Marchisio: “Il recupero di Barella è stato fondamentale”
Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus e della Nazionale, ha risposto ad alcune domande dell’inviato per SportPaper, Samuel Tafesse, alla Milano Football Week, evento organizzato da La Gazzetta dello Sport.
Ieri buon esordio della Nazionale, nonostante qualche sofferenza finale.
“Buon esordio, grande maturità dopo il gol preso e buona qualità nei movimenti da parte tutti gli interpreti, anche di chi ha avuto un po’ di difficoltà, come Pellegrini e Frattesi, comunque determinanti nel gioco per la squadra e nella creazione degli spazi. Il recupero di Barella è stato fondamentale, non solo per il gioco di Spalletti. Lui è uno di inserimento, oltre a dare una mano Jorginho in mezzo al campo, che ha la giocata per sbloccare le partite, come fatto ieri da fuori area”.
Giovedì c’è Italia-Spagna, che partita ti aspetti, sarà una gara diversa?
“Diversa, difficile perché si alza il livello. Son queste le partite da giocare per cercare di passare il turno e provare ad arrivare nelle fasi che contano di più. La Spagna è forte e può far male a chiunque”.
Tra le note positive c’è stata quella di Federico Chiesa, che potrebbe essere un punto fondamentale nella nuova Juve, ti chiedo del giocatore e del progetto Thiago Motta.
“Il progetto Thiago Motta non è ancora iniziato, aspettiamo. Auguro lui una grande avventura. A Chiesa auguro un grande Europeo e che possa far parte del progetto Juve”.
Il miglior Barella è più forte del miglior Marchisio?
“Ho sempre amato Nicolò (Barella, ndr) e lo ammiro dentro e fuori dal campo. Con il passare delle stagioni ha acquisito una maturità incredibile, è uno dei centrocampisti più forti d’Europa, lo ha dimostrato nell’Inter e lo sta dimostrando in Nazionale. Mi auguro possa stare su questi livelli per tutto l’Europeo”.
In chiave Juve, cosa non è funzionato nella passata stagione, dato che si è parlato tanto di responsabilità dell’allenatore?
“Le responsabilità, quando ci sono stagioni non positive, vanno divise equamente tra società, giocatori, allenatore. Non bisogna dar le colpe al singolo. La Juventus ha chiuso con un trofeo, la Coppa Italia, importante per quei giocatori che ancora non avevano vinto, e bisogna ripartire da lì e dal progetto di Thiago Motta, a cui auguro buona fortuna”.