Siviglia-Roma sarà una partita speciale, come ex della gara non ci sarà solo Monchi visto che anche Lamela è un ex dal sapore speciale. Questa la sua intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”.
A Budapest ritroverà la Roma…
«Sarà una partita speciale. A Roma ho lasciato diversi amici, ho parlato con loro prima della partita di ritorno con la Juventus e ci siamo dati appuntamento in finale. E così sarà. Sono felicissimo per il passaggio della Roma e mi aspetto una bella partita».
Segue la Roma?
«Sì chiaro, la guardo sempre. È una squadra che conosco e che con Mourinho è diventata molto forte. Ecco, Mourinho: anche lui lo conosco e gli voglio molto bene. Per questo ho detto che sarà una partita speciale: incontrarlo e sfidare la squadra di una città unica dove ho lasciato tanti amici mi fa molto piacere. Sarà una partita difficile perché la Roma sta facendo bene, ma anche noi siamo in forma».
Con Mourinho ha lavorato al Tottenham.
«Una brava persona. Gli voglio molto bene e penso che lui voglia bene a me. Abbiamo avuto un bel rapporto, con lui mi sono sentito bene e ritengo che sia un grande allenatore».
Cos’ha di speciale?
«La persona. Il suo modo di es-sere e la sua maniera di trattare gli altri. Penso a come fa sentire i giocatori, a come si comporta con loro. È un allenatore completo, umanamente e tecnica-mente: sappiamo tutti ciò che ha vinto però c’è di più, ti fa ridere ogni giorno e ti fa sempre sentire bene. Quando penso al tempo passato con lui mi vengono in mente solo ricordi belli».
Viene criticato per come gioca la Roma
«Io lo vedo come un allenatore che fa competere al meglio la squadra. La Roma fa sempre sua la sua partita. Mourinho è un grande tecnico e non è un caso che abbia vinto tutto ciò che ha vinto, va rispettato».
Cosa la lega a Roma?
«Alcuni amici romanisti, extra calcio, tifosi con i quali sono ancora in contatto. E ovviamente Dybala, che conosco per la nazionale. Ci sentiamo ogni tanto. Gli voglio bene e lo considero non solo un grande giocatore ma anche una bella persona».
Un pensiero per Walter Sabatini, che puntò su di lei:
«Un grande direttore, un’altra persona che stimo. Mi portò a Roma dall’Argentina e gli sarò sempre grato».