Barcellona-Atletico Madrid 2-2 (11′ D. Costa [a], 50′ Messi [r]; 19′, 62′ Saul [r])
Il rigore è detto anche massima punizione perché non è un semplice calcio da fermo, ma un momento sacro che spesso decide le sorti di una partita. Forse oggi gli arbitri di Liga hanno un po’ abusato del braccio teso verso il dischetto. Alejandro Hernandez Hernandez in Barcellona-Atletico Madrid ha assegnato addirittura 3 rigori. I Blaugrana stasera avevano un’unica missione: la vittoria. Infatti, domenica Benzema, con un tacco e tunnel deliziosi, aveva portato il Real a +2 in classifica. I catalani invece, dopo il pareggio di Vigo, hanno avuto un duro confronto tra giocatori e staff tecnico. Quindi, non sorprende che vi siano alcuni cambiamenti in campo. Il Barça si schiera con un modulo molto fluido che non prevede più il tridente, infatti Griezmann entra solo al 90°. In fase di impostazione Rakitic scende sulla linea dei difensori, a sinistra, per dare vita al gioco, mentre i due terzini sono liberi di salire. Suarez e Messi, in questo modo, formano una specie di coppia d’attacco, molto teorica. Sono interpretabili anche le decisioni del direttore di gara che assegna 3 rigori per tocchi davvero minimi, quasi impercettibili. Non si vede nell’immediato nemmeno l’infrazione di Ter Stegen in occasione del tiro dal dischetto di Diego Costa al 17°. Il portiere tedesco non ha il piede sulla linea al momento della battuta dell’attaccante e, visto che para il rigore, si deve ripetere tutto. Lo spagnolo non se la sente e allora va Saul che è freddissimo anche quando è chiamato a battere il secondo. Tutt’e due i falli vengono subiti da Yannick Carrasco, uno dei migliori in campo, che ad ogni accelerazione mette in tremenda apprensione la retroguardia blaugrana. Il Barcellona non può essere felice di questo pareggio perché il Real, giovedì alle 22 contro il Getafe, può allungare alla comfort zone dei +4 punti. I tifosi possono almeno consolarsi con il 700° gol di Messi in carriera, secondo alcune stime. Il fuoriclasse argentino segna uno dei tanti calci di rigore di questa partita alla sua maniera, con il pallonetto.
Mallorca-Celta Vigo 5-1 (13′ Budimir [r], 27′ Hernandez, 40′ Pozo, 52′ Budimir, 60′ S. Sevilla)
La parabola del tiro a cucchiaio alla fine è discendente, come quella che potrebbe aver intrapreso il Celta Vigo, che cade contro il Maiorca dopo 3 risultati davvero convincenti contro Real Sociedad, Alaves e proprio Barcellona. La partita è piacevole come il filo d’aria che, attraverso la finestra, rinfresca un pomeriggio afoso. Le due squadre si affrontano a viso aperto, ma solo una è in modalità tempesta. Il Celta ha il dominio del possesso palla e diverse occasioni, ma in fase di copertura non ha un centrocampo che garantisca filtro. Ottima notizia per i fulmini del Maiorca, primo fra tutti Take Kubo. Il giapponese è il demiurgo della squadra, a cui dà respiro e spinta. Il risultato complessivo toglie particolari responsabilità alle decisioni arbitrali. In questo caso, similarmente al Camp Nou, vengono fischiati due rigori. Il primo, che apre le danze dei successivi 6 gol, è causato da un fallo impercettibile. A occhio nudo, la caduta di Daniel Rodriguez in area su presunto tocco di Santi Mina, non c’è. Ricardo De Burgos Bengoechea invece è sicuro e assegna la massima punizione. Qualche dubbio si insinua non solo guardando le immagini, ma anche perché al VAR ci mettono davvero tanto per trovare quella particella di calzettone che entra in contatto con l’atomo di tacchetto. Alla fine meglio chiamare l’arbitro al monitor, che incredibilmente non cambia opinione. A conti fatti, Budimir può spiazzare Ruben Blanco dopo ben 6 minuti di attesa. Il monologo successivo è soltanto del Maiorca, che segna pure una splendida rete a giro con Salva Sevilla. Il 36enne fa gol dalla stessa posizione da cui, 8 minuti prima, aveva sfornato un assist intelligente che aveva messo in porta Budimir per la doppietta personale. Questo sorprendente risultato non è un passo, ma un salto indietro per il Celta. Ora il Maiorca è a -4 e continua a sperare nella salvezza.
Leganes-Siviglia 0-3 (23′, 35′ O. Torres, 82′ Munir)
Il Leganes invece perde ormai ogni chance, visto che oggi non c’è stata storia contro un Siviglia visibilmente superiore. La doppietta di Oliver Torres, stasera tuttocampista che spaziava dal vertice basso alla trequarti, fa respirare la squadra di Lopetegui. Ora Getafe e Villarreal (domani alle 22 contro il Betis), nella corsa Champions, tornano, seppur con una partita da giocare, a -5 e -6.