In casa Milan si pensa al match di domenica sera contro la Lazio; dopo la sconfitta con il Sassuolo e il pareggio a reti inviolate con il Chievo Verona i rossoneri non vogliono perdere altri punti importanti.
NOVITA’ IN ATTACCO
Mihajlovic deve fare i conti anche con alcuni dubbi di formazione: le condizioni di Donnarumma sono ancora da valutare e al suo posto potrebbe esserci Christian Abbiati che ha ben difeso la porta rossonera proprio contro il Chievo. A centrocampo ancora out Montolivo con Bertolacci e Poli ad affiancare il giapponese Honda. In attacco, con Menez ancora fuori forma e con un Balotelli che non riesce a convincere il tecnico serbo, il tandem titolare dovrebbe essere formato dal solito Bacca e dal redivivo Luiz Adriano.
ALEX RINNOVA?
Nelle ultime ore da Casa Milan sono circolate voci riguardanti l’offerta di rinnovo contrattuale per il possente difensore brasiliano classe ’82. L’ex PSG, con contratto in scadenza a giugno, sarebbe però più orientato verso il ritorno in Brasile.
ALBERTINI: “BRAVO ABBIATI…”
Dopo il pareggio con il Chievo, Ignazio Abate e Christian Abbiati hanno “rimproverato” i loro compagni e l’atteggiamento sbagliato riportato in questi due match: “Dovevamo entrare in campo con molta più fame come abbiamo fatto nella ripresa dove abbiamo disputato una discreta partita. Non parlo dei singoli – continuava Abbiati a Premium Sport – ma mi infastidisce quando un compagno viene richiamato e questo risponde perché vede il richiamo come una rottura, quando invece è costruttivo. Dobbiamo giocare tutti per vincere, perché se anche uno su undici non ha lo stesso atteggiamento vincente non si ottengono risultati. Questo è mancato nelle ultime due partite”
In merito a questo sfogo, l’ex centrocampista e bandiera del Milan Demetrio Albertini ha espresso la propria opinione, sulle pagine di Tuttosport, dando ragione al suo ex compagno di squadra: “Personalmente mi è piaciuto sia lo sfogo di Abbiati che di Abate, ho visto qualcosa del vecchio Milan. una volta chi gestiva lo spogliatoio aveva un senso di appartenenza unico e chi c’era trasferiva i valori rossoneri ai nuovi arrivati. Il Milan per chi c’era e per chi arriva non era un punto di arrivo ma di partenza. Avevamo l’ambizione che non significava solo vincere lo scudetto, perché quello lo può raggiungere solo la squadra”.