La voce girava da almeno un mese, un mese e mezzo, e venerdì è diventata realtà: José Mourinho è il nuovo tecnico del Manchester United al posto dell’esonerato Louis van Gaal. Per il portoghese, un contratto di tre anni (con opzione per il quarto) a circa 20 milioni l’anno. Esonerato dal Chelsea lo scorso 17 dicembre, una nuova avventura inglese per lo “Special one” in cerca di rivincite dopo sei anni (post-Inter) poco soddisfacenti con nessun titolo europeo vinto.
Il suo compito sarà quello di riportare i Red devils in Champions League la prossima stagione e ottenere un buon risultato nella prossima Uefa Europa League. Eh si, perché il club più vincente d’Inghilterra di questi ultimi anni la prossima stagione disputerà la “coppa del giovedì” dopo il quinto posto conquistato nella Premier appena terminata che ha visto vincere a sorpresa il Leicester City di Claudio Ranieri. Ma tu guarda il caso: il tecnico testaccino testa di serie nella fase a gironi di Champions League e quello di Setubal testa di serie nella fase a gironi Europa League. E pensare che nell’estate 2004 Ranieri fu sollevato dall’incarico di manager del Chelsea per far posto al Mourinho fresco vincitore delle Champions League con il Porto.
Mourinho è considerato un vincente…antipatico, un tecnico molto capace che fa della comunicazione la sua forza, un manager che riesce a garantire vittorie ai propri tifosi anche al costo di rompere lo spogliatoio (chiedere conferma a Iker Casillas e Cristiano Ronaldo).
Il coach portoghese ha preso l’eredità (poco vincente) di Louis van Gaal, esonerato giovedì dopo che in due stagioni ad Old Trafford ha portato in bacheca una misera FA Cup, un quarto e un quinto posto a maggio.
Anche questa volta la dirigenza Red devils non ha badato a spese, accaparrandosi il migliore allenatore “libero” del Mondo. Obiettivo ora è quello di tornare ai fasti di Alex Ferson, o comunque vedere il club lottare fino alla fine per vincere qualcosa di importante.
In questi ultimi tre anni il club nato nel 1878 ha speso qualcosa come 300 milioni di euro, ingaggiando giocatori dal curriculum (e dai cartellini e dagli ingaggi) importanti. Mourinho dovrà dimenticare al più presto quest’ultima stagione londinese, culminata con l’esonero da parte di Abramovich (e dire la verità al Chelsea stanno peggio che allo “United”, in quanto i Blues del neotecnico Antonio Conte non giocheranno neanche in Europa). L’arrivo di Mourinho a Manchester alza il livello del derby cittadino, che ha visto in questi ultimi anni prevalere i “cugini” del Manchester City.
Come lo “United”, anche il “City” ha cambiato guida tecnica, ufficializzando già a febbraio Josep Guardiola come erede di Manuel Pellegrini. Eh sì, il prossimo derby di Manchester, oltre che sul campo e sugli spalti, vivrà un’altra interessante sfida in panchina tra due dei tecnici europei più preparati e vincenti di questo inizio di XXI secolo. E la cosa che fa salire la febbre da derby è che i due allenatori non si amano. Per nulla. E tutti sono a conoscenza delle diatribe tra i due quando Mourinho allenava Inter e Real Madrid contro il Barcellona del filosofo Guardiola.
“Mourinho a parole è un fuoriclasse”, “Se fai una cosa che ami non perdi i capelli e a Guardiola il calcio si vede che non piace”, “a Mourinho interessa più il risultato dello spettacolo”, “Guardiola ha vinto le Champions in modo vergognoso anche se è un allenatore fantastico”: queste sono solo alcune delle frecciate che i due allenatori si sono lanciati negli ultimi anni. Anche se il tecnico diSantpedor ha vinto molto di più dell’ex tecnico del Porto, sia a livello locale che europeo. E anche a livello di triplete, l’ex giocatore di Barça e Brescia supera il portoghese di uno.
Mediaticamente Mourinho è avanti a Pep di millenni, ma la bacheca del catalano è zeppa di trofei e non ha mai subito l’onta di un esonero, al contrario del portoghese lo scorso dicembre.
E già tutti iniziano a sognare: come giocherà lo “United”? Come giocherà il City? Difensivismo-spettacolo contro tiki-taka, due stili di vita e di pensiero contrapposti che avranno su di loro gli occhi di tutto il Mondo. Uno solo vincerà o magari nessuno dei due a fine stagione, anche se Guardiola è al debutto in Inghilterra mentre “Mou” è una vecchia volpe della Premier (otto stagioni per lui).
I due allenatori non avranno un compito facile: gli ultimi “United” e “City” sono stati un insieme di “figurine” strapagate, con qualche guizzo di giovani (Marcus Rashford vs Kelechi Iheanacho), ma nel complesso hanno fatto male. Molto male rispetto a quanto speso.
La città è pronta a vivere la sfida tra José “the Special one” e Pep “el filosofo”? Il fatto di allenare due squadre della stessa città e magari abitando a pochi isolati di distanza l’uno dall’altro, rende questa sfida epica, da girone dantesco, da corrida. E visto che i due hanno un elevato ego e dovranno riscattare una stagione deludente (due deuble tedeschi in tre anni è poca roba per uno che era stato chiamato per vincere la Champions…), non si vede l’ora che inizi il campionato. Anche se il primo derby è fissato in terra neutra, a Pechino, in amichevole il prossimo 25 luglio.
E intanto anche il mercato estivo si prospetta pimpante a Manchester: Guardiola vorrebbe rivoluzionare tutto il “City” e avrebbe chiesto oltre 250 milioni di euro da spendere, mentre Mourinho sembra voler portare ad Old Trafford niente meno che Zlatan Ibrahimovic. Povero Guardiola, oltre ad abitare nella stessa città del suo collega più odiato, potrebbe abitare anche nella stessa città del giocatore con cui ha avuto più problemi in carriera, magari incontrandolo anche dal panettiere al mattino.
A prescindere da tutto, “Mou” e “Pep” potrebbero dare pepe ad una massima serie inglese che ha visto la lesa maestà del Leicester nei confronti delle Big four (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester United) e far tornare tutto come prima. Anche se spezzare la routine è sempre una cosa che fa bene.
Signore e signori, si prospetta una grandissima Premier League e speriamo che Mourinho e Guardiola possano infiammare ancora di più il campionato più bello del Mondo.
E noi in Italia ci accontentiamo della lite fra Mancini e Sarri. Poveri noi.