Lazio, Sarri in conferenza stampa: “Immobile in grande crescita”

Il tecnico teme il Lecce

Sarri
ph: KeyPress

Lazio, Sarri: “Luis Alberto non è d’accordo con me”

Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, è tornato a parlare nella consueta conferenza stampa pre-partita. Il toscano punge la società, anche, sul mercato. Ecco le sue parole.

Quali sono le minacce del Lecce?
“Squadra di buon livello d’aggressività e ordine, ha anche buona qualità di palleggio. Fa delle ripartenza di alto livello. Con le squadre di alta classifica è sempre rimasta in partita. Bisogna tenerla in grandissima considerazione”.

Nell’anomalia del periodo c’è anche il mercato aperto.
“Non so se per noi il mercato è aperto. Il nostro presidente negli ultimi tempi è stato impegnato in qualcosa di più importante. Quando rientra dalla vacanza vedremo. Si può rendere più ampia la squadra, ma è difficile migliorare la qualità e alzare il livello. Se ogni giorno parlate di Luis Alberto e Milinkovic è normale che si lede l’armonia, ma io non posso farci niente. Magari qualche chiamata minatoria, ma non è nel mio stile. I giocatori non devono farsi influenzare. Leggo sempre che Luis Alberto non va d’accordo con me: quando sono arrivato lui non era in ritiro perché voleva la cessione, quindi è una situazione che ho trovato, non dipende da me. Ogni mercato vuole tornare in Spagna, ma poi rimane e dà sempre il suo apporto”.

L’aspetto più difficile dalla pausa?
“Non avere competizioni per 50 giorni. Quello che simuli non ha una valenza massimale. Chi rientra dal mondiale, in positivo o in negativo, avrà per forza delle ripercussioni. Magari chi ha vinto è tornato galvanizzato, gli altri sono delusi. I nostri devono smaltire una stanchezza emotiva forte e un pizzico di delusione. In più Milinkovic è tornato un po’ acciaccato. Sembrano in evoluzione sia lui che Vecino ma non sono al 100%”.

Come sta Immobile?
“Non ha fatto il Mondiale, ha avuto un lungo periodo di lavoro. Ha risolto i problemi fisici e sembra in grande crescita di condizione”.

Ha visto il Mondiale?
“Il 13 novembre erano tutti a giocare nei club, il 18 al Mondiale. Ho visto poco, ho trovato un ammasso di buoni giocatori in squadre che erano poco squadre. Non lascia niente se non un grande pubblicità per il Qatar”.

È soddisfatto dei 30 punti in classifica della Lazio?
“Due punti di media a partita penso siano tanta roba. Per il momento però lasciano il tempo che trovano. Bisogna proseguire su questi livelli per avere una classifica importante. Non sarà facile, il girone di ritorno di solito è sempre più difficile. A livello di testa la squadra sta bene, è difficile separare l’aspetto mentale da quello fisico, indipendentemente dai test asettici che vengono fatti. Ritengo molto più importante rientrare con la testa che funziona che con le gambe al 100%”.

Come si spiega la recente flessione della difesa? In cosa deve crescere?
“I numeri si stanno assetando su livelli normali. Sarebbe stato difficile chiudere con 18 gol in un campionato, che era la nostra media fino a poco fa. Se perdiamo solidità però siamo finiti a livello d’ambizione”.

Da chi si aspetta un rendimento migliore adesso?
“Chi è arrivato da fuori ha avuto difficoltà normali. Ricordo anche Platini in difficoltà all’inizio in Italia. Spero che possano crescere loro e darci maggiore supporto”.

Ci sono delle certezze?
“Qualche giocatore ci lascia la sensazione di stare bene fisicamente e mentalmente. Altri stanno ricercando la condizione, speriamo che l’approccio sia di buon livello. Il nostro limite è sempre stato quello di non avere continuità a livello mentale, se sei passivo vai in difficoltà fisicamente e tatticamente. Negli ultimi tempi li abbiamo contenuti questi limiti, ma non azzerati”.

Ha avuto modo di vedere i progressi dell’Olimpico? È preoccupato dal terreno di Lecce?
“Non ho avuto modo di vedere i progressi dell’Olimpico. Mi hanno consegnato questa mattina un report molto corposo che leggerò. Ma non credo molto ai report, di solito sono commissionati da chi fa il campo. Voglio vedere con gli occhi. Il terreno di Lecce? Non lo so, non mi sembra di grandissimo livello ma è una cosa che in Italia devi aspettarti. Eravamo al top del mondo, ora siamo il terzo mondo. Nel giro di vent’anni è una bella impresa”.