Ai Mondiali di Ciclismo fantastico bis di Alaphilippe,il francese saluta tutti ai meno 20 km e ripete anche a Lovanio il trionfo di Imola 2020. Gli azzurri chiudono senza medaglie.
In Belgio va in scena una gara memorabile, in cui tutti i grandi favoriti si sono dati battaglia per i 268 km del percorso iridato. Alla fine a spuntarla è sempre il francese Julian Alaphilippe, dimostratisi ancora una volta il più forte su percorsi ricchi di strappi brevi ma durissimi. Sul podio insieme al francese Dylan Van Baarle (Olanda) e Valgren (Danimarca), che hanno tolto al photofinish la medaglia all’idolo di casa Jasper Stuyven.
Alaphilippe bis mondiale: la partenza
La prima parte di gara vive sulla fuga iniziale di sette corridori tra cui spicca la presenza del mongolo Jambljamts Sainbayar, assolutamente una sopresa a questi livelli. La fuga arriva ad avere fino a 6′ di vantaggio, ma già dopo circa 100 km è chiaro che il Belgio e soprattutto la Francia vogliono fare corsa dura.
Il primo tentativo di allungo vede proprio la nazionale francese guidata da Thomas Voeckler che prova ripetutamente a portare via un gruppetto. Prima Madouas, poi Turgis e infine Cosnefroy alla fine riesce a sganciare un terzetto dal gruppo principale. All’inseguimento del francese si fiondano due pezzi da novanta come Magnus Cort Nielsen (3 tappe all’ultima Vuelta) e addirittura Remco Evenepoel. I tre procedono con circa 20″ di vantaggio, mentre nelle retrovie l’Italia arranca nel tentativo di riportare in gruppo Ballerini e Trentin caduti insieme a Pedersen.
Poco dopo il gruppo affronta il Moskesstraat, unico muro in pavé, e rompono gli indugi Svizzera e Slovenia con Bissegger e Tratnik che rompono il gruppo e si riportano sui tre davanti, insieme ad altri corridori di calibro. L’Italia è ancora troppo arretrata come posizioni, sulle strette stradine del Belgio, e non è presente neppure in questo tentativo. Sui contrattaccanti rientrano in tanti e si forma un gruppone che contiene i cinque sopra citati ai quali si aggiungono Declercq (Belgio), Demare (Francia), Asgreen (Danimarca), Roglic (Slovenia), Erviti (Spagna), Hoelgaard (Norvegia), Eenkhoorn (Olanda), McNulty (USA), Swift (Gran Bretagna) e Haas (Australia), tutti nomi di grande spessore.
Mondiali in Belgio: il lavoro dell’Italia
A questo punto in situazione di grande difficoltà inizia il lavoro dell’Italia. La nazionale di Davide Cassani ha impiegato un pò di tempo per riorganizzarsi dopo la doppia caduta di Ballerini e Trentin, proprio quando davanti esplodeva la corsa. I nostri ragazzi hanno impiegato circa 40 chilometri, grazie al lavoro di De Marchi e Trentin, per annullare il tentativo prima dei contrattaccanti e poi dei fuggitivi della prima ora. Un lavoro molto dispendioso e che sicuramente non era stato preventivato.
A questo punto con una situazione di gruppo compatto inziava una parte di gara bellissima, in cui soprattutto Belgio e Francia hanno tentato di attaccare in tutti i modi e su tutti i terreni. Il comune denominatore di tutti questi tentativi è soltanto uno: Remco Evenepoel. Monumentale oggi, in risposta alle polemiche dei giorni scorso con Eddie Merckx. Presente in tutte le fughe, promotore spesso in prima persona di attacchi o di forcing, ha permesso da solo di fare una corsa copertissima ai suoi compagni di squadra e al leader Wout Van Aert.
L’Italia non è rimasta a guardare, dopo una prima fase di corsa complicatissima, inserendo nei vari tentativi Ulissi, Nizzolo e un grandissimo Bagioli. Anche il capitano Colbrelli si è mosso seguendo le ruote di Van Aert e Van der Poel, facendo chiaramente intuire quelli che erano i suoi bersagli odierni.
Alaphilippe mostruoso, il Mondiale è nuovamente suo
Tanti tentavi di allungo, con un gruppo di testa ormai ridotto a circa 25 unità, comandato da Belgio, Francia e Italia, presenti con 3 corridori ciascuno. Ma nessuno ha la forza di portare via un attacco decisivo, fino ai -17 dal traguardo quando sul penultimo Sint-Antoniusberg il campione del mondo ha salutato tutti con una sparata terrificante sulle ripide rampe del muro di Lovanio. Il gruppetto esplode e all’inseguimento di Alaphilippe restano in 4: Valgren, Stuyven, Van Baarle e Powless. Nel terzo gruppo Nizzolo si sacrifica per Colbrelli, rimasto con Van Aert e Van der Poel, ma ormai la zona medaglie è irrimediabilmente andata.
Alaphilippe guadagna ancora e arriva in solitario sul traguardo di questo mondiale belga, conquistando il bis dopo il successo delle scorso anno a Imola. Dietro si giocano le medaglie in 3. L’argento va all’olandese Van Baarle e il bronzo al danese Valgren. Per l’Italia da registrare il 10° posto a traguardo di Sonny Colbrelli. Il bis di Alaphilippe sarà ricordato come uno dei mondiali più belli e combattuti degli ultimi anni.