I ragazzi di Sarri in calo, addio sogni di gloria
Alla fine aveva ragione Sarri. Al di là di certi mugugni talvolta esagerati nella sua forma, il tecnico toscano, nello schierare una sorta di Napoli 2 contro il Sassuolo, ha visto purtroppo avallati sul campo i timori più volte denunciati in questa prima parte di stagione.
Spesso Sarri, combattendo una battaglia dialettica talvolta impari col suo datore di lavoro, ha evidenziato l’incompletezza di un parco giocatori meno profondo di quanto il buon De Laurentiis abbia affermato in più tornate.
Contro i neroverdi, reduci da quattro sconfitte consecutive, il tecnico dei partenopei, nel proporre una formazione diciamo così “sperimentale”, ha cercato di dare un ‘occasione importante ad alcune seconde linee, nel tentativo di uscirne smentito. I fatti, purtroppo per lui, gli hanno dato ragione.
Al di là dell’idiosincrasia ormai cronica di Gabbiadini al ruolo di prima punta, alcune note dolenti sono arrivate da elementi che hanno lamentato uno scarso impiego in questo caldo autunno infarcito di impegni. Chiriches, nazionale rumeno, si è fatto uccellare dall’ottimo Defrel nel finale di gara, in occasione del pareggio del Sassuolo. Strinic, nazionale croato. è apparso non più che una timida controfigura di Ghoulam. Jorginho si vede lontano un miglio che non digerisce la panchina, confermando di passare un momento non brillante, ma il giocatore c’è al contrario di altri e Sarri avrà modo di beneficiarne.
Il gol da cineteca di Insigne può fungere da consolazione per una squadra alla costante ricerca di sè stessa. A Gennaio occorre per forza rimediare, soprattutto in attacco; quello che è grave risulta la totale mancanza di lungimiranza da parte del pur bravo Giuntoli, nel limitarsi all’acquisto di Milik senza accompagnarlo con un’adeguata spalla. El Kaddouri, ormai ha il posto prenotato in panca e di certo a questi livelli è inadeguato.
La stagione non brillante finora del Napoli, unita a polemiche stucchevoli fra presidente e allenatore che non hanno di certo giovato all’ambiente, è il frutto di una programmazione incompleta attuata la scorsa estate. I vari Diawara e Zielinski, soprattutto il primo, si sono rivelati d’altro canto perfettamente funzionali al gioco che vuole Sarri. Per il resto, nebbia totale, a cominciare da Maksimovic e Rog, quest’ultimo ormai “desaparecido”.
Al tecnico, in particolare, è stato imputato di far giocare sempre gli stessi interpreti, fedeli alla linea di partito e di spartito. Ma, oggettivamente, guadando la rosa, è difficile dare torto a chi ha sottomano il suo organico giorno dopo giorno, facendo valutazioni decisamente più attendibili di altri addetti ai lavori.
L’unico errore che gli si può imputare, è stato lo sfruttare questo dato incontrovertibile in maniera poco sensata, attaccandosi a scusanti da “piangina” piuttosto che porvi rimedio con la cultura del lavoro. Che lui, è il caso di dirlo, possiede in quantità industriali.
Ora, con un discorso scudetto da accantonare per il momento, e una Champions da portare avanti passando per l’inferno di Lisbona, occorre vedere una reazione caratteriale importante, sulla falsariga di quanto successe l’anno scorso a Settembre. Non c’è più il Pipita a togliere le castagne dal fuoco, ma lo spirito non può essersi volatilizzato di colpo.