Torna a respirare il Milan e con la vittoria risicata sul Sassuolo si raffredda la temperatura della panchina di Mihajlovic. Il suo Milan è ancora un mistero, la coperta è sempre corta e la squadra sempre poco equilibrata. Difficile capire come sarebbe finita ieri senza il discusso rigore con espulsione alla mezzora però qualcosa di buono, oltre, e non è poco, ai tre punti, si è comunque visto: l’ottimo ingresso in campo di Bertolacci, quello decisivo di Luiz Adriano (che alla fine della fiera ha consegnato già 4 punti fondamentali al Milan in questa stagione nei momenti più delicati), la prestazione di Romagnoli, la solita vena di Bacca, la leadership tecnica di Bonaventura in una squadra a coefficiente quasi zero per quanto riguarda carisma e trascinatori, il debutto del 16enne Donnarumma (al di là del gol subito, più merito dello spauracchio Berardi che demerito suo). Di quest’ultimo punto si è parlato tanto negli ultimi giorni: la decisione di Miha è di quelle coraggiose, impossibile dire se giusta o sbagliata nel breve termine, ma sicuramente ha avuto il coraggio di giocarsi il futuro con i propri uomini e con le proprie decisioni, senza guardare alle carte di identità né tantomeno ai diktat presidenziali (Mexes, il trequartista, le due punte…). Intanto, passata la bufera, siamo certi tornerà stabilmente Diego Lopez tra i pali, come è giusto che sia per un portiere come lo spagnolo che è un valore assoluto non del Milan ma di tutta la Serie A.
A livello tattico, però, cosa rimane da una partita come quella di ieri che ha evidenziato come la squadra ci sia, segua l’allenatore, ma è ancora prigioniera dei propri limiti caratteriali prima ancora che tecnici? Il modulo migliore potrebbe essere il 4-4-2 con le due punte Bacca e Luiz Adriano, accettando però di soffrire l’attitudine troppo offensiva degli esterni e in questo momento è un rischio che va ponderato con attenzione. Nel frattempo arriva il Chievo mercoledì e il Milan deve fare risultato assolutamente per dare serenità, convinzione e qualche certezza a una squadra terrorizzata dai risultati e spesso in balia degli eventi anche quando gioca bene: in più ci sono i tre punti e con un altro bottino pieno la classifica si accorcia sensibilmente e Sinisa lo sa.