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Milan, Conceicao: “La Supercoppa non basta”

Le parole dell'allenatore del Milan

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RAFAEL LEAO PENSIEROSO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Il tecnico del Milan Concecicao ha le idee chiare, i rossoneri non possono esser soddisfatti della vittoria della Supercoppa, per sorridere serve di più, deve esser solo il primo passo.

Le parole di Conceicao

LA CONFERENZA riportate da mediaset

Sull’importanza di tenere i piedi per terra
“Penso che non possa lavorare al Milan chi pensa che basti conquistare una Supercoppa. È vero, abbiamo goduto e meritato, ma siamo a 17 punti dalla testa della classifica. Un club che ha vinto 19 titoli e 7 Champions non può avere la pancia piena con la Supercoppa. Quindi testa al Cagliari: dobbiamo vincere e convincere. La Supercoppa è il passato”.

Sulle emozioni della prima a San Siro
“Chiedo scusa, ma le emozioni non ci sono. C’è l’adrenalina normale di una partita con un club storico, ma durante la preparazione ho troppe cose in testa, non penso a cosa vivrò. Sicuramente prima del fischio dell’arbitro qualcosa sentirò, non sono una pietra… ma il mio pensiero principale è preparare al massimo i ragazzi”.

Sulla fascia di capitano
“Tutti i giocatori devono prendersi le proprie responsabilità, il massimo leader sono io. Ognuno ha le proprie responsabilità, non mi vedrete creare polemiche sul capitano o non capitano”.

Sulla reazione di Theo e Leao
“Cambiando lo staff, già c’è qualcosa di diverso. Io so come vanno le cose essendo stato calciatore, ma poi devi dimostrare il tuo modo di lavorare a cui i ragazzi devono credere. Una bella cosa che ho trovato qua è l’accettazione di tutto quello su cui abbiamo lavorato, sui cambiamenti anche a livello organizzativo e questo mi lascia veramente contento. Ho trovato uno spogliatoio molto positivo”.

Sul mercato
“Devo dire la verità: la dirigenza ha provato a parlarmi di questo tema, ma il momento era sbagliato perché avevamo partite importanti. Non è il momento giusto, so che è importante e dobbiamo parlarne, ma in questo momento la cosa più importante per me è la partita col Cagliari, il giorno dopo forse avremo tempo di parlare anche di questa cosa, che sicuramente è importante”.

Su Rashford
“Rashford è un bel giocatore, come ce ne sono tanti altri. Vedremo”.

Su Loftus-Cheek ed eventuali rotazioni
“Ruben fisicamente non è al top. Non ci sarà domani per la partita. Ha avuto una ricaduta, mi dispiace perché stava crescendo dal punto di vista fisico. Per me partono tutti sullo stesso livello. Giorno dopo giorno vedrò in allenamento, dipende anche dalla strategia che ho per ogni partita, chi può partire dall’inizio e chi invece può dare una mano dalla panchina. Nessuno è un titolare assoluto, tutti devono lottare per un posto in squadra”.
Sulla scelta del modulo
“Quello che conta è avere un buon equilibrio per la squadra, sia con la palla che senza palla. Oggi col centrocampo a 3 la squadra può sembrare un po’ più sicura. Ma poi, quando avremo una conoscenza maggiore, mi piacerebbe giocare anche con due punte. Si deve lavorare però, serve un po’ più di tempo. Poi durante la partita io cambio eh, sono qua per quello e mi pagano per quello…”.

Sulla posizione di Leao
“Rafa deve correre: esterno o davanti deve correre. Deve imparare ad aiutare anche senza palla: il processo è collettivo, non individuale”.

Sulle difficoltà con le piccole
“Il giorno dopo Riad ho parlato di Real Madrid-Milan e del confronto con Cagliari-Milan. Certi atteggiamenti non vanno bene. Non si deve cadere, ma continuare sulle belle cose fatte. Certo, non si può giocare sempre così bene, ma comunque la base ci deve essere”.

Sull’apprezzamento dei tifosi nei suoi confronti
“Ogni allenatore ha le sue idee e i suoi metodi di lavoro, poi è il risultato che comanda. Non è che io ho la formula magica, perché se poi i risultati non vengono, quello che paga è l’allenatore. Proverò a far sì che ciò non accada. Qua abbiamo un grande staff, quando un giocatore alza la mano accorrono in tre e magari stava solo salutando… Siamo troppo coccolati”.

Su come ha avuto l’appoggio dello spogliatoio
“C’era anche l’orgoglio dei giocatori in ballo. Anche se le regole sono cambiate, c’è stata accettazione, umiltà, anche se alcune di queste vanno contro le abitudini dei giocatori. Ho avuto una risposta fantastica”.

Su come gestire il trionfo in Supercoppa
“Una delle cose che non sono andate secondo me nel derby è che abbiamo commesso degli errori sul pressing. Ci sono tante cose che vanno migliorate, senza dubbio. Il modo giusto di vivere un successo è pensare che ce n’è un altro davanti a noi che è molto più importante. Io ho goduto, ho anche ballato, ma già in aereo al ritorno pensavo alla partita di domani”.

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