Danilo Cataldi ha parlato davanti ai microfoni di Radiosei, raccontando la propria esperienza con la Lazio. Cataldi ha raccontato molto sui derby, su Sarri e anche su Immobile.
Cataldi | Il racconto del giocatore
Cataldi ha risposto così alle domande che gli sono state poste sul derby: “Siamo entrati in campo per vincere la partita. Loro sono partiti forti i primi dieci minuti, ci aspettavamo una Roma aggressiva visto che comunque veniva da una sconfitta e da due due derby persi in un solo anno. Poi, piano piano, abbiamo preso in mano la partita, il rammarico è stato quello di aver finito il primo tempo 0-0. Nel secondo tempo abbiamo iniziato così così, sbagliando qualche pallone di troppo. La gara era indirizzata verso il pari, non ci andava bene, ma a volte in campo capita che ti senti di poter fare qualcosa di più ma non riesci. Non credo che ci siamo accontentati, ma siamo stati intelligenti a gestire la partita ed il momento. Se avessimo sfruttato anche una sola occasione nel momento buono la gara sarebbe cambiata. Poi è anche giusto ragionare e non allungarti inutilmente se capisci di non farcela”. Il centrocampista ha poi parlato di Sarri: “Lui richiede molto in fase difensiva, con questo pressing alto devi cercare di di coprire palla il più possibile per i difensori che lavorano in una certa maniera. Forse esagero però credo sia l’unico al mondo che lavora con i quattro difensori in totale simbiosi. Anche lavorare con lui a livello offensivo è difficile. E’ un tecnico che vuole sempre la giocata a due tocchi, la palla deve viaggiare veloce e devi sempre stare messo bene per chiudere le linee di passaggio. C’è tutta una lettura sulla palla che è complicata, ma non lo definirei un allenatore difensivista”. Su Sarri ha concluso che: “Malgrado sia di poche parole arriva, è simpatico ed incisivo”. Cataldi ha poi espresso un parere personale su Immobile: “È intoccabile. Sento tante cose, tanti pareri soggettivi, ma i numeri dicono tanto. Quando un giocatore ha questi numeri non può essere attaccato. Poi anche come persone e capitano non è discutibile. Ciro è Ciro”.