Medaglia azzurra: lo storico bronzo nel calcio ad Atene 2004

Pirlo fuoriquota, Gilardino goleador e l'Italia di Gentile con la medaglia al collo. Da Atene a Pechino, poi il buio.

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Generazione di Bronzo: gli azzurri di Atene

Tra i tanti sport in cui saremo protagonisti a Parigi non ci sarà il calcio. Beh, a dirla tutta non sembra una novità, dato che l’ultima apparizione risale a diverso tempo fa, addirittura a Pechino 2008. Non proprio un buon biglietto di visita per l’Italia del pallone, a conferma del trend non entusiasmante in altre competizioni, anche più rilevanti, di specialità. Le Olimpiadi, tuttavia, fanno riecheggiare dolci ricordi, seppur più rari, anche nel calcio. Non a caso, il rimando è all’ultima spedizione azzurra di livello, quella dell’Italia di Gentile ad Atene 2004, arrivata all’appuntamento da Campione d’Europa Under 21 in carica. Bene, prima di arrivarci, bisogna fornire qualche nome, che da lì a qualche anno vedremo costantemente in maglia azzurra, su tutti Andrea Pirlo, convocato da fuoriquota insieme a Pelizzoli e Ferrari, Daniele De Rossi, Alberto Gilardino e Marco Amelia, che soli due anni dopo, più su, in Germania, conquisteranno la quarta Coppa del Mondo, o Giorgio Chiellini, il secondo capitano della storia della Nazionale ad aver alzato al cielo un Europeo, appena tre anni fa, o i vari Sculli, storico attaccante del Genoa, o Bovo, Bonera, Donadel e tanti altri. L’Italia parte per la Grecia dopo la cocente delusione portoghese di EURO 2004, con la consapevolezza, data anche dai grandi risultati raggiunti, di avere un ottimo settore giovanile, pronto a dare soddisfazioni in campo internazionale, e così sarà. Gli azzurri affrontano il Ghana nella prima gara del girone, ma sono costretti a fermarsi sul due pari, in rete Pirlo, che due anni dopo segnerà il gol del vantaggio nella gara d’esordio ai Mondiali proprio contro le Black Stars, e Gilardino, protagonista di una grande Olimpiade; per gli africani, uno dei due gol è siglato da una conoscenza del calcio italiano, l’ex calciatore di Juventus e Udinese, Stephen Appiah. La seconda sfida è già decisiva. Davanti c’è il Giappone, sconfitto nella prima partita dal Paraguay. Gli azzurri partono fortissimi e trovano tre reti, e un vantaggio difficile da colmare, già nella prima frazione di gioco, in gol De Rossi e Gilardino, autore di una doppietta. I nipponici rientrano in campo con un’altra testa e accorciano le distanze: finisce 2-3. Nonostante la sconfitta nella terza giornata del girone, però, arrivata contro il Paraguay, che chiude in testa al gruppo, l’Italia raggiunge la fase ad eliminazione diretta. Ai quarti c’è un’altra africana: il Mali, che ha concluso al primo posto il Gruppo A, davanti alla Corea del Sud, al Messico e ai padroni di casa della Grecia. Le Aquile si rivelano un avversario ostico e portano la sfida ai supplementari. A cinque dal termine arriva una punizione per gli azzurri. Sul pallone, al solito, c’è Andrea Pirlo. Il centrocampista bergamasco mette una palla precisa, al centro d’area, e trova Cesare Bovo pronto ad angolarla di testa e metterla alle spalle del portiere: l’Italia è in semifinale e vede davvero una possibile medaglia. Penultimo atto e avversario tutt’altro che semplice: l’Argentina. Al Pireo l’Albiceleste non ci perdona e disintegra i ragazzi di Gentile, imponendosi con un netto 3-0, una vera e propria lezione. Le reti sono di un certo Carlos Tevez, altro nome destinato a riecheggiare nei corridoi del calcio italiano, e dei due González, Lucho, stella del River Plate e del Porto, e Mariano, che dalle parti di Palermo ricorderanno senz’altro. Non è tutto da buttare. Arrivare a giocarsi una medaglia non è da tutti, consci del fatto che dall’introduzione delle nazionali giovanili all’appuntamento olimpico non eravamo mai giunti a prenderne una, e dato che l’ultima, prima di Atene, era stata conquistata a Berlino, nel 1936. Finale terzo posto contro l’Iraq, battuto in semifinale, a Salonicco, dal Paraguay. La partita si mette benissimo. Pirlo, dopo 8’, prende palla ed entra in area, e porge un cross morbido trova a Gilardino che deve solo toccarla per infilare il portiere iracheno, quarto gol del torneo per l’attaccante del Parma. Gli asiatici non sono mai pericolosi, l’Italia va vicina al raddoppio con una punizione di Pirlo, ma tutto si conclude con un nulla di fatto. L’Italia conquista uno storico bronzo, il primo (quello di Amsterdam 1928 era stata raggiunta dalla Nazionale maggiore). Da quel momento, dopo una breve parentesi data dai quarti di Pechino 2008, solo assenza. Segnale, senza ombra di dubbio, davvero allarmante.