Verso Inghilterra – Italia; tre foto da Wembley tra emozione e nostalgia

Ennesimo capitolo della sfida tra Italia e Inghilterra a Wembley

LA NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Tra Inghilterra e Italia è una sfida infinita

Stasera alle 20.45 andrà in scena l’ennesimo capitolo della sfida, ormai quasi centenaria, tra la nostra nazionale e quella di coloro che si sono da sempre autodefiniti “gli inventori del calcio”, almeno nell’accezione moderna di questo sport. Il bilancio tra le due compagini è al momento in perfetta parità, con 11 vittorie a testa e nove gare finite in pareggio, ma quella tra Italia e Inghilterra è sempre stata molto di più che una semplice contesa sportiva, ed anche stasera in fondo sarà così. Se poi ci soffermassimo soltanto sulle gare disputate a Londra, nell’affascinante “teatro” di Wembley, peraltro completamente ricostruito alcuni anni fa in barba a tutti gli ostacoli burocratici che ostacolano ogni tentativo di ristrutturazione o costruzione degli impianti sportivi in Italia, la cronaca lascerebbe immediatamente spazio ai ricordi e alla nostalgia, fino a sconfinare ai limiti della leggenda.

Campioni d’Europa dopo il Covid

La prima foto appare nitida perché più recente, ma è forse anche la più toccante: si tratta di un abbraccio che non vede protagonisti due ragazzi in calzoncini e maniche corte, ma due uomini, ormai maturi, in giacca e cravatta. Due ex compagni di squadra rimasti sempre uniti, indipendentemente dalle maglie indossate una volta dismessa quella blucerchiata che li vide patire insieme, proprio sotto quello stesso cielo, la più grande delusione calcistica della loro vita. In quell’essere un tutt’uno, in quel riconoscersi stima reciproca e affetto sentito, sta forse la chiave di quella vittoria inaspettata quanto meritata; l’immagine simbolo dell’Italia Campione d’Europa!

Il magico Zola

La seconda ha i contorni meno chiari ma è a colori. I colori azzurri della maglia di Gianfranco Zola, che infligge la seconda e per ora ultima sconfitta casalinga agli inglesi con una delle sue prodezze, una delle sue fantastiche invenzioni che proprio li in Inghilterra, con la maglia del Chelsea, gli sono valse il soprannome di “Magic Box”, la scatola magica. E’ appena il 20’ quando il piccolo sardo aggancia col sinistro un lancio di Costacurta e poi col destro trafigge Walker sul primo palo; ci penserà poi Peruzzi a conservare il vantaggio, regalando a Cesare Maldini un’emozione forse seconda soltanto a quella provata quando, nel 1963, era stato il primo capitano di una squadra italiana ad alzare al cielo, proprio il cielo di Wembley, la Coppa dei Campioni!

La prima volta a casa loro

L’ultima foto è invece sbiadita, le immagini sono in bianco e nero e ci riportano all’ormai lontano 1973; la nazionale di Valcareggi fatica a tornare grande dopo il controverso secondo posto di Città del Messico e l’amichevole contro gli albionici che non abbiamo mai battuto a casa loro è pregna di significati, anche sociali e morali. “Squadra di camerieri” ci definirono i tabloid inglesi, sbeffeggiando così i numerosi emigranti italiani che si trovano a Londra svolgendo anche i lavori più umili. E’ l’Italia di “Pane e Cioccolata”, l’Italia uscita dal boom, caduta in depressione economica e che si sta infilando nel tunnel degli anni di piombo e delle stragi. Ma in quella fredda sera di novembre è soprattutto l’Italia di Zoff, Facchetti, Rivera e Riva; l’Italia di Giorgio Chinaglia che sfonda sulla destra caracollando alla sua maniera e poi dal fondo con una bordata costringe Shilton alla fatale respinta corta che Capello appoggia in rete a quattro minuti dalla fine. I “camerieri” ribaltano il tavolo ed è significativo che il protagonista sia stato proprio Chinaglia, che emigrante lo era stato per davvero e qualche anno prima era giunto in Galles, a Cardiff, viaggiando da solo in treno a soli otto anni, con un biglietto cucito sul petto con scritte sopra le sue generalità e l’indirizzo di destinazione. Quella vittoria, la prima in terra inglese, è la rivincita di tutto un popolo, che ritrova improvvisamente in quei 90’ il senso di appartenenza, la consapevolezza e l’orgoglio di sentirsi tale, il coraggio di alzare la testa con fiducia dimenticando la fatica e le umiliazioni della vita quotidiana.

Ecco perché Inghilterra – Italia non sarà mai una gara come tutte le altre..