Dure le parole, all’Aia e all’utilizzo del Var in Italia
Si rischia di creare un polverone dopo le clamorose parole dell’ex arbitro Robert Boggi, dirette al presidente dell’Aia Nicchi, che dopo l’attacco del presidente della Fiorentina aveva detto che “gli arbitri sono disgustati”.
L’ex direttore di gara, in diretta su Radio Punto Nuovo analizza così la situazione dopo Juventus-Fiorentina: ” E’ stato il sorteggiatore delle palline con Bergamo e Pairetto. E’ stato un grandissimo, ha fatto passare un sistema dittatoriale senza che nessuno gli dicesse niente. Tutti quelli che si mettono contro di lui devono andarsene. Io persi le elezioni, la gente aveva paura anche di mettere firme e appoggiarmi. Qualora ci sarà un altro candidato sarà perché si vuole cambiare sistema, altrimenti nessuno si candiderà più“.
Boggi, nel 2013, si dimise, rifiutando di candidarsi per un ruolo importante nel mondo degli arbitri italiani, sempre ancor di più tormentato da polemiche, presenti quasi in ogni partita. Sono preoccupato peri giovani arbitri che sono vittime di un sistema. Se non fosse stato per me, molti degli arbitri di oggi non avrebbero fatto neanche una partita in Serie B. Quella che è stata una volta Calciopoli, lo sarà ancora e non ci sarà più modo di tornare indietro.
Poi fa un accenno al Var, per come è usato in Italia: “Il problema non è l’utilità, ma la definizione delle norme. Nel campionato inglese viene utilizzato massimo due o tre volte, qui per ogni cosa. Non va bene”.