Alessio Romagnoli, fini qui, è stato l’acquisto di punta del mercato del Milan: quasi 30 milioni di euro per strapparlo alla Roma e riportarlo alla guida del suo mentore Sinisa Mihajlovic, che alla Sampdoria lo ha lanciato a grandi livelli.
Nella lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il giovane centrale rossonero, ha parlato anche del suo mister: “Lo trovo migliorato, sotto tanti punti di vista. Umanamente è sempre lo stesso: ti rispetta e ti dice le cose in faccia. Per quanto riguarda il campo, è cresciuto molto. Mi riferisco alla costruzione delle nostre giocate e allo studio degli avversari. I concetti sono sempre gli stessi, ma ha arricchito il suo bagaglio. Roma? Non sono rimasto per diversi motivi. E io e il club abbiamo preferito dividere le nostre strade. Se Garcia mi avesse promesso un posto da titolare penso che non sarei rimasto lo stesso: le promesse non contano, contano i fatti. Milan? Il gruppo è bellissimo, i ragazzi sono umili e uniti. Per convincermi a venire a Milano è bastato un semplice sms. Per le svolte non c’è un’età più o meno giusta. Quando arriva, arriva. E se uno si sente forte, deve dimostrarlo senza paura. So che la gente si aspetta tanto da me”.
Classe ’95, ma tanta fiducia in se stesso, tanto da non temere il peso della cifra investita su di lui: “E’ una responsabilità in più ma non ci faccio caso. Penso solo a dimostrare il mio valore. Voglio meritarmi il Milan per tanti anni. Devo migliorare nella personalità, nella costruzione. Anche nel fisico. Ma ho tempo, fino a 35-36 anni si deve migliorare”. Tanta personalità anche nello scegliere il numero 13: “L’ho chiesta subito perché Nesta era il mio idolo. Ho pensato a lui, non al fatto che avrei aggiunto altre responsabilità. Da piccolo, però, volevo fare il centrocampista. Avevo dentro questo gusto di giocare il pallone. Impazzivo per Zidane, per il suo modo unico di toccare la palla: guardavo sempre Zizou. Poi Tovalieri, nelle giovanili della Roma, mi spostò in difesa. C’erano solo centrocampisti e attaccanti, io ero tra i più alti e mi arretrò”.
“Obiettivo terzo posto? E’ presto per mettere limiti. Ne riparliamo a gennaio. La Juventus ha ancora qualcosa in più, d’altronde vince da quattro anni. Resta un gradino davanti nonostante le partenze di Pirlo, Tevez e Vidal. Sarà fondamentale partire bene, anche perché dopo la trasferta di Firenze e la gara casalinga con l’Empoli avremo il derby. Attaccante più forte? Higuain. E sono curioso di vedere Dzeko”.
Infine, dispensa anche un consiglio di mercato per la sua nuova squadra: “Soriano ci aiuterebbe, perché può fare la mezzala e il trequartista. Ha visione di gioco. Sarebbe un bell’acquisto”.