Milinkovic-Savic: il gigante di Lleida
27 febbraio 1995 è una data semplice a primo impatto, dato che intanto nella zona serba e dell’est, di li a poco si sarebbe firmata la pace di guerra dopo il famoso ‘Massacro di Srebrenica’ nel luglio 1995, dove trovarono la morte uomini, donne senza esclusioni, serbi bosniaci ecc.
Quella data non si collega certo a questo scenario di morte, ma anzi ad una rinascita, per così dire, rappresentata da un ragazzo, Sergej, nato da una ex da una ex giocatrice di Basket (Milana Savic) e da un ex giocatore di calcio spagnolo (Nikola Milinkovic). Lleida è la sua città natale, in Spagna, più precisamente nella regione Catalana, patria di talenti come Xavi, Piquè e Fabregas e di professori di calcio come Guardiola. Ecco che, a sua insaputa, il gigante ma ancora piccolo Sergej, non sa che da questa eredità calcistica diventerà presto il prototipo del perfetto calciatore serbo. Sarà stata l’influenza del padre che, da ex calciatore del campionato spagnolo, ha saputo improntare lo stile di questo calcio iberico al ragazzo? Ogni tocco del pallone da parte di Sergej è una danza, avvolta tra eleganza, precisone e concretezza, come i catalani appunto hanno mostrato a tutto il mondo. Il nome stesso Milinkovic-Savic, dimostra che il piccolo serbo è la perfetta sintesi dei genitori: sono 191 i centimetri che la signora Savic ha donato al figlio, da ex giocatrice di basket; ma anche il signor Milinkovic non è da meno (190 centimetri), ex centrocampista che in Spagna, dal Lleida all’Alverca (società di calcio spagnolo), ha sempre regalato gioie e gol; ora è allenatore e chi meglio di lui conosce il proprio figlio. Forte sia di piede che di testa, la sua ara migliore per andare in gol, Sergej piano piano scalava le tappe, approdando in Belgio presso il Genk fino al famosissimo bivio Roma-Firenze del luglio 2015.
E chi se lo scorda? Una telenovela clamorosa che ha come protagonista proprio il giovane serbo. Il rifiuto di firmare con la Fiorentina proprio in sede dei viola, aveva portato il ds Pradè a pronunciare parole grosse: “Stiamo parlando sempre di un ragazzo di vent’anni”, con aria infastidita e scocciata. In lacrime Sergej rifiutò la Fiorentina, in un attimo il futuro sembrava sgretolarsi davanti ai suoi occhi, tutto questo nella sede del Franchi seduto a terra in un corridoio in compagnia della fidanzata. Giorni dopo, l’approdo a Roma presso la corte di Lotito, che da speranza; subito il tutto viene ricambiato: 2 reti in Europa League e 1 in campionato nel 2015. Ora come ora in 19 presenze, Milinkovic-Savic ha totalizzato 3 assist e 5 firme tra campionato e coppa italia, due reti consecutive contro Atalanta in campionato e Genova in coppa italia, una di testa e l’altra di destro. È esplosa sul web la ‘Milinkocrazia’ del popolo laziale, così come è esploso il talento di Sergej, che a piccoli passi e a suon di gol, ha saputo prendersi la titolarità, trascinando la sua squadra e ripagando la fiducia del mister; dopotutto, citando Pradè “Stiamo parlando sempre di un ragazzo di vent’anni.
MERCATO
Sicuramente quello di Milinkovic-Savic, come tanti altri colpi di mercato messi a segno da Tare, da Candreva a Parolo ecc.., hanno saputo rimpiazzare i tanti ‘acquisti anomali’ svolti dalla società. Ora come ora il mercato biancoceleste è bloccato; l’obiettivo è sfoltire la rosa: da Keita a Kishna, sono loro i nomi caldi in casa Lazio. Il primo non vuole rinnovare, ma questa è cosa già risaputa, ora si trova in coppa d’Africa con il suo Senegal, perciò qualsiasi trattativa ipotizzata fin’ora non è che fantasia (come lo scambio Keita-Depay, proposto da Mendes); per quanto riguarda Ricardo Kishna, l’olandese è sulla lista di Montpellier, Galatasaray e Bologna, proposto dal suo agente Raiola. Novità, che suona come barzelletta è sicuramente il blocco della cessione di Filip Djordjvevic, su richiesta di Simone Inzaghi.