Mazzarri, è l’ora della verità. E se non vince contro il Napoli…

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Era scontato. L’hashtag #Mazzarrivattene impazza sui social network già dall’anno scorso e le sconfitte schiaccianti con Cagliari e Fiorentina hanno dato il via al tormentone: alcuni dicono che in caso di sconfitta con il Napoli a San Siro il tecnico toscano verrà esonerato, altri sostengono che in ogni caso non mangerà, come si suol dire, il panettone, qualcuno invece vede un Mazzarri sulla panchina dell’Inter fino alla fine del campionato con la successione prevista per la prossima estate. L’indonesiano Thohir, da parte sua, ha affermato che “Mazzarri merita una chance” e proprio su questo punto ci si deve interrogare: si tratta di fiducia incondizionata o quella chance è intesa come ultima possibilità in cui l’Inter deve vincere contro il Napoli? Interpretazioni a parte, la verità è che Mazzarri non ha mai fatto innamorare il pubblico nerazzurro e nemmeno la nuova proprietà guidata da Thohir. L’indonesiano, non è un segreto, aveva pensato ad un cambio di guida tecnica già l’estate scorsa: Mazzarri non è mai stato un suo pupillo non tanto per questioni strettamente tecniche, quanto per lo scarso appeal del tecnico ex Napoli rispetto ad altri allenatori in voga in questo momento.

D’altronde Mazzarri non è famoso per il gioco scintillante espresso dalle sue squadre, che al contrario fanno del pragmatismo e della concretezza le proprie armi migliori. Ma ha prevalso Piero Ausilio, che ha optato per la continuità, condita tra l’altro dal rinnovo fino al 2016 per Mazzarri, arrivato proprio in estate: iniziare una stagione con il tecnico in scadenza, si sa, non è il massimo. E adesso? Cacciare Mazzarri costerebbe circa 10 milioni di euro ed è per questo che non sarebbe una mossa a cuor leggero. Roberto Mancini, tecnico di alto profilo europeo e ben voluto dal popolo nerazzurro, chiederebbe un ingaggio stellare e, soprattutto, investimenti che oggi come oggi all’Inter non sono possibili. Poche, pochissime speranze anche per Andrea Stramaccioni, oggi tornato in auge dopo qualche bella prestazione alla guida dell’Udinese. Simeone, invece, almeno fino alla fine della stagione è ancorato saldamente alla panchina dell’Atletico Madrid. Resta il nome di Walter Zenga, che più volte ha parlato dell’Inter come di un sogno che si avvererebbe. In passato, il problema sembra essere sempre stato personale, con Massimo Moratti. Zenga, infatti, pare molto legato umanamente a Beppe Bergomi e Riccardo Ferri, compagni dello scudetto dei record del 1989, ma entrambi in rapporti non idilliaci con Moratti, che a loro ha sempre chiuso le porte di un eventuale ruolo dirigenziale o tecnico in nerazzurro. Oggi, questo problema è ridimensionato dalla presenza di Thohir. Ma su Zenga, in ogni caso, rimane qualche dubbio di natura tecnica. L’unica realtà è che Walter Mazzarri, contro il “suo” Napoli, si gioca la partita della vita o più precisamente la partita fondamentale a scongiurare il primo esonero della sua carriera.