Si sono voluti bene, si sono cercati, si sono ritrovati. Stiamo parlando di una delle coppie meglio assortite del calcio contemporaneo, ma al tempo stesso una coppia che spacca: o con loro o contro di loro. Ladies and gentlemen, José Mourinho e Zlatan Ibrahimović.
Il tecnico di Setubal, dal 27 maggio scorso sulla panchina del Manchester United al posto di Louis van Gaal (un altro che alla voce “simpatia” sul dizionario non compare la propria immagine), a suon di milioni (59 milioni in tre anni per lui), ha il delicato compito di far tornare grandi i Red devils, quinti classificati nella scorsa Premier League, esclusi dalla Champions e lontani anni luce dai tempi di sir Alex Ferguson. La dirigenza dello United, da anni impegnata in campagne acquisti multimilionarie, ha deciso di affidare all’ex allenatore tripletista dell’Inter il compito di risollevare le sorti del club, che non disputerà ancora una volta la Champions (è la seconda volta nelle ultime quattro stagioni) e che dovrà ripiegare sulla meno prestigiosa Europa League. Insomma, un compito molto difficile visto che la concorrenza è più agguerrita che mai sia in patria che in Europa.
Per l’attaccante svedese, l’approdo al Manchester United equivale alla sua ottava squadra in carriera, in un torneo dove non ha mai giocato. “Ibra” si è svincolato lo scorso 1° luglio dal Paris Saint-Germain dopo quattro stagioni, 180 partite e 156 reti e nella sua bacheca ci sono tredici campionati vinti, altrettante coppe e supercoppe nazionali ma, per usare un termine “mourihano”, zeru tituli nelle coppe europee.
Il Manchester ha colto la palla al balzo e ha deciso di tesserare per una sola stagione (ma a peso d’oro) uno dei giocatori più forti di questi anni Duemila, capace di vincere almeno un titolo nazionale in ogni squadra in cui ha militato. Un vero e proprio talismano, oltre che un cannoniere di razza.
I tifosi dello United sono pazzi di gioia perché la loro squadra sarà allenata da uno degli allenatori più vincenti di questi ultimi anni ed il loro terminale d’attacco sarà uno che segna in modo e con un ritmo impressionante. Meglio di così, cosa volere di più?
L’ironia della sorte ha voluto che da questa stagione il derby di Manchester sarà molto, ma molto più interessante del solito. E il motivo è semplice: da questa stagione, Josep Guardiola allenerà i citizens, con il chiaro obiettivo di vincere titolo e Champions. Eh sì, il nemico numero uno di Mourinho e di Ibrahimović non solo allenerà in Premier League, ma allenerà e abiterà a Manchester.
Il fatto di incontrare almeno due volte l’odiato Pep e di abitare nella stessa città (Manchester ha 500 mila abitanti ed è possibile che tutti e tre abitino vicini), darà quel quid in più alloSpecial one e a Ibra per far tornare grande lo United che da quando ha pensionato sir Alex Ferguson non ne ha imbroccata una giusta, nonostante le ingenti somme di denaro investite dalla famiglia Glazer. La storia calcistica dice che Guardiola ha vinto tanto negli ultimi quattro anni, Ibrahimović ha vinto molto negli ultimi quattro anni mentre Mourinho ha un po’ arrancato e questa potrebbe essere la stagione del suo riscatto, magari sconfiggendo Guardiola ed il suo City.
Mourinho ha fatto pressioni sulla società affinché gli portassero alla sua corte un giocatore del peso specifico dello svedese, giocatore di cui non si necessita nessuna introduzione: Mou è un vincente e ha voluto in squadra un vincente. A Ibra piacciono le sfide e quale sfida migliore se non al fianco di allenatore che ha già avuto (Inter, 2008/2009, scudetto e Supercoppa italiana), di cui conosce il carisma e la capacità tecnica? E pazienza se questa stagione non disputerà quella Champions League che non ha mai avuto il privilegio di vincere.
Dalle parti di Old Trafford sono tre stagioni che la squadra non solo non vince la Premier, ma rimedia figuracce in giro per l’Europa e, dopo anni di spese pazze, questa volta in casa Red devils si è voluto fare le cose per bene. E per prima cosa si è voluto partire dalla base, dall’allenatore: troppo deboli Moyes, Giggs e van Gaal, meglio Mourinho il vincente che deve rifarsi della pessima stagione al Chelsea. E lo stesso Mou ha deciso di tracciare una riga, mettendo il disparte nove giocatori che non fanno al caso suo per creare un Manchester vincente. Tra questi nove c’è anche Bastian Schweinsteiger, uno che in carriera ha vinto tutto e che il Manchester ha pagato nove milioni di euro dal Bayern Monaco solo lo scorso anno e con cui ha siglato un triennale da 10 milioni di euro lordi a stagione.
E lo stesso Mourinho ha pregato la dirigenza di dargli il miglior attaccante su piazza libero e con tanta voglia di segnare. E gli hanno “regalato” Ibrahimović .
I supporter del Manchester sono anni che non godono (sportivamente) come una volta, nonostante abbiano visto giocare negli anni gente come di Maria, Falcao, Schweinsteiger, “Chicarito” Hernandez e Nani, ma mai si sarebbero aspettati di vedere vestire la mitica maglia rossa uno come Ibrahimović. E la loro gioia si è riversata nel merchandising, tanto che in una settimana sono state vendute circa 800mila maglietta con il 9 sulle spalle, una quantità incredibile tanto che si dice che nelle già ricche casse dello United siano entrati circa circa 84 milioni di euro. Ergo, lo United si permetterà di strappare Paul Pogba alla Juventus versandole il complessivo introito delle maglie di Ibra più altri 30 milioni.
Con l’arrivo del “polpo”, Mourinho avrà fra le mani una squadra forte e competitiva e il peso dell’attacco sarà tutto nelle mani dell’attaccante svedese prossimo ai 35 anni. Di solito a quell’età, i calciatori difficilmente sono ancora ad alti livelli e quasi nessuno è ad altissimi. Ma con Ibrahimović si parla di altro, di un altro sport, di un altro pianeta. Come per Mourinho, del resto.
La Premier League inizierà il prossimo 13 agosto ed il Manchester United incontrerà il Bournemouth in trasferta, mentre il primo derby di Manchester ci sarà già alla quarta giornata ad Old Trafford.
Si prospetta una delle stagioni più interessanti nel campionato più bello del Mondo grazie ai due antipatici del calcio per antonomasia. Antipatici che, per la cronaca, hanno vinto anche in quello che era il campionato più bello del Mondo, la nostra Serie A.