Milan, Mihajlovic sotto accusa

MihajlovicIl pareggio del Milan contro il Verona ha dimostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la pochezza del gioco rossonero. La deludente prestazione del Milan contro gli scaligeri è culminata in una bordata di fischi provenienti da tutto San Siro. Il tecnico Sinisa Mihajlovic ora è sotto accusa.

Il serbo era arrivato a Milanello nel mese di luglio in sostituzione di Filippo Inzaghi, quest’ultimo considerato dalla dirigenza rossonera inadatto a far risalire il Milan nelle posizioni d’élite. Tuttavia, a differenza del predecessore, Mihajlovic nel mercato estivo ha potuto disporre di un budget di ben 90 milioni di euro, tutti investiti in nomi indicati dallo stesso Sinisa: Romagnoli, Bacca, Bertolacci e Luiz Adriano.

Arrivati ormai alla 16a giornata di campionato le prestazioni della squadra rossonera non sono cambiate: carenza nell’impostazione di gioco, mancanza di un vero regista e giocatori psicologicamente distrutti.

Il tecnico serbo, inoltre, nelle tradizionali interviste post-partita ha quasi sempre cercato delle scusanti: difatti, intervistato in seguito al pareggio contro il Verona, Mihajlovic non ha mai accennato alla pessima e vergognosa prestazione dei rossoneri, bensì ha attaccato l’operato dell’arbitro Valeri, reo di aver fischiato due fuorigioco inesistenti; la società ne ha preso atto ma senza commentare.

Da qui ad agosto abbiamo assistito a continui cambi di modulo e soprattutto di interpreti (nella partita contro il Verona Mihajlovic ha provato anche Niang come esterno destro di centrocampo, ennesimo esperimento non riuscito) e gli ultimi due pareggi, arrivati contro due squadre che lottano per la salvezza (Carpi e Verona, quest’ultima in 16 giornate ha totalizzato la miseria di 7 punti, uno dei quali proprio contro i rossoneri), non possono soddisfare né i tifosi (non passa un giorno che non ci sia una contestazione contro l’ad rossonero, Adriano Galliani) né il presidente Silvio Berlusconi.

Il principale problema del Milan è da ricercarsi nella debolezza psicologica dei giocatori, dimostratisi incapaci di reggere le pressioni di una piazza importante come quella rossonera.

In estate il presidente Berlusconi sperava che “il sergente” Mihajlovic, che tanto aveva fatto bene con la Sampdoria, avrebbe potuto essere in grado di rigenerare l’ambiente milanista e riportarlo ai fasti di un tempo; tuttavia, almeno per ora, la cura Mihajlovic si è rivelata l’ennesimo fallimento di una società completamente allo sbando.

Il Milan negli ultimi 4 anni ha dimostrato una totale incompetenza anche a livello manageriale: difatti l’ad rossonero, Adriano Galliani, ha gestito in modo riprovevole i 90 milioni di euro di cui poteva disporre per il mercato estivo: una follia spendere 50 milioni per Romagnoli e Bertolacci. Galliani ormai non sembra più essere al comando del calciomercato, come accadeva in passato; è inevitabile che la sua figura deve essere affiancata da quella di un direttore sportivo (l’ultimo ds al Milan è stato Braida, quest’ultimo lasciò le redini della società rossonera nel luglio del 2014), consiglio, questo, pervenuto anche dall’ex capitano rossonero Paolo Maldini.

In merito al fattore campo, prima della sosta natalizia ci sarà la gara con il Frosinone, al termine di un trittico che avrebbe dovuto portare a 9 punti e che, al contrario, ne ha regalato soltanto 2 su 6. La certezza è che Mihajlovic è sempre più solo. O si rialza contro il Frosinone o sarà inevitabile cambiare durante la sosta natalizia: tra i papabili alla succesione sono presenti i nomi di Christian Brocchi (traghettatore fino a giugno) e di Cesare Prandelli.