderete i proclami eclatanti di Antonio Conte al suo approdo sulla panchina azzurra finalizzati ad allontanare ogni illazione sulla cessione del georgiano. Essere riuscito nell’intento è stato il primo tassello di una stagione che ha riportato il Napoli nella lotta scudetto. A metà stagione il Napoli è saldamente al primo posto con una freschezza psicofisica che nessun altra compagine possiede. Nella dolcezza del compiacimento, la cessione di Kvara arriva come un fulmine a ciel sereno. La nota amara in sé non è solo data dal senso di tradimento di una compagna che ti lascia mentre stavate progettando le vacanze estive, qui il tema è il possibile contraccolpo che potrebbe comportare nella stagione azzurra. Le tempistiche, dicevamo, lasciano stupefatti in quanto cedere il proprio giocatore simbolo nel mercato di riparazione vuol dire dare più peso al bilancio piuttosto che ai successi sportivi. Consapevoli del fatto che senza business non esisterebbe il calcio odierno, e che il calcio romantico appunto non esiste più, il vero tema è capire se sia lungimirante rischiare di buttare all’aria una stagione per chiudere un’affare di mercato. Ma sarà così?

La cessione e le eventuali ripercussioni

Il tema è aperto: De Laurentis ha fatto bene i suoi calcoli (non solo in termini di introiti) per cui il Napoli anche senza il georgiano rimarrò in piena lotta scudetto? Oppure la cessione farà perdere punti preziosi ai ragazzi di Conte? Ne riparleremo a maggio.

Luca Cacciatore