Mexes: “Un derby condiziona la stagione. Con De Rossi è tutto più sereno”

Le parole dell'ex giallorosso a Centro Suono Sport.

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PHILIPPE MEXES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI/KEYPRESS )

Philippe Mexès, ex calciatore di Milan e Roma, ospite di Roberta Pedrelli e Luca Iannini a Calcio e Pepe su Centro Suono Sport 101.5. Di seguito le parole dell’ex difensore francese:

Sei venuto recentemente allo stadio e sei molto legato alla Roma, come vivevi il derby?

“15 anni i derby erano molto più pesanti. I romanisti soprattutto la sentiva e condizionava tutta la stagione. Qualora avessi portato a casa un risultato negativo al ritorno eri costretto a fare un risultato positivo, altrimenti era pesante anche per noi. È una sfida importante.”

La difesa della Roma: chi faresti giocare in un match così caldo?

“C’è uno più bravo di me che è Daniele e sta facendo molto bene, così come i giocatori. Domani chiunque giocherà dovrà dare il massimo. Huijsen è bravo, giocare queste partite fa esperienza.”

In una vecchia intervista hai definito la piazza romana “più umana” rispetto a quella rossonera, ti volevo chiedere qualche spiegazione in più?

“Sono arrivato a Roma a 21 anni. Sono cresciuto grazie all’AS Roma. Spalletti riuscì a creare un bel gruppo, anche se abbiamo vinto poco: una Coppa Italia, una Supercoppa. Roma è una piazza unica. A livello affettivo sono stato bene.”

Qual è stato l’attaccante più forte marcato in Italia?

“Francesco Totti, un grandissimo leader. Ho sofferto parecchio Trezeguet. Gli attaccanti prima erano più forti, soprattutto a livello di nomi.”

Ci fu un’amichevole tra Roma e Juve con delle discussioni con Nedved. 

“Complice il passato, ma è tutto rimasto lì. Ciò che succede in campo deve restare in campo.”

Tiene banco il discorso capitano. Avendo giocato sia con De Rossi che con Totti, quale differenza tra i due?

“Daniele è più un leader, più motivatore. A Francesco bastava uno sguardo. A lui non piaceva parlare, è timido e riservato.”

La gioia più grande vissuta con la Roma?

“Il ricordo più bello è il gol in finale di Coppa Italia contro l’Inter. La qualificazione contro il Lione in Champions, poi Madrid.”

Vero che Capello ti spiegò dove farti giocare con un gioco di bicchieri a pranzo?

“Sì, vero. C’era Capello a pranzo che mi spiegava. Il giorno dopo, poi, ha firmato con la Juventus.”

Che cambiamento hai visto tra la gestione di Mourinho e di De Rossi. Ad esempio, Pellegrini, che sembra ritrovato, è importante il rapporto con l’allenatore.

“La fascia è importante, soprattutto dopo Francesco. Sta facendo bene. Sono stato a novembre con Mourinho, ma l’atmosfera era pesante. Con De Rossi è diverso, è tutto più rilassato. Daniele ha portato serenità.”

Il compagno di reparto con cui hai avuto maggiore intesa?

“Juan, ma anche con Burdisso. Con Chivu, che è stato un buon giocatore. Cassetti, Tonetto, Pizarro, Perrotta, Vucinic e altri calciatori con cui ho condiviso tanto.”

Il più forte calciatore con cui hai giocato, escluso Totti.

“Thiago Silva. Gran difensore. Poi, Ibra, un giocatore che ti fa vincere. Lui ha l’indole, è perfetto in questo ruolo.”