Rocchi: “Tutti devono conoscere il regolamento”
Intervenuto all’Hotel Hilton di Roma, in occasione della fine dell’ultimo giorno di Calciomercato, Gianluca Rocchi, ex arbitro di calcio e dirigente arbitrale italiano, dal 3 luglio 2021 designatore arbitrale per i campionati di Serie A e Serie B.
Queste le sue parole: “Chi partecipa ad un gioco, (calciatori compresi) non ha mai letto il regolamento del gioco del calcio. La colpa è nostra, devi leggere e studiare il regolamento. Questo crea una differenza di vedute diverse. Amo la giurisprudenza, e chi va in campo ragiona su consuetudine. Le regole sono 17 e il fallo il calciatore lo conosce perché è consuetudine, questo è il primo messaggio che vi do. Fate studiare le regole Il risultato passa attraverso le regole. Se mi contestano una decisione l’arbitro lo difendo con una facilità estrema. Massa ha diretto Spezia Fiorentina con 43′ effettivi su 90′. 20 minuti di gioco diversi rispetto alla sfida con il Milan sono troppi. L’arbitro è cronometrista ma la partita la fanno sempre i calciatori. In una partita l’arbitro deve fare 4′ minuti di recupero, sempre. E’ chiaro che se poi c’è un infortunio tutto va recuperato ma è sempre a discrezione dell’arbitro. Orsato ha fatto benissimo Napoli-Roma ma gli arbitri più bravi si appoggiano ai collaboratori, la gara di domenica è stata svolta bene da tutti. Oggi la fortuna è quella di avere la tecnologia che rimedia ad un errore”.
Sul Var: “Può intervenire in una rete ed è obbligo di revisione ad esempio in un fuorigioco e tutto quello che c’è prima dell’azione del gol. La seconda è il calcio di rigore o l’espulsione diretta o ad esempio scambio di identità. Stiamo cercando di lavorare sul tempo. Il manuale ti permette che sia il VAR in maniera oggettiva”.
“Nel 1911 nasce l’AIA mentre nel 1989 nasce il quarto ufficiale, visto che anche gli arbitri possono farsi male e si doveva rinviare la gara. Il quarto nasce come riserva ma gli si dà potere tecnico e disciplinare come arbitro. Napoli Cremonese arbitrata dalla ragazza vicino aveva Di Bello. Nel 1996 nascono le bandierine elettroniche, l’arbitro bravo ha sempre il guardalinee sott’occhio. Invece nel 2007 nascono gli auricolari, strumento che ci ha cambiato radicalmente, soprattutto come gestione. L’arbitro è collegato con i 3 ufficiali e con i due VAR. E’ una comunicazione libera visto che noi ci stiamo lavorando ancora. Il silenzio è fondamentale e il Var in questo caso lavora da Dio”.