Oggi alle 14 ha parlato il neo terzino della Lazio Luca Pellegrini, in attesa del suo esordio ufficiale con la maglia biancoceleste:
Hai le potenzialità per convincere Sarri?
“Sì”.
Il ritiro già fatto con Sarri ti può aiutare?
“Conoscendo prima il mister qualche concetto mi è rimasto. Una cosa ulteriore per far sì che io venissi qui, lo stimo molto per come vede il calcio. Noi calciatori parliamo tra di noi, sappiamo per vie traverse quello che può essere un allenatore. Mi hanno parlato tutti bene di lui. Ho fatto 2 mesi con lui a Torino, ho visto qualcosa, spero sia qualcosa in più per me. Non so quanto tempo fa siamo stati insieme, il Covid ha condizionato la percezione del tempo. Spero comunque sia un’arma a mio favore“.
Che impressione del gruppo?
“Sono rimasto stupito, forse non è la parola più giusta perché tanti li conoscevo già prima. Credo sia un gruppo veramente unico, mi sono ambientato subito benissimo, l’ambientamento di un nuovo giocatore, anche se predisposto, non è mai facile. Loro mi hanno dato una mano. Avevo già un rapporto con Romagnoli, Patric e Zaccagni. Mi hanno fatto una buonissima impressione anche tutti gli altri. Sono felice, è un gruppo con grandi valori”.
Quando hai avuto la sensazione di poter venire?
“Quando si è concretizzata la trattativa l’ultimo giorno. Se ne parlava da tempo, ma forse è più importante per gli altri che per me, non leggo molto i giornali. Sono più della nuova generazione, vedo più i link… Direi all’ultimo comunque, un anno e mezzo fa ho letto che la Lazio cercava un terzino sinistro, dissi al mio agente scherzando ‘andiamo…’. Realmente però solo il 31 gennaio“.
Sul sistema difensivo di Sarri? Tanto diverso dagli altri tecnici?
“Sono tutti allenatore diversi, hanno un modo di analizzare la gara in modo differente. Forse meglio chiedere al mister, risponderebbe meglio di me. Ho avuto la fortuna di stare a Torino con lui, i concetti sono il topic delle prime settimane. La distanza con il pallone, con gli altri giocatori, gli scivolamenti, la posizione del corpo. Quando sarò pronto meglio chiederlo a lui, ho completa fiducia nel mister, sono qui anche per lui. Se non mi ha messo ancora avrà le sue motivazioni”.
Cosa ti porti dietro dall’estero?
“Girare tante squadre ti fa avere un bagaglio culturale ampio. Ho 23 anni, a marzo 24, ho già girato tanto. Nell’ultima esperienza penso che ho avuto la possibilità di vedere un altro calcio, diverso dall’Italia. Stando fuori ho modificato un po’ le idee, si capisce che il calcio non è una legge scritta, si può interpretare e giocare in modo diverso. Penso sia uno sport molto complicato, si gioca in ogni condizione e questo piuò fare la differenza. Mi porto dall’esperienza passata bellissimi ricordi, ero lì fino a 2 settimane fa. Belle sensazioni, abbiamo fatto un campionato importante, eravamo terzi, ci siamo guadagnati l’accesso agli ottavi di Champions. Li ho guadagnati anche io. Secondo me è un’esperienza che tutti devono fare, ti arricchisce e apre la testa su cultura, dinamiche, usanze di altri paesi. Anche su come si sente il calcio. Sono contento della scelta fatta ad agosto“.
Il tuo modello?
“Fino ai 16 anni ho cambiato tutti i ruoli del campo, un idolo in particolare non lo avevo. Poi capendo che avrei fatto l’esterno sinistro, il terzino o il quinto, mi sono appassionato e avvicinato a Bale, Maldini e Marcelo. Sono differenti, non ho un idolo in particolare come punto di arrivo. Cerco di rubare qualcosina da ognuno”.
Sarri ti ha detto che non ha mai fatto giocare un difensore arrivato al 31 gennaio. Come gli hai risposto?
“Mi sono messo a ridere, anche a me l’ha detto come battuta. Ho detto che sarebbe dipeso da me, devo dare io una mano a lui”.
Cosa puoi dare in più alla Lazio?
“Ha tanti valori la Lazio, un difetto faccio fatica a trovarlo. Posso portare personalmente un po’ di energia, di buon umore, di voglia di continuare a spingere. Di voglia di fare bene, di musica nello spogliatoio, quando sono arrivato non c’era”
Come ha vissuto la tua famiglia l’arrivo alla Lazio?
“A casa non si poteva parlare di questo, eravamo scaramantici anche con gli amici. Di voci ne girano tante, ho detto comunque fate attenzione a credere a tutto. Poi uno rischia di rimanerci male. Sto cominciando a realizzare ora di essere un calciatore della Lazio. Questa conferenza mi farà realizzare ancora di più l’idea. Conoscendo la fede della famiglia, mia e degli amici la notizia è stata accolta come una favola”.
Blocco italiani è la forza della Lazio?
“Penso che sicuramente possa essere una cosa positiva, al di là degli italiani o meno. Stiamo parlando di giocatori forti. Sicuramente forse aumenta il senso di appartenenza avendo tanti italiani, è più facile trasmettere ai nuovi arrivati l’identità”.
Obiettivo Nazionale?
“Sicuramente la Nazionale è il sogno di tutti i bambini, insieme a quello di giocare nella squadra di cui si è tifoso. La prima parte l’ho realizzata, ora cerco la riconferma qui. È il primo obiettivo che mi sono posto, fare parte della rosa nella prossima stagione. La Nazionale è un punto di arrivo, la conseguenza di quello che si fa nel club”.
L’esperienza in Germania ti ha fatto capire la differenza tattica con il calcio italiano?
“La differenza è tanta, anche fisicamente. Due campionati diversi, penso sia stata formativa come esperienza, ho visto il calcio in un altro modo”.
Sui calci piazzati: pensi di poter dare una mano anche nel batterli?
“Innanzitutto bisogna giocare prima di calciare le punizioni. Devo procedere passo dopo passo, piano piano pormi degli obiettivi, poi un giorno parlando e discutendone in campo vedremo. Non penso che Sergio sia d’accordo, deve essere bravo io a convincerlo”.
Come vivrai il derby contro la Roma?
“Penso che il derby sia una gara importante, vale alla fine comunque 3 punti. Ci saranno delle emozioni che penso ormai di saper gestire. So che è più sentita delle altre partite, però non credo a questa differenza in maniera particolare. La Roma ha fatto parte del passato, come la Juve, il Genoa, il Cagliari e l’Eintracht. Sarà una partita da ex come le altre“.