Legge Bosman 1995. La fine del calcio “italiano”

C’era una volta la Juventus di Platini e di Laudrup e il Milan dei tre olandesi. Sembra l’inizio di una favola, ma in realtà è solo il nostro panorama calcistico prima dell’avvento della legge Bosman.

Per chi non conoscesse tale norma in ambito calcistico basta uno sguardo su Wikipedia per capirne la portata innovativa. Una decisione del 1995 della Corte di Giustizia delle Comunità Europee che proibì alle leghe calcistiche nazionali degli stati UE e Uefa di porre un tetto al numero di calciatori stranieri. L’Italia limitava a massimo tre la presenza di extracomunitari in squadra, ma di fronte alla sentenza non poté fare altro che adeguarsi ai principi imposti dagli organi. Uno sguardo al passato doveroso, ma che ci permette di affrontare un problema ormai sempre più grave che affligge il calcio italiano. La presenza di giocatori stranieri nel nostro campionato si fa sempre più pesante tanto che ormai ci troviamo di fronte a squadre come l’Inter e l’Udinese e non solo in cui il numero di calciatori italiani si può contare su una mano. Da Karnezis a Dodò, da Hertaux a Medel, passando per Handanovic, Muriel e Guarin. Ma le due società sono solo l’esempio più lampante di un pallone sempre meno italiano e sempre più aperto alle multinazionalità.

La Juventus campione d’Italia in carica con i vari Pogba, Tevez e Llorente, la Roma con Pjanic, Maicon e Skorupski e il Milan con De Jong, Muntari e Honda. Un’autentica diaspora di calciatori non italiani che porta lo stesso calcio nostrano a risentirne. Sintomo è la mancanza di ricambi di qualità nella nostra nazionale minore, quell’Under 21 che in passato ci ha regalato campioni del calibro di Buffon, Pirlo, Totti e Nesta. Oggi il commissario tecnico ha a disposizione solo un “cumulo” di campioncini (per la cronaca i vari Belotti, Bernardeschi, Bardi e Rugani) e si trova di fronte alla pochezza di scelte che il nostro calcio offre. Una situazione drammatica, ai limite dell’inverosimile se pensiamo a quando il nostro calcio dettava legge in ogni stadio del mondo regalandoci i portieri e i difensori più ambiti di tutto il panorama calcistico.