L’inchiostro delle stampanti 3D

Inchiostri

Il toner per stampanti un pigmento che viene usato nelle stampanti per imprimere inchiostro sul foglio. Quando si parla di stampanti 3D, però, il toner cambia di natura: in questo caso piuttosto che un pigmento, la sua funzione viene svolta da un filo da cui prende vita l’immagine che si vuole stampare. Il progetto iniziale è fatto su CAD, programma di design, con cui si creano i disegni originali. Il risultato finale può però avere proprietà fisiche e tattili diverse a seconda di quello che viene stampato.

Questi fili possono essere di colori diversi; ma di cosa sono fatti e come funzionano?

I filamenti usati sono di materiale termoplastico e il più in voga ad oggi è il PLA, ovvero acido polilattico, una sostanza biodegradabile. Questo composto è usato da case produttrici di automobili, come la Toyota, per creare parte degli interni dei veicoli, ma anche nel mondo dell’informatica il suo uso è da tempo conosciuto.

Di recente, tuttavia, vi è la tendenza all’utilizzo di plastica ABS, materiale dalla lunga durata oltre che flessibile. Esso inoltre ha un costo molto più basso rispetto ad altri.

Oltre alle plastiche anche altri materiali hanno dimostrato la loro affidabilità. Ad esempio, ci sono delle polveri che sono utilizzate nelle stampanti più costose e professionali dato il prezzo elevato. Anche il nylon può essere usato come toner per la stampante 3D, soprattutto nell’ambito tessile data la sua grande resistenza ma anche notevole flessibilità. Risulta anche essere un materiale dal costo non troppo elevato.

Persino i metalli possono essere utilizzati a questo fine, soprattutto per la creazione di prodotti industriali.

Importante sta diventando l’utilizzo di materiali biodegradabili o che possono essere riciclati anche in un’altro ciclo di stampa. Ad esempio l’ENEA ha iniziato ad fruire di materiali provenienti da equipaggiamenti elettronici dismessi. In questo modo si riutilizzano pezzi di scarto e si risparmia anche dato che il prezzo di questi materiali rimane comunque più basso di quello della plastica ABS già di suo economica.

Infine è stata anche scoperta la possibilità di creare una sorta di inchiostro dai batteri viventi per stampare in 3D. Il materiale che si ottiene è molto flessibile e quindi perfetto per creare alcuni tipi di oggetti

Per quando riguarda le modalità di stampa ve ne sono di vario tipo: alcune ad esempio fondono i materiali e attraverso un ugello li collocano uno sopra l’altro formando vari strati.

Un altro metodo molto comune consiste nell’utilizzare un laser ultravioletto che trasforma dei composti chimici in solidi nelle forme date nel disegno originale. Gli strati vengono impilati fino al completamento dell’oggetto.

Infine, per quanto riguarda le stampanti che come toner usano le polveri, queste ultime vengono unite nei vari strati da una colla. Anche qui il risultato finale è un oggetto a strati che poi viene lisciato per ottenere una forma adeguata al suo scopo. Questi materiali in polvere possono anche essere scaldati.

Importanti nell’ambito medico le stampanti 3D stanno iniziando ad avere un ruolo fondamentale nelle grandi aziende ed è pensabile che in breve tempo riusciranno a comparire anche nelle scuole e negli uffici di tutti. La loro tecnologia, seppur ancora da sviluppare in modo da renderla più accessibile al pubblico, è qualcosa di innovativo e che si può dimostrare di grande aiuto in molti settori.