Bielsa, il 3-3-1-3 e un ego da sempre particolare

Niente Inzaghi, Sampaoli o Prandelli. Il nuovo allenatore della Lazio è Marcelo Bielsa. Argentino, classe 1955, oltre 40 anni di calcio alle spalle, elogiato e lodato in tutto il mondo per il suo calcio offensivo ed esplosivo con sistemi di gioco veramente particolari.

IL PROFILO – Chi ama il calcio non può non conoscere Marcelo Bielsa. Inizia la carriera da allenatore come vice nei Newell’s Old Boys nel 1980, in seguito è osservatore e poi allenatore delle giovanili fino ad allenare la prima squadra nel 1990. Gira il Sudamerica allenando Atlas, America e Velez fino ad approdare in Europa nel 1998 per guidare l’Espanyol. Quest’ultima non risulta essere un’esperienza troppo felice, così torna nella terra natìa e diventa commissario tecnico della selección argentina e vi rimane fino al 2004 ottenendo l’oro alle olimpiadi di Atene è un secondo posto in Coppa America. Dopo 3 anni di pausa torna ad allenare un’altra nazionale, il Cile, per poi abbandonarla nel 2011 e tornare in Europa, precisamente nei Paesi Baschi, all’Athletic Bilbao. La sua ultima squadra è l’OM in Francia, allenata nella stagione 2014-2015.

3-3-1-3 E IL DOGMA DEI SISTEMI DI GIOCO – Non predilige un calcio monotono, al contrario è conosciuto per il suo calcio spumeggiante e arrembante. Secondo lui i sistemi di gioco sono 28, non uno di meno e non uno di più. È un esteta del calcio, lui stesso dice di aver visto più di 50000 partite nel corso della sua vita. Tra i diversi schieramenti quello che più lo contraddistingue è il 3-3-1-3 dove in fase difensiva applica una marcatura a uomo con un giocatore sempre pronto a coprire ed aiutare per ritrovarsi in superiorità numerica, mentre per la fase offensiva viene a crearsi un rombo in difesa e il centrocampo si allarga sugli esterni per attaccare l’avversario alle spalle. Quando era ct del Cile, insegnò ai suoi ragazzi oltre 20 modi per battere le rimesse laterali. Qualche anno fa, Guardiola lo etichettò come il “migliore allenatore del mondo”.

¿POR QUÉ LOCO? – È conosciuto come “El Loco” (il matto, in italiano) ma in pochi sanno il perché di questo termine, affibbiato per svariati aneddoti che lo riguardano. Si dice che ai tempi del Newell’s Old Boys fosse solito seguire gli allenamenti arrampicato su un albero per seguire meglio gli sviluppi del gioco e analizzare i flussi di gioco, nel 2004 dopo l’olimpiade vinta si dimise senza dare spiegazioni e fece lo stesso dopo la prima giornata all’inizio di questa stagione quando allenava l’OM. Si narra dei suoi schemi provati e riprovati, persino di notte con moglie, cuochi e giardinieri. La Lazio lo attende, “El loco” si rimette in carreggiata.