Milan, Brocchi: “Anche Sacchi ha avuto un inizio difficile”

Il tecnico del Milan Cristian Brocchi è determinato, la volontà di dimostrare di esser da Milan è grande. L’allenatore rossonero parla alla vigilia della sfida con il Frosinone, tanti i temi trattati dal mister milanista. Brocchi ha parlato delle difficoltà ricordando che anche un certo Sacchi partì male alla guida dei rossoneri.

Le parole di Brocchi come riportate da sportmediaset:
Sensazioni sulla sfida contro il Frosinone
“Il primo pensiero è di trovare una squadra che ha la voglia di rivalsa come mi ha mostrato in allenamento in settimana, dove mi ha dato segnali positivi. Farei fatica a trovare 4-5 giocatori che non mi sono piaciuti da questo punto di vista. La speranza è che domani riescano a mettere in campo l’atteggiamento positivo visto in settimana, senza avere gli stessi problemi avuti in altre partite. Il perchè di quello che è successo è chiaro: nei momenti di difficoltà è una squadra che si disunisce e cerca con il valore del singolo di risolvere un problema”.

Le difficoltà del Milan sono figlie delle sconfitte degli ultimi anni?
“Può essere. Il problema è quello di non sapere reagire. Tutte le squadre hanno momenti di sofferenza in alcuni momenti nell’arco di una partita, ma le squadre che ragionano da collettivo riescano ad uscire. Ognuno dei nostri giocatori vuole risolvere il problema da solo e non con i compagni. Questa è la chiave tattica che ha fatto sì che il Verona creasse così tante occasioni. Dobbiamo essere compatti”.

Squadra in difficoltà con il cambio di modulo?
“No, non mi sta venendo la tentazione di cambiare modulo. Nel sistema di gioco che voglio portare ci vogliono degli equilibri, indipentemente dal modulo. Se ci troviamo in un 2 contro 3 significa che qualcuno ha sbagliato qualcosa. Non è un errore di sistema di gioco, ma è un errore di conoscenza singola”.

Sul poco tempo e le difficoltà
“Tutti i grandi allenatori hanno difficoltà iniziali, Sacchi, Guardiola, lo stesso Sarri che ci ha messo 2 mesi e mezzo perchè la squadra iniziasse a giocare così. Detto questo, per me non deve essere una giustificazione. Io sto cercando di dare qualcosa di mio alla squadra e studiando calcio da 5 anni ho un’idea di calcio fortificata. Io preferisco guardare il Barcellona e il Bayern Monaco o se vogliamo vedere qualcosa di più vicino a noi mi piace vedere il gioco del Napoli, del Sassuolo e dell’Empoli. Però se andiamo a valutare i risultati, Di Francesco è stato esonerato e poi è stato richiamato e ora sta ottenendo risultati. Nella mia idea di calcio non voglio vedere una squadra che giochi solo in ripartenza, ma che si divertano a vedere la partita. Non è presunzione, è la mia idea di calcio. Se ce la farò non lo so, ma è una mia idea”.

Si è pentito della scelta di allenare il Milan dopo così poco tempo?
“Se un capo prospetta un ruolo di massimo livello come fai a dire no? Tutti gli allenatori vengono criticati, solo Allegri ora non è criticato, ma è stato criticato anche lui in questa stagione. Io ho le mie idee, ho iniziato a percorrere questa strada qua e lo farò sia che rimarrò in questa squadra come mi auguro anche la prossima stagione, sia che andrò da altre parti”.

L’ha sorpresa Honda come trequartista?
“Non mi ha sorpreso che lui sia stato uno dei più positivi. Mi sorprendeva molto di più il fatto che qualcuno dicesse che non lo avrei considerato. Non c’è un giocatore che non considero, ho bisogno di conoscerli a 360 gradi. Lui è un professionista esemplare, ha un’intelligenza di un livello superiore ed è un ragazzo eccezionale”.

Su Balotelli.
“Basta dire che ha poco tempo, deve continuare a fare quello che ha fatto in settimana e da quando sono qui. Ha sempre mostrato di avere voglia, si è sempre allenato bene. Adesso non deve pensare all’ultima opportunità, ma solo alla prossima partita, la speranza è che possa sbloccarsi presto”.

Domani preferisce il gioco o il risultato?

“Il risultato è troppo importante in questo momento. In Italia è al numero uno. La regola numero uno è ottenere i tre punti. Con questo non vuol dire che chiederò alla mia squadra di stare tutti arroccati cercando di vincere con un episodio. Cosa che non è mai stata nell’indole della squadra neanche quando giocava con moduli diversi”.

Senza l’Europa League si può parlare di fallimento?

“Sì, sarebbe un fallimento collettivo, quindi anche mio. Siamo sempre qui a lavorare, io e il mio staff stacchiamo per le 8-9 ore in cui andiamo a casa”.

Un commento su Bacca e la sua passione per le rabone.

“Come faccio a porre un limite a un giocatore che mi dice che è un gesto naturale. E’ normale che a Verona se avesse dato un pallone dentro avrebbe segnato a porta vuota un compagno, ma un attaccante in quella posizione spesso calcia. Viene criticato tanto, ma 15 gol non mi sembrano pochi. La speranza è che possa riprendere a fare gol importanti”.

Su Berlusconi. 

“Il momento è difficile per tutti, è normale che ci siano a volte delle delusioni che ti portano a fare certe considerazioni, ma ribadisco che il responsabile dei giocatori sono io e se la squadra non fa quel che chiedo la responsabilità è mia. Il Presidente vuole vedere un Milan diverso, che vince e nonostante le critiche che gli piovono adesso nessuno ama il Milan quanto lui e credo sia una cosa indiscutibile”.

I tifosi sono sul piede di guerra

“Sapete qual è la differenza tra giocare nel Milan o in altre squadre? Saper reggere San Siro, persino nei momenti belli. E’ un posto unico, quando ci giocavo avevo la pelle d’oca, ma è molto difficile. Non possiamo pensare che i tifosi adesso siano felici e propositivi, dobbiamo essere noi, attraverso il gioco, a fargli cambiare idea. Devono vedere una squadra combattiva, competitiva”.

I giocatori a sua disposizione possono supportare la sua idea di gioco?
“Faccio un esempio nel calcio italiano. L’Empoli e il Sassuolo hanno top player? No. Hanno velleità diverse dalla nostra, è vero, ma giocano un calcio divertente, non tutti dietro la palla e ripartenze. Se guardi una loro partita, ti diverti, giocano un calcio di qualità, perchè il Milan non lo può fare? Bisogna credere davvero di essere sulla strada giusta, ci devono credere soprattutto i giocatori, stiamo facendo un percorso”.

Le voci sul futuro della società.
“Se fossi un giocatore del Milan, con tutto il rispetto per la società, adesso penserei solo al campo. L’unica cosa che possono fare i giocatori è provare a dare credibilità sul campo, tutto il resto è in mano a persona designate per occuparsi di certe cose. I giocatori devono pensare solo al campo adesso”.