Manuel Neuer il vincente
Quando si era ragazzini e si giocava a calcio all’oratorio o ai giardini, il più scarso andava in porta. Peccato che posizionare l’amico scarso in porta significasse prendere gol e perdere una partita: una cosa che quando si è ragazzini non si valuta perché si pensa solo e soltanto a vincere ed apparire più forti degli altri.
Non sappiamo se durante il tempo dell’oratorio e delle partite al parco Manuel Neuer fosse così scarso da essere scaraventato in porta. Fatto sta che oggi, senza se e senza ma, il portiere del Bayern Monaco è il più forte del Mondo nel suo ruolo. E non solo perché è l’estremo difensore della squadra neo campione d’Europa.
Classe 1986, con la vittoria della Champions League domenica sera a Lisbona, Manuel Neuer è diventato uno dei portieri più vincenti della storia del calcio. Ma sono anni che si dice che il numero 1 di Gelsenkirchen sia il più forte di tutti: lo si era capito durante la premiazione del Pallone d’oro 2014, quando, dopo otto anni, riuscì a portare la figura del “portiere” sul podio del premio di France Football: si classificò al terzo posto dietro a Lionel Messi e al vincitore Cristiano Ronaldo e fu il primo tedesco a salire sul podio dai tempi dei due terzi posti di Oliver Kahn nel 2001 e nel 2002. Guarda caso, una colonna del Bayern Monaco a quei tempi ed oggi un metro di paragone per lo stesso Neuer. Inoltre, il portierone tedesco è stato nominato miglior portiere dell’anno dal 2013 al 2016 e (quasi sicuramente) lo sarà anche questa stagione.
Sin da quando ha iniziato con il professionismo, si era capito che Manuel Neuer aveva del talento: prima nello Schalke 04, la squadra della sua città (in cui militò sei stagioni, vincendo una Coppa di Germania ed una Supercoppa di Germania), poi nel Bayern Monaco. E tra il 2011 e la vittoria di domenica a Lisbona, Neuer ha vinto otto scudetti consecutivi, sei Coppe di Germania, quattro Supercoppe di Germania, due Champions League, una Supercoppa UEFA, un Mondiale FIFA e per, per chiudere in bellezza, la vittoria del Mondiale brasiliano del 2014. Quello del Mineraizo e della Mannschaft che in semifinale rifilò un sonoro 7-1 ai verde-oro.
Dal 2017 capitano dei bavaresi dopo l’addio di Phil Lahm, Neuer è stato anche capitano dello Schalke 04 solo che non appena passò a Bayern Monaco da idolo divenne un reietto e la curva della squadra della Renania Settentrionale-Westfalia non gli perdonò mai il passaggio. Anche a Monaco di Baviera non fu molto apprezzato all’inizio, salvo poi far ricredere tutti, visto che se il Bayern Monaco è diventato quello che è diventato negli ultimi dieci anni, lo si deve anche allo stesse Neuer e alle sue parate.
Manuel Neuer, da buon tedesco, è una certezza ed in questa stagione dire che è stato superlativo è forse riduttivo: cinquantuno partite giocate (sulle 52 totali giocate dal Bayern Monaco), 49 gol subiti, ben ventidue clean sheet (partite senza subire gol) con una media di un gol incassato ogni 1,04 partite. E nella fase ad eliminazione diretta di questa Champions League, il Bayern Monaco ha segnato 19 reti e ne ha subite solo tre in cinque partite, vincendo anche tutte le partite della manifestazione, dalla fase a gironi alla partita del “da Luz”: undici partite giocate, undici vittorie, 43 gol realizzati, otto subiti.
Domenica, inoltre, ha impedito il gol agli avversari, ponendosi sempre preciso nelle parate, ovvero andando incontro all’avversario, abbassandosi, allargando le braccia e parando anche con i piedi.
Meritatamente, i bavaresi hanno vinto la loro sesta Champions League, la terza nel XXI secolo: nel 2001 la alzò Effenberg, nel 2013 Lahm, nel 2020 Neuer.
Non c’è nulla da dire: su Neuer c’era tanta hype dieci anni fa e questa hype l’ha tutta confermata, diventando un esempio ed un modello da seguire per tanti giovani portieri. Come lo era ai tempi Gianluigi Buffon, oggi lo è Neuer.
Neuer è stato sempre decisivo e da quando è anche il capitano della Nazionale e del Bayer sembra esserlo ancora di più. E poi il fatto che gioca spesso avanzato lo rende un portiere moderno e capace con i piedi, alla faccia di chi metteva in porta i più scarsi.
Neuer è il tipico tedesco: preciso, attento, rigido, robotico, riflessivo, solitario ed in campo è freddo, usa bene i piedi, è veloce, reattivo e sicuro. Uno che in un’intervista aveva detto che dal suo ruolo dipendono le sorti della squadra e che tutti i compagni sanno che dovranno sempre contare su di lui e lui non dovrà mai deluderli.
Poi c’è chi preferisce Kaylor Navas e Alisson, Courtois ed Ederson, Oblak o ancora lo stesso irriducibile Buffon (che ha otto anni in più del fenomeno di Gelsenkircher), ma su una cosa tutti sono concordi: come Manuel Neuer, oggi nessuno.