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Mauro il predestinato

Icardi

Ha risolto, praticamente, da solo il match contro la Juventus con un gol di testa perfetto ed un assist al bacio per Ivan Perišić. Con una doppietta aveva sistemato (anche se nel recupero) la pratica Pescara nel turno precedente e con un altro suo gol aveva raddrizzato la partita casalinga contro il Palermo che avrebbe potuto rappresentare il secondo stop in due partite di campionato.

Mauro Icardi il predestinato

Stiamo parlando di Mauro Icardi, numero 9 e capitano di questa Inter che con la vittoria importantissima di domenica sembra aver fatto tornare il sereno in casa nerazzurra dopo un avvio di torneo al rallentatore, condito con la tremenda sconfitta di Europa League in casa contro l’Hapoel Be’er Sheva. La vittoria interista mancava in casa contro i bianconeri dal 16 aprile 2010 mentre la sconfitta bianconera è arrivata dopo un filotto di sette risultati utili consecutivi tra campionato e coppe varie, per un totale di tre sconfitte complessive dall’inizio del 2016 a oggi.

MAURITO CUORE INTER

Di Icardi si è scritto e detto tanto: capitano con la testa sulle spalle, ventitre anni e una personalità da calciatore navigato, una precisione sotto porta importante per un ragazzo già alla sua quinta stagione in Serie A ed un futuro davanti a sé roseo, anzi…nerazzurro.

Maurito ed il gol, un amore nato nei campi di Rosario, la Mecca del calcio in Argentina avendo dato i natali agli allenatori César Luis “el flaco” Menotti, Marcelo “el loco” Bielsa e Gerardo “Tata” Martino, e ai calciatori Angel di Maria, Ezequiel Garay, Maxi Rodriguez, al compagno di squadra di Icardi, Éver Banega e, sopratutto, Lionel Messi. Un predestinato in una città di gente che ha scritto (e sta scrivendo) la storia del calcio argentino.

Di Icardi spaventano (in positivo) i numeri: da quando è arrivato in Italia, ha giocato due stagioni con la Sampdoria (una stagione in Serie B e l’anno dopo in Serie A) venendo subito riscattato dal sodalizio blucerchiato dal Barcellona e dall’estate 2013 è approdato incamiseta nerazzurra. Oggi Icardi è il leader di questa Inter, nonché il capitano ed il giocatore fondamentale.

E, come detto, i numeri non mentono mai: quattro partite di campionato finora, quattro reti ed un assist per un totale di 110 partite, 56 reti e sedici assist. Con l’aggiunta di aver vinto la classifica marcatori nella seconda stagione con 22 reti, alla pari di Luca Toni, permettendo ad un interista di rivincere, dopo sei anni, la classifica dei bomber (l’ultimo fu Zlatan Ibrahimovic). Con la maglia della Samp aveva vinto anche la classifica marcatori del torneo Primavera.

E da quando gioca in Italia Mauro Icardi ha una certezza: almeno un gol alla Juventus lo segna sempre. E, ancora una volta, i numeri non mentono: quattro in campionato con i nerazzurri e ben tre in due partite con la Sampdoria. Non c’è che dire: Icardi quando vede il bianconero si trasforma quasi come se avesse un conto in sospeso con la Vecchia signora.

Dopo la querelle di questa estate (Icardi si disse vicino a Napoli e Juventus), il capitano interista sta prendendo per mano l’Inter e, grazie ai gradi guadagnati sul campo, si sta imponendo come un giocatore maturo e con le sue giocate (e i suoi gol) la Beneamata ha tutte le carte in regola per tornare in Champions League, competizione da cui manca da cinque stagioni. E, perché no, sperare di fare uno sgambetto alla Juventus e crederci fino alla fine per vincere lo scudetto.

ICARDI E L’INTER, AMORE CON CLAUSOLA MILIONARIA

E per far tornare l’Inter grande, la nuova dirigenza cinese ha pronto il rinnovo del giocatore con un quinquennale con clausola rescissoria di 100 milioni di euro rivolta solo ed esclusivamente alle squadre straniere: Icardi vale come i coetanei Paulo Dybala, Harry Kane, Romelu Lukaku, Alvaro Morata e Kevin de Bruyne, non proprio gli ultimi arrivati.

Deve ora cercare di mettere in difficoltà il Ct argentino Edgardo Bauza che non lo ha ancora considerato: a oggi Icardi ha collezionato una sola presenza con la Nazionale albiceleste (risalente addirittura al 16 ottobre 2013 contro l’Uruguay giocando solo 7 minuti). E anche se davanti a sé ha giocatori di spessore (Higuain, Aguero, Messi, Pratto e Correa), fa specie vedere Icardi non convocato anche perché ha tutto dalla sua parte.

Se con la Selección si parla al condizionale, con l’Inter si parla invece di presente e futuro: segnando il più possibile per aumentare le sue statistiche, portare de Boer lontano dalle critiche e cercando di avvicinare la squadra a quel tricolore che dalle parti della “Pinetina” manca da ormai sei anni.

Ci riuscirà l’Inter a tornare al vertice del calcio italiano? Non è dato sapersi ora, fatto sta che con un Icardi in questa condizione qualche certezza in più c’è.

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