Milano risponde presente

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La Milano del pallone torna a sorridere, e poco importa se lo fa solo attraverso i titoli dei giornali. Inter e Milan hanno fatto “all-in” sul mercato per garantire a Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic (avversari in campo, amicissimi fuori) due rose su cui poter lavorare proficuamente il prima possibile, da buoni proseliti della teoria calcistica – sempre più in voga – che richiede squadre pronte per il ritiro di inizio stagione. Geoffrey Kondogbia, Joao Miranda e Martin Montoya da una parte (l’assenza di Giannelli Imbula in questa lista non è una dimenticanza, colpa del pressing che il Porto sta facendo per inserirsi in una trattativa praticamente chiusa tra Marsiglia e Inter), Andrea Bertolacci e Carlos Bacca dall’altra. Nuove facce costate più di 100 milioni alle due meneghine e arrivate in un mercato che, ufficialmente, prenderà il via solo il prossimo primo luglio. Mica monetine.

Vere e proprie rivoluzioni, in linea con le richieste di un pubblico abituato troppo bene per accontentarsi dei magri bottini raccolti da Inter e Milan nelle ultime stagioni. Risultati, fra l’altro, raggiunti con strategie opposte: i nerazzurri hanno fatto affidamento sugli investimenti del tycoon Erick Thohir (Hernanes, Shaqiri, Dodò, Brozovic, Santon e Medel sono solo i principali), i rossoneri hanno invece tentato la strada del rigore economico e delle “occasioni” last-minute. Un paio di queste, vedi Menez e Diego Lopez, hanno sortito l’effetto sperato; altre come Essien, Alex, Armero o Torres, tanto per citarne alcune, meno. Un’abbondanza di atleti quasi casuali per due società che navigavano nell’incertezza.
Ora, però, in casa Milan le cose sono cambiate: il capitale straniero teso a risollevare le finanze rossonere è finalmente arrivato con l’approdo in società di Mr. Bee Teechaubol e Galliani, in sede di mercato, è tornato a disporre di fondi in grado di fare la differenza nello scenario calcistico europeo. In questo senso, l’appoggio del colosso Doyen Sports può essere decisivo: checché se ne dica, il fondo di private equity ha tutte le carte in regola per colonizzare anche il calcio italiano e rilanciare il brand Milan (per ulteriori informazioni chiedere ad Atletico Madrid e Siviglia, che proprio grazie a Doyen hanno raggiunto le vette del football.

E l’Inter? Mancini non ha più scuse. Quella del prossimo anno sarà una squadra sua, non ereditata cioè da gestioni precedenti e libera da qualsiasi impegno europeo. Il tecnico jesino potrà quindi lavorare di più e meglio, consapevole di dover raggiungere necessariamente un posto tra le prime tre in Serie A per riabbracciare la Champions League e ripagare – almeno in parte – le spese di una società già osservata speciale per via del Fair Play Finanziario.
Sono già stati spesi troppi commenti sulle cifre sborsate da Inter e Milan per assicurarsi i giocatori sopracitati: il prezzo lo fa il mercato, non gli opinionisti, e le due milanesi dispongono senza dubbio di dirigenze tanto accorte da poter valutare meglio di chiunque altro il peso economico che comporta ogni spesa. Ciò che conta più di tutto il resto, oggi, è sapere di poter rivedere in tempi brevi luci speciali a San Siro: quelle del grande calcio.