L’Inter di Mazzarri e dei “se” viaggia a -4 punti da Strama

A questo punto, sembra proprio che la vittoria “di tacco” nel derby natalizio sia stata una casualità in un quadro che preoccupa non poco. Prima la “pareggite”, quindi il poker subito a Napoli, poi l’illusione della vittoria nel derby e, appena dopo la sosta, la sconfitta all’Olimpico contro la Lazio. Nel frattempo, oltre a Fiorentina e Napoli, ha vinto anche il Verona e l’Inter di Mazzarri viaggia a meno 4 punti rispetto a quello che faceva l’Inter di Stramaccioni dodici mesi fa. Ma più del filotto di risultati negativi, a preoccupare è la condizione generale di una squadra che, Rodrigo Palacio a parte, sembra essersi smarrita. L’Inter di oggi è un grande ammasso di “se”: se Juan Jesus smetterà di sbagliare in fase di impostazione, se Ranocchia migliorerà in quanto a cattiveria agonistica, se Cambiasso saprà tenere il ritmo alto in ogni partita, se Guarin si normalizzerà tatticamente, se Milito tornerà ad essere Milito, se Kovacic esploderà definitivamente, se Alvarez troverà continuità…

Tanti, troppi “se”, insomma, fino al “se” forse più importante in questo momento: se il mercato di gennaio saprà portare in nerazzurro elementi in grado di far cambiare passo all’Inter. Già, perché un conto è sognare questo o quel centrocampista o attaccante, tutt’altro è fare i conti con una realtà in cui di nomi altisonanti se ne sentono pochi. Nainggolan, sogno da almeno sei mesi e cercato con determinazione da Thohir, si accasa alla Roma: certo, più di 9 milioni per la metà è una cifra da top player come forse il belga non è ancora, ma resta il fatto che all’Inter avrebbe fatto molto comodo. Lamela, da parte sua, è una voce poco fondata, mentre si continua a parlare di Osvaldo: ma il bomber ex Roma, con il suo carattere fumantino, è quello che serve in questo momento all’Inter? Per ora l’unica certezza è D’Ambrosio, che può dare il suo contributo ma difficilmente sposterà gli equilibri dei nerazzurri.