Dopo la sconfitta di domenica scorsa contro l’inter, José Mourinho torna a parlare in conferenza presso la sala stampa del Centro Sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria e lo fa alla vigilia della sfida con il Lecce.
Le parole di Mourinho
Come stanno Dybala e Renato Sanches?
“Renato e Paulo tornano in squadra, ma non sono in condizioni ottimali. Secondo il dipartimento medico e i preparatori senza rischio ed è quello che abbiamo bisogno di sentire, anche per loro che hanno la fiducia sufficiente per stare in campo. Ci possono dare una mano, tutti gli altri che sono fuori restano fuori”.
Dopo Inter-Roma le è stato criticato che la squadra ha rinunciato proprio a giocare. Cosa manca alla Roma per giocarsi queste partite alla pari?
“Non voglio entrare né nel piano della critica, né nei piani futuri. Mancavano cinque giocatori titolari, ma se succede all’Inter ce ne sono altri cinque pronti per giocare e lo stesso vale per Juventus, Milan, Atalanta e Fiorentina. Quando succede a noi non ci sono altri cinque titolari”
Bisogna rassegnarsi al fatto che cinque giocatori infortunati, tutti titolari, al 100% non potranno mai essere?
“Una cosa è un giocatore infortunato, un’altra è un calciatore con una storia clinica. Quest’ultimi ciclicamente hanno dei problemi che si ripetono nel tempo. Giocatori con infortuni se non sono problemi per contatto sono infortuni che lo sta. Quando esiste una storia clinica invece è difficile. Prendiamo ad esempio Bale. E’ stato uno dei migliori al mondo, ma la sua storia clinica non gli permetteva di essere super sempre. Quando la sua storia clinica non gli permetteva di essere a disposizione dei suoi allenatori, il Real aveva altri giocatori che lo sostituivano. Io sono comunque felice di avere certi giocatori con una storia clinica. Ma Dybala sarebbe qui senza una storia clinica? Renato Sanches sarebbe qui senza la sua storia clinica? Io sono contento di avere questi calciatori perché non possiamo avere altro. Poi noi abbiamo cinque giocatori da usare per sostituire i titolari, ma non sono prodotti finiti, prendiamo ad esempio Bove e Zalewski. Io dò sempre il massimo e per questo non ho voluto rispondere alle critiche di domenica. Sono molto esigente con me stesso. La cosa peggiore per me è non essere soddisfatto con me stesso. Dopo l’Inter non avevo questo sentimento, ma il contrario. Abbiamo fatto una partita dove fino all’ultimo eravamo in gioco. Se avessimo avuto quella punta di fortuna avremmo fatto noi l’1-0 con Cristante. Abbiamo avuto un’organizzazione, una capacità mentale di non perdere quella gara lì e siamo stati a pochissimo dal riuscire a vincerla. Sono stato triste per lo sforzo di giocatori che hanno giocato due giorni prima. Ma il mio sentimento era di soddisfazione con me stesso e con i giocatori. Poi abbiamo preso un gol che andava evitato, ma i ragazzi hanno giocato bene anche con cartellini gialli per tanto tempo. La Roma con metà squadra ha discusso la partita fino alla fine. Domani siamo qui e non abbiamo Paredes perché squalificato, poi metà Paulino e un terzo di Renato Sanches. Ma cercheremo di vincere perché ora siamo più vicini alla Champions”.
La fascia destra?
“Cerchiamo di fare il meglio possibile. Tutto ciò che abbiamo fatto è per necessità e per il bene della squadra”.
Il calendario della Roma è un problema o un’opportunità?
“Sappiamo prima dell’inizio del campionato il numero di partite che giochiamo. Ci sono squadre che hanno più potenziale per fare tutto questo, altre che ne hanno meno. Se noi abbiamo sei difensori centrali possiamo giocare anche ogni tre giorni perché possiamo cambiare. Se ne abbiamo 4 che diventano tre e poi due tutto è più complicato. Penso che la parola alibi nel calcio si utilizza più quando si perde, nel dopo. Non si utilizza prima. Noi parliamo del calendario, ma dall’inizio del campionato, non per la prima volta dopo il ko con l’Inter. Io capisco che nel calcio c’è tanta gente che è arrivata con il paracadute, non è il loro mondo. Vengono per status, per politica, per un bell’abito. A questo tipo di persone vanno rispettate per il loro status, ma non vale la pena commentare. Non sanno cosa sia giocare due giorni dopo o cosa fa la differenza. Oppure lo sanno e fanno finta di non saperlo e questo è più grave. Nella Lega calcio c’è anche gente con una storia di calcio, che ha lavorato con squadre e che conosce le difficoltà della stanchezza. Se il nostro club non fa questa domanda pubblicamente sono sempre io che mi devo mettere davanti a voi a parlare dello stesso e forse non dovrei. In questo caso specifico, magari sbaglio io, però per me esiste una grammatica calcistica e l’alibi è qualcosa che utilizza dopo e io ne parlo da inizio campionato. Prossima settimana succederà lo stesso. La Lazio gioca in Europa il martedì, noi il giovedì e poi il derby non possiamo giocarlo lunedì perché c’è la sosta. Qui dico siamo stati sfortunati, loro avranno un vantaggio ma non c’è alcuna critica. Ma tutto quello che è successo fino a oggi e che succederà ancora dopo, la Roma è veramente penalizzata”.