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Milan, Filippo Galli: “Ibrahimovic e Maldini? Questa la verità”

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Milan, Filippo Galli: “Ibrahimovic e Maldini? Questa la verità”

Filippo Galli, ex difensore del Milan ed ex allenatore del settore giovanile rossonero, intervistato su Instagram dal giornalista Mauro Suma ha parlato, ovviamente, della sua squadra del cuore.

Sul settore giovanile del Milan: “Una parte di genetica c’è ovviamente, ma di sicuro hanno contribuito le condizioni favorevoli in cui siamo cresciuti. Le abilità venivano affinate negli allenamenti. C’era una qualità del lavoro importante e ha permesso di avere tanti giocatori forti che venivano appunto dal nostro settore giovanile. La società è stata straordinaria”.

Sul calcio di oggi: “E’ troppo importante il contesto in cui ci si esprime, le relazioni che si creano tra i giocatori all’interno del campo. Quando cambiano questi elementi, quel talento, anche puro, magari non riesce ad esprimersi al meglio”.

Su Liedlolhm: “Il Barone era un pozzo di battute. Non capivi mai quando faceva la battuta o era serio. Nessuno l’ha mai capito. Mi ricordo che quando mi sceglieva a marcare il giocatore più fantasioso della squadra avversaria, mi diceva: “Se perdiamo un giocatore come te non è importante, ma se gli avversari perdono uno come Maradona è invece molto importante”. Faceva delle battute incredibili. Tutti gli aneddoti sul casello che dovevamo prendere per San Siro, oppure il numero di palloni esatto da mettere nella sacca degli allenamenti. Vi svelo un episodio: venne rinviata una partita contro la Lazio, che venne spostata a lunedì. Il giorno dopo nella formazione titolare  non c’era Incocciati. Lui chiese spiegazioni al mister che rispose così: “Tu hai giocato domenica”.

Sul presidente Farina: “Ho un ricordo fantastico. Ricordo il primo rinnovo di contratto con lui: mi accolse in sede dopo 6-7 ore che stavo ad aspettare. Mi diede la mano e mi disse: “Ti ho fregato un’altra volta”. C’erano difficoltà dal punto di vista dei risultati sportivi, ma ricordo con gioia quei momenti. Tutto era completamente diverso rispetto ad adesso”.

Sul gol di Hateley nel derby: “Per me è stato un momento particolare. Venivamo da tanti anni senza vittorie nel derby e quel gol fu l’immagine emblematica di quella vittoria e dell’essere milanista”.

Su Tassotti, Baresi e Maldini: “Ricordo quella partita contro il Parma in cui c’era la linea difensiva con me, Tassotti, Baresi e Maldini. Era diventata ormai un sincronismo perfetto. Era questa cosa una delle cose più belle di quel Milan. Sacchi portò delle metolodogie  di lavoro diverse: ci faceva correre tantissimo”.

Sulle parole di Van Basten contro Sacchi: “Van Basten è sempre stato molto schietto e diretto. Quel Milan cercava di dominare la partita attraverso l’occupazione degli spazi e il pressing asfissiante, e quindi Arrigo chiedeva molto anche agli attaccanti. Lui probabilmente quel lavoro non lo viveva in maniera positiva. In ogni caso Sacchi ha portato una rivoluzione: secondo me Marco non voleva neanche essere così lapidario nel giudizio”.

Se è stato vicino a diventare allenatore del Milan: “Se sono stato vicino ad allenare il Milan? Ero a una partita della Primavera con Galliani. A una domanda di un giornalista Galliani rispose che io ero uno dei candidati, ma la cosa fini lì. Io non me la sarei comunque sentita, perchè comunque non avevo un’esperienza tale per sedermi su una panchina così importante. Da quelle parole di Galliani mi sono arrivate tantissime telefonate da parte di persone che poi sono sparite. Poi ho avuto questa esperienza nel settore giovanile che mi ha fatto crescere tanto”.

Sulla marcatura su Platini: “Parlai con Platini di questa cosa, e lui mi disse quando mi vide: “Ah sei ancora qua dietro?”. Anche lui si ricordava quella marcatura. Un giocatore magari vorrebbe essere più partecipe al gioco della squadra, ma anche questo serve al risultato”.

Su Milan-Barcellona 4-0: “Il cinema di Cruyff con il Barcellona? Io ero concentrato completamente sulla partita, ma quelle sue dichiarazioni non mi toccarono più di tanto. Se Baresi e Costacurta non fossero stati squalificati nella semifinale probabilmente non avrei giocato titolare”.

Su Daniel Maldini: “Ha tutte le caratteristiche per essere un giocatore importante. E’ da due anni che non lo seguo più. Vede linee di passaggio che altri non vedono e mi auguro che possa fare una carriera importante. In ogni caso i confronti meglio non farli, che sono solo controproducenti”.

Su Pobega: “E’ un centrocampista molto interessante, di temperamento e con ottimi tempi di inserimento. Mi piacerebbe vederlo dal vivo per costatare quanto sia cresciuto. Da quello che leggo è molto seguito”.

Su Gabbia: “Innanzitutto complimenti al ragazzo: l’esperienza alla Lucchese gli ha permesso di avere più consapevolezza nelle sue doti. Ha iniziato da centrocampista e poi si decise di arretrarlo da centrale perchè aveva un piede interessante e ci permetteva di costruire da dietro. Lui ebbe qualche resistenza, ma poi comprese, oltre al fatto che ha la capacità di applicarsi molto importante. Spero che abbia continuità nella sua crescita”.

Su Brescianini: “A me piace molto. Mi ricordo che andai a Brescia per fargli firmare il contratto. Mezzala bravo nell’inserimento, forse è più tecnico di Pobega. Li farei giocare entrambi”.

Sui ragazzi del settore giovanile: “Ragazzi che non esplodono anche se hanno talento? Nessuno ha la sfera di cristallo. Quando uno sceglie un bambino di 7-8 anni è difficile capire se questo diventerà un giocatore importante, anche se ci sono delle caratteristiche oggettive. Magari non siamo stati bravi noi a farli esprimere al meglio. Ci sono anche alcuni giocatori che arrivano tardi ad alti livelli”.

Su Ibrahimovic: “Le sue dichiarazioni sul futuro? Sinceramente non l’ho lette, in ogni caso queste decisioni vanno prese con la società. Bisogna mettere sul tavolo tutti i pro e i contro e valutare il modo in cui possa essere utile. Ha dato una grossa mano alla squadra e ha permesso di far crescere qualche ragazzo vicino a lui. Anche il lavoro di Pioli è stato importante”.

Su cosa farai grande: “Mi occupo di formazione della Federazione grazie a Albertini che mi ha dato questa opportunità. Partecipo anche a questa selezione per lo sviluppo del settore giovanile e cerchiamo di dare il nostro contributo formativo ai ragazzi , perchè è fondamentale dare loro un percorso formativo di primo livello. Faccio questo lavoro con grande passione e cerco di crescere sempre di più.Il ragazzo deve capire che crescere con determinati valori può essere importante anche per la sua carriera”.

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