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Leicester e le altre cenerentole d’Europa

Vardy

Il brutto anatroccolo sta diventando un cigno

La Premier League, il massimo campionato inglese, è uno dei tornei più belli ed avvincenti non solo di tutto il panorama calcistico europeo, ma anche mondiale: stadi pieni, squadre competitive, palate di sterline con i diritti televisivi ed un ordine pubblico da fare invidia a tutti. L’Inghilterra manda in Champions League le prime quattro squadre classificatesi al termine del torneo ed una di queste sarà una squadra al debutto assoluto non solo in Champions, ma anche in Europa: il Leicester City.

La vittoria di domenica pomeriggio contro il Sunderland per 2 a 0 qualifica i Foxes alla prossima Champions ma l’obiettivo numero uno ora è la vittoria del titolo, il primo nella storia ultracentenario delle “volpi” ed essere testa di serie nei sorteggi di agosto. Il vantaggio dei Ranieri boys è di sette punti sul Tottenham e fra tre settimane, in casa del Manchester United, potrà arrivare la certezza matematica di vincere Premier per i bianco-blu. Nel caso in cui il Leicester non dovesse vincere il torneo, una buona possibilità l’hanno gli Spurs, che, nonostante il prestigio, non vincono il campionato dal 1961 ed il torneo si chiamava ancora First Division.

Leicester, sita nel cuore dell’Inghilterra nell’East Midlands, è nota per aver dato i natali al bassista dei Queen John Deacon, a due membri dei Dire Straits, ai Kasabian ed ai leggendari Peter Shilton e Gary Lineker.

I Foxes sono tra le squadre inglesi più vecchie, con un passato in Championship (serie B) ed in League One (Lega Pro inglese), ma con tre Coppe di Lega inglesi (1964, 1997, 2000), due finali perse della stessa (1965, 1999) ed un Charity Shield, alzato al cielo nel 1971, in bacheca.

We love Vardy

La squadra è un mix di giocatori di esperienza e giovani di grande interesse e da cinque anni è di proprietà di Vichai Raksriaksorn, imprenditore thailandese a capo di una società leader nell’ambito dei duty free asiatici. Il tycoon è uno degli uomini più ricchi del suo Paese e ha deciso di acquistare il Leicester City per portarlo ai vertici del calcio anglosassone, o comunque toglierlo dall’anonimato in cui ristagnava da tempo. E ci sta riuscendo in pieno.

In campo il top player indiscusso è Jamie Vardy, 29 anni, due gol domenica allo “Stadium of Light”, un passato da operaio e di calciatore nelle serie inferiori inglesi e che ora sta conducendo il Leicester City non solo alla sua prima storica partecipazione alla Champions, ma a vincere il titolo inglese. Ed il suo contratto è stato prolungato ed il suo “salario” dalla prossima stagione sarà molto più alto di ora.

Già nell’orbita della Nazionale inglese, Vardy sta disputando una stagione strepitosa, tanto da segnare anche di tacco nella sua prima partita da titolare (la quinta complessiva) con la maglia bianca dei Tre leoni. E pensare che solo quattro anni fa il suo cartellino costava poco più di 30 mila euro.

Da qualche mese tutti stanno scoprendo giocatori fino all’inizio del campionato assolutamente sconosciuti e che invece ora stanno facendo stropicciare gli occhi a tutti quanti: da Danny Drinkwater a Kasper Schmeichel; da N’Golo Kanté a Shinji Okazaki; da Christian Fuchs a Riyad Mahrez solo per citare qualche nome della rosa delle meraviglie dei Foxes.

Coach sor Claudio Ranieri fu Tinkerman

L’artefice di questa meraviglia calcistica siede in panchina, è italiano del quartiere romano del Testaccio, ha allenato molte squadre di peso in Italia e dopo la vittoria contro il Sunderland si è messo a piangere dalla gioia per aver realizzato un vero miracolo, portando grinta e visione di gioco dalle parti dello “King Power Stadium”. Ma quelle erano lacrime umane, l’espressione più pura dell’essere umano perché queste vittorie con il piccolo Leicester stanno permettendo a Ranieri di togliersi molte soddisfazioni dopo anni di amarezze. E sugli spalti dello stadio di casa si intona da qualche tempo anche il ritornello di “Nel blu dipinto di blu” in onore di questo coach che sta facendo sognare e divertire le East Midlands e tutta Europa allo stesso tempo. E tutto il Continente inizia a tifare per questa squadra che lo scorso anno, in questo periodo, iniziava a porre le basi per una tranquilla salvezza.

Ranieri ha firmato un triennale ed è tornato ad allenare in Premier League a distanza di undici anni dal suo addio a Stamford Bridge: ironia della sorte, Abramovič, nel 2004, sostituì proprio il tecnico classe 1951 con José Mourinho, vincitore della Champions League con il Porto qualche settimana prima e tre i due mister non è mai corso buon sangue ma questa stagione ha visto l’esonero dell’allenatore di Setubal proprio mentre il testaccino sta vincendo il titolo.

Il tecnico romano, nel suo curriculum, conta altre panchine all’estero: le due esperienze al Valencia (Coppa di Spagna, Coppa Intertoto e Supercoppa europea vinte), all’Atletico Madrid (esonero), al Monaco (vittoria tre anni fa della Ligue 2 e secondo posto l’anno successivo, con esonero finale) e la guida della Nazionale della Grecia. Il rapporto con la selezione ellenica terminò il 15 novembre 2014 a seguito del pessimo cammino degli ex Campioni d’Europa nelle qualificazioni europee. Grazie a Ranieri, il Leicester City ora può sognare in grande, cancellando anni e anni di amarezze, facendo sognare i suoi tifosi, che fino ad oggi potevano vantare solo qualche vittoria nei derby contro le altre squadre dell’East Midlands ed anonimi campionati.

Un signore fuori e dentro il campo, come sempre. Siamo sicuri che Claudio Ranieri, un po’ troppo bistrattato dal calcio italiano negli ultimi tempi, invece sia contento di questa sua esperienza che non solo lo ripaga dei sacrifici fatti, ma che ha ribadito il fatto che in terra d’Albione i tecnici nostrani sono fra i migliori. Del resto quando era al Chelsea lo soprannominaronotinkerman, l’aggiustatore. Er sor Claudio, uomo timido e schivo ma capace di far giocare bene a calcio chi allena.

E la rosa dei Foxes è di molti milioni inferiore a quelle, ad esempio, delle due squadre di Manchester. Ed il Manchester United, perdendo 3 a 0 contro il Tottenham, nonostante i forti investimenti degli ultimi due anni, potrebbe a malapena disputare l’Europa League. Oltre al fatto che il 1 maggio, ad Old Trafford, il Leicester potrebbe vincere, con due giornate di anticipo, il campionato.

Cenerentola ovunque, ma poche

Inghilterra

Il Leicester non è il primo caso che una “provinciale” vinca il titolo nazionale inglese. Da quando è nata la Premier (1992/1993), cinque squadre hanno vinto il trofeo più ambito. Di queste, quattro hanno poi vinto a livello nazionale (Manchester United, Arsenal, Chelsea, Manchester City), mentre una sola ha vinto il titolo per poi non vincere più nulla e per poi retrocedere in Champions, i Blackburn Rovers. I ragazzi di Kenny Dalglish vinsero il loro terzo titolo nel 1995 a distanza di ottantuno anni dal precedente. I Rovers erano una squadra molto forte guidata in attacco da uno degli attaccanti più forti del calcio inglese, capace per tre anni consecutivi di vincere anche la classifica marcatori, Alan Shearer.

A livello di First Division, la “cenerentola” è stata il Nottingham Forrest, capace di vincere il suo unico titolo nel 1978 per poi vincere due Coppe dei Campioni consecutive, una cosa unica a livello europeo.

Italia

In Italia, gli scudetti degli ultimi quattordici anni sono tutti sull’asse Torino (Juventus) – Milano (Inter e Milan). Nel 2000 e nel 2001 vinsero Lazio e Roma, che non chiudevano davanti a tutti rispettivamente dal 1974 e dal 1983. Essendo espressione della capitale, non rientrano però nel computo delle “provinciali”.

L’ultima vera “cenerentola” italiana è stato il mitico Verona di mister Osvaldo Bagnoli a vincere l’altrettanto mitico scudetto del 1985, superando di quattro punti il Torino secondo classificato. I veneti erano da tre anni tornati in massima serie ed erano una delle più belle realtà del panorama italiano, ma nessuno avrebbe mai pensato che con il “mago della Bovisa” in panchina e con giocatori di buon valore, i gialloblù avrebbero vinto la scudetto: da Claudio Garella a Domenico Volpati, da Roberto Tricella a “Nanu” Galderisi, ai mitici straniere Hans-Peter Briegel e Preben Elkjær Larsen, una città poco più piccola di Leicester ha guardato tutte dall’alto verso il basso.

Con il livello attuale del calcio italiano, è praticamente impossibile che un altro Verona vinca lo scudetto. Purtroppo.

Germania

Nel 2009 vinse il suo primo Meisterschale il Wolfsburg, squadra della città della Volkswagen e sponsorizzato dalla stessa casa automobilista tedesca. Da allora, i bianco-verdi hanno lottato per le zone nobili della Bundesliga e attualmente sono in corsa nei quarti di finale di Champions League (risultato storico) e dopo il 2 a 0 contro il Real Madrid, parlare di semifinale non sembra una parola a sproposito.

Spagna

In Spagna la Liga dal 2005 è una questione tra Madrid (Real e Atletico) e Barcellona e difficilmente nei prossimi anni un’altra città fornirà una nuova squadra campione. Bisogna tornare all’inizio di questo scorcio di secolo, con il primo (e finora unico) titolo del Deportivo La Coruna nel 2000, per vedere una squadra della provincia vincere il titolo. La squadra galiziana nel 2004 giunse fine alla semifinale di Champions, battuta di misura solo dal Porto di Mourinho poi campione. Allora, ogni partita giocata al “Riazor” era un banco di prova temibilissimo per qualsiasi avversaria.

Francia

In Francia, sempre negli ultimi tre decenni, hanno fatto i “Leicester della situazione” il Paris Saint Germain (per nulla niente “sceicchevole” come oggi) che nel 1986 vinse il suo primo titolo, il Lens nel 1998, i sette scudetti consecutivi dell’Olympique Lyonnais tra il 2000 ed il 2007, mentre negli ultimi anni si sono visti i miracoli Lilla nel 2011 (che non vinceva il titolo dal 1954) ed Montpellier, alla sua première fois. La squadra della Linguadoca – Rossiglione è l’ultima squadra a vincere la Ligue 1 prima che il PSG la cannibalizzasse.

Belgio e Paesi Bassi

In Belgio il miracolo di chiama Gent, campione lo scorso anno e spintosi fino agli ottavi di Champions in questa edizione (eliminato dal Wolfsburg).

In Olanda dal 1965 ad oggi hanno vinto la Eredivisie solo cinque squadre: le tre grandi (Ajax, PSV Eindoven e Feyenoord) e le due sorprese AZ Alkmaar e Twente. Se la squadra frisona occidentale vinse nel periodo in questione altri due titoli, la squadra di Enschede nel 2010 vinse a sorpresa il titolo. Ma da allora non è cambiato più nulla: quattro titoli consecutivi per l’Ajax ed uno per il PSV.

Portogallo

In Portogallo, la Primeira Liga è attiva dal campionato 1934/1935 ed in questi ottant’anni solo cinque squadre hanno vinto il titolo: Benfica, Porto, Sporting Lisbona sono quelle che hanno vinto di più, mentre le vere sorprese sono state il Belenenses nel 1945 ed il Boavista nel 2001. Campionato noioso, quello del paese das Quinas, visto che da tredici anni è una sfida tra dragõese aguias.

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