L’esonero di De Rossi, il livore della piazza, il silenzio della società | Previste contestazioni alla prima di Juric

L'esonero di De Rossi, le reazioni della piazza, il lavoro di Juric. Il punto sul momento giallorosso

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serie a tim 2023 2024: roma vs lazio
Ryan Friedkin presente in tribuna Monte Mario ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Le giornate della Roma sono sempre più difficili da commentare, da comprendere, e le scelte sempre più difficili da condividere. De Rossi è stato esonerato dal ruolo di allenatore con effetto immediato, senza il minimo tatto, senza apparenti motivazioni, dopo un rinnovo di contratto triennale arrivato solo tre mesi fa. I risultati in questo avvio di stagione non erano chiaramente quelli sperati, ma la progettualità nel calcio è tutto e il tempo per lavorare sulla squadra al completo era stato troppo poco per il tecnico di Ostia. In ogni caso, i Friedkin, o chi per loro, ieri mattina hanno preso questa irrevocabile decisione, con modalità e tempi rivedibili, che ha generato un discreto caos all’interno della città eterna. Contestazioni fuori Trigoria, striscioni contro la proprietà, bufera social contro chiunque faccia parte della Roma, critiche alla scelta del nuovo allenatore. 

Juric nuovo allenatore della Roma | Arriva tra il livore rancoroso della piazza e il silenzio assordante della società

E’ infatti arrivato a Trigoria Ivan Juric, a cui è stato fatto firmare un contratto fino a giugno, a testimonianza di una progettualità e una programmazione ormai venuta meno nella società giallorossa. Ma la cosa più grave, almeno per i tifosi, è la mancanza di rispetto perpetrata ai danni di una bandiera come De Rossi, al quale le due proprietà americane, prima quella di Pallotta e ora questa dei Friedkin, non hanno riservato alcun tipo di riguardo, da giocatore prima e da allenatore ora. E il popolo giallorosso si è sentito pugnalato alle spalle, si sente svuotato di tutto l’amore che è in grado di mettere nella Roma, e prepara ora una forte e feroce contestazione contro società e giocatori per la sfida contro l’Udinese. Ad aggravare il tutto, il silenzio assordante di una società che dal suo arrivo non ha mai rilasciato una dichiarazione, non ha mai spiegato una scelta, e che sta provando a cambiare le cose dentro Trigoria senza però evidentemente avere una direzione chiara.

I Friedkin hanno spaccato la Roma, ora la parola passa al campo | Juric raccoglie una situazione esplosiva

Il calcio funziona così, lo sappiamo, gli allenatori pagano sempre per primi e la società comanda, ma ora a Roma il nuovo ciclo targato Ivan Juric si apre come peggio non poteva. Dopo tre anni di coesione, tra squadra, allenatore e tifosi, la mossa dei Friedkin spacca del tutto l’ambiente segnando una cesura netta tra i tifosi e il club. Domenica arriva all’Olimpico l’Udinese capolista per una sfida che può valere già mezza stagione, e il clima sugli spalti si preannuncia infuocato, quasi surreale. In tutto questo marasma, in tutta questa confusione, in tutta questa irritazione, non si può far altro che augurare a Juric una buona fortuna, con la consapevolezza che ora è seduto su una polveriera pronta ad esplodere e che ereditare la panchina giallorossa in questo modo sarebbe difficile per chiunque, anche per allenatori con più blasone e più esperienza. Stiamo assistendo alla fine del calcio per come lo abbiamo sempre inteso romanticamente, allo strazio delle bandiere, all’isolamento dei sentimenti. E l’esonero di De Rossi è solo la punta dell’iceberg di un calcio che è sempre più lontano dalle persone.