Esordio per la Var, ecco cosa cambia in Serie A
Ai microfoni del Sussidiario, l’ex arbitro Tiziano Pieri spiega cosa cambia nel massimo campionato con l’introduzione della Var. Di seguito le parole dell’ex fischietto.
COS’E’ E COME FUNZIONA LA VAR?
Siamo alle porte della stagione 2017-18 della Serie A e sicuramente la novità più importante è rappresentata dall’introduzione del VAR, acronimo di Video Assistant Referee. Dal prossimo campionato dunque non più due addizionali di porta in campo ma due arbitri impiegati esclusivamente nella visione del VAR, sotto indicazione dei giudici di gara, i quali per loro scelta, ma solo per determinati episodi, potranno chiedere l’ausilio della cosiddetta “moviola in campo”. Le situazioni in cui il VAR potrà intervenire sono gol, calci di rigore, espulsioni e scambi d’identità. La procedura di applicazione del VAR prevede 3 step: richiesta di verifica dell’episodio, analisi tramite VAR e adozione di un provvedimento. A differenza di quanto già accaduto con l’introduzione della “Goal Line Technology” per questo nuovo strumento ci potrebbero essere maggiori inconvenienti. Per cercare di analizzare in profondità queste situazioni e per valutare possibili problemi e vantaggi di questo nuovo strumento parla l’ex fischietto Tiziano Pieri, ex arbitro di Serie A.
Buonasera. Come funziona il VAR? In alcune circostanze quando lo riterrà opportuno l’arbitro potrà richiedere l’utilizzo del Video Assistant Referee. Grazie all’ausilio di due arbitri, già divisi nel montaggio e nella valutazione dell’azione tramite monitor VAR, all’arbitro sarà comunicata l’eventuale irregolarità. Sarà a discrezione di quest’ultimo applicare o meno il suggerimento dei suoi collaboratori.
E’ giusto dire che la decisione di introdurre il VAR da parte della FIGC rappresenti una svolta epocale? Sicuramente. Tante cose cambieranno in positivo anche se comunque occorre mettere in preventivo che per l’utilizzo di questo strumento ci vorrà un po’ di tempo.
In positivo? Credo che non vedremo più gol viziati da posizioni di off-side. Ormai con la tecnologia gli arbitri saranno in grado di valutare in tempo reale eventuali irregolarità di questo tipo. Anche gli scambi d’identità, stesso discorso. Insomma, di sicuro ci sarà una correzione degli errori più clamorosi e in questo senso possiamo dire che sarà una manna dal cielo per i direttori di gara.
Però? Però ci sono tanti altri episodi di difficile valutazione anche per gli arbitri addetti al VAR. Ricordate lo scorso anno quante volte gli ex arbitri, ora “moviolisti”, non erano d’accordo nel valutare certe situazioni? In campo occorrerà una decisione piuttosto rapida ma ci potrebbe essere comunque qualcuno che avrà qualcosa da recriminare.
Niente a che vedere con la Goal Line Technology… Esatto. In quel caso c’è lo strumento tecnologico che decreta se è gol o no e quindi nessuno può protestare perché quello strumento non sbaglia. Ora invece stiamo parlando di uno strumento ausiliare che in primo luogo non sarà obbligatoriamente utilizzato in ogni circostanza (ma dipenderà dall’arbitro). Inoltre come dicevamo prima non è nemmeno tanto sicuro che questo riesca a chiarire situazioni difficili.
Con buona pace di chi crede che le polemiche si spegneranno… Vi faccio un esempio: Supercoppa olandese tra Feyenoord e Vitesse disputata qualche giorno fa. Andiamo con ordine. Il club di Rotterdam campione nazionale sfidava il Vitesse e stava vincendo 1-0. A inizio ripresa ecco il “fattaccio”: El Ahmady viene steso nell’area del Feyenoord da Matavz, il Vitesse chiede il rigore ma l’arbitro Makkelie lascia proseguire. Gli arbitri addetti al Var entrano in azione e valutano l’episodio davanti agli schermi, ma intanto il gioco prosegue, si va dall’altra parte e Jorgensen segna il raddoppio, comunque in fuorigioco. Il responso arriva solo dopo 80 secondi: c’era rigore per il Vitesse. L’arbitro annulla il gol del Feyenoord e Buttner pareggia dal dischetto, nello sconcerto generale. Potreste immaginare una scena del genere in un big match di Serie A, tipo un Roma-Juventus?
Ci sarebbero polemiche infinite con il rischio di pesanti conseguenze anche sull’arbitro stesso, no? Ci potrebbero essere scene di difficile gestione e quando il gioco riprenderà l’arbitro potrebbe non essere più sereno come prima.
Cioè? Il rischio maggiore è che l’autostima degli arbitri possa venir meno dopo qualche errore di troppo. Se accade questo l’arbitro perde forza, diventa più debole nelle decisioni, perde peso nel suo ruolo. C’è il serio rischio che blocchi il processo decisionale rimanendo in balia dell’ambiente o dei giocatori. L’AIA dovrà lavorare tanto in questo senso.
Dunque come diceva poco fa sarà soltanto l’arbitro in campo a chiedere l’utilizzo del VAR. Ma i giocatori, lo staff e il pubblico non lo reclameranno mai? Francamente mi sembra improbabile. Certamente assisteremo a situazioni in cui alcuni tesserati chiederanno l’utilizzo del VAR. Queste situazioni potrebbero diventare pericolose a livello ambientale. Anche quest’aspetto è potenzialmente molto pericoloso.
Secondo lei le polemiche post-partita saranno ridimensionate? Ho i miei dubbi. Essendo qualcosa di molto diverso dalla goal line technology ci sono ancora tanti aspetti che prevedono giustamente la discrezionalità dell’arbitro, ad esempio quando richiedere proprio il suo utilizzo. Potrebbe venir messa in discussione la buona fede di un arbitro se una volta richiede l’ausilio del VAR e magari dopo qualche settimana, con un’altra squadra, questo non avviene. Insomma non credo che i post-partita saranno più tranquilli.
L’arbitro può chiedere personalmente di andare a visionare il monitor a bordo campo? Sì nella postazione del quarto uomo ci dovrebbe essere un monitor, visionabile personalmente dall’arbitro quando lo ritiene opportuno.
Anche qui c’è una situazione potenzialmente pericolosa a bordo campo? Certamente. I componenti delle due panchine, assieme al pubblico, potrebbero recriminare o chiedere addirittura di visionare il monitor. Altra situazione da tener sotto controllo.
In definitiva come giudica la scelta di introdurre il VAR? Penso che sia giusto dare agli arbitri questa possibilità. Non dimentichiamoci che finora l’arbitro è spesso l’unico a non sapere se ha preso una decisione corretta o meno. In questi anni con l’esplosione dei social media tutti possono capirlo subito. Credo questo step sia giusto nei confronti della categoria arbitrale come nei confronti di spettatori e giocatori in termini di regolarità. Ciò nonostante il processo è stato accelerato molto. Il rischio è che le situazioni critiche che abbiamo appena elencato possano generare ancora più problemi rispetto a prima.