“Si può pagare un panchinaro del Real Madrid 18 milioni?”; “se il Real sbologna un giocatore un motivo di sarà”; “i giocatori spagnoli in Italia non hanno mai fatto bene”: queste sono solo alcune delle idee sostenute da alcuni (se non molti) tifosi della Juventus non appena il club di via Galileo Ferraris aveva deciso di portare a Vinovo tale Alvaro Morata, attaccante spagnolo classe 1992.
A distanza di quasi un anno da allora, il numero 9 bianconero ha fatto rimangiare la parola agli scettici sulle sue qualità e sull’apporto che avrebbe potuto dare un “panchinaro” costato molto e considerato non all’altezza della situazione. E pensare che il “tal” Morata è stato bicampione d’Europa Under 21 con la baby Roja e due volte consecutive capocannoniere della manifestazione.
Quel giocatore considerato non all’altezza in questa stagione ha effettuato sei assist e il doppio dei gol tra campionato e coppe, tra cui le perle del “Barbera” contro il Palermo (tiro a giro di sinistro che ha avvicinato la Juventus alla conquista del suo quarto titolo consecutivo) e dello “Stadium” proprio contro la sua ex squadra, il Real Madrid. La rete del vantaggio bianconero è stata siglata proprio dal canterano blanco dopo un tiro di Tevez ribattuto da Casillas. Il giovane Alvaro ha gonfiato la rete e fatto crollare lo stadio torinese.
Si pensava che martedì sera avrebbe giocato con il freno a mano tirato, entrando in campo per la prima volta da ex, e che all’eventuale marcatura avrebbe esultato senza ritegno visto che è stato scaricato troppo velocemente; invece, Alvaro ha preso per mano la Juventus, ha siglato la rete che ha “spaccato” il match e non ha esultato per nulla. Ci saranno davanti altri 90′ di fuoco, ma il suo Morata lo ha dato.
Un successo dopo la partenza fallimentare, visto l’infortunio del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro: due mesi out e posto da titolare che diventava una “cima Coppi” da conquistare, senza contare il cartellino rosso rimediato nel finale di Juventus-Roma per il litigio contro Manolas. E tifosi bianconeri che cominciavano a storcere il naso sul loro acquisto milionario, il più costoso dai tempi post Calciopoli.
Invece il ragazzo di Mirasierra si è rimboccato le maniche, ha fatto vedere che nonostante i 23 anni ha esperienza da vendere e piano piano (complice anche la stagione fin qui opaca di Fernando Llorente) si è preso quella maglia da titolare con cui sta facendo la storia (stagionale) della Juventus.
Morata, ottima tecnica e fisico proprio “alla Llorente”, oltre ad aver segnato gol importanti in campionato, è, insieme all’Apache, un “uomo Champions”, avendo segnato tre reti nelle partite ad eliminazione diretta: la staffetta con il “Re Leone” basco nel finale della partita contro il Real Madrid è stato sintomatico. Quando c’è da fare sul serio, ecco il Morata che non ti aspetti segnare e far sognare.
Martedì sera un altro giocatore magari avrebbe esultato, e tanto. Lui no, nessun cenno di gioia. Del resto non ha mai nascosto la sua fede blanca, ma ora lui veste un’altra maglia e quella “maglia” vuole portarla a conquistare una finale di Champions che manca da dodici anni.
I prossimi obiettivi di Alvaro Morata saranno il ritorno del “Bernabeu”, l’eventuale finale berlinese e l’ultima partita di Coppa Italia per suggellare una stagione che potrebbe portare a Torino un insperato triplete ed una boccata d’ossigeno per il calcio italiano. E perché no, pensare già alla prossima stagione sognando in grande come fatto in questa che sta terminando, senza contare che grazie a compagni di squadra come Buffon, Pirlo, Vidal ed al suo (quasi) coetaneo Pogba, Alvaro Morata potrebbe ancora di più affinare la sua tecnica anche in prospettiva Euro2016, lanciando un chiaro segnale al CT del Bosque.
E poi dicevano che i calciatori spagnoli in Serie A fanno male da qualche anno a questa parte… così come del resto fanno bene quelli “sbolognati” dal Real Madrid ed arrivati nel Belpaese.