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La solitudine dei numeri 9

Icardi

Icardi

Il mestiere del bomber, del goleador, del famoso numero 9 è un mestiere strano, particolare, a volte anche ingrato. Non per niente è all’esatto opposto di quello del portiere, ruolo altrettanto scomodo e che ti fa stare lì da solo, dove hai tutto da perdere e nulla da guadagnare.

La storia del centravanti è questa, fatta di solitudine, a volte di battaglie difficili, una sorta di Don Chisciotte in lotta contro tutto e tutti e capita che spesso, come al personaggio di Cervantes, il finale non riservi la gloria sperata. Purtroppo è una vicenda amara ma reale: tu ti puoi dannare l’anima quanto vuoi, puoi fare a sportellate, cercare di aprire spazi per i compagni, fare anche il lavoro sporco ma se non svolgi il tuo unico ed imprescindibile dovere, quello di bucare la rete avversaria, sarai vittima della critica, delle occhiate irrisorie di difensori e portieri e, in certi casi, dei fischi dei tifosi.

Il bomber è il giocatore simbolo nell’immaginario collettivo, il finalizzatore di una manovra corale, colui in grado di cambiare le sorti di una partita sebbene, negli ultimi anni, Messi e Cristiano Ronaldo abbiano radicalmente cambiato le regole: fantasista uno, esterno offensivo l’altro, hanno mostrato al mondo del calcio come si possano convogliare in maniera superlativa due ruoli nello stesso atleta.

Ma tralasciando queste due “anomalie” il lavoro del numero 9, come si diceva, deve essere uno ed uno soltanto, fare gol. Per un Higuain ed un Kalinic che sono la fortuna, ed il punto di riferimento, di Napoli e Fiorentina, ci sono alcuni colleghi che, almeno fino a questo momento, si sono persi tra le lande desolate delle aree avversarie. Ognuno, ovviamente, ha motivazioni diverse ma da Icardi a Dzeko, da Bacca a Destro, i giocatori che avevano infiammato in estate le rispettive platee, oggi stanno attraversando un tunnel che sembra non avere via di uscita.

Mauro Icardi, capocannoniere lo scorso anno e fresco di fascia da capitano nell’Inter, sembra pagare più del dovuto la nuova filosofia nerazzurra: gol ridotti all’osso, gioco essenziale e manovra offensiva che non riesce a coinvolgere in pieno il bomber argentino. Le quattro reti segnate sinora sono un misero bottino per un atleta abituato a ben altri numeri. Mancini ha dichiarato che Maurito farà 20 gol: sarà anche vero ma le panchine di quest’anno però fanno sorgere più di qualche interrogativo.

Dalla Pinetina a Milanello, la distanza è irrisoria. Qui, nel quartiere rossonero, risiede Carlos Bacca, strappato al Siviglia per oltre 30 milioni di euro: ai Rojiblancos, il cannoniere colombiano ha regalato due Europa League in altrettanti anni in cui ha vestito la casacca della compagine Andalusa. In rossonero Bacca era partito bene ma ad oggi è fermo a quota cinque nella classifica marcatori ed è vittima di un involuzione tecnico-tattica che sta mettendo in difficoltà sia Mihajlovic che il Milan.

Milano è stata la terra degli esordi, e degli ultimi sei mesi della scorsa stagione, di Mattia Destro: il numero 10 del Bologna è infatti cresciuto nelle giovanili dell’Inter prima di far ritorno sotto la Madonnina nel gennaio 2015 ma stavolta dalla parte rossonera. Lasciata Roma non senza polemiche, il bomber di Ascoli Piceno ha voluto rilanciarsi all’ombra delle Due Torri ma fino ad ora, forse anche sentendo il peso di una maglia pesante come quella di Roby Baggio, non ha rispettato le attese iniziali. Le ultime partite però, soprattutto la doppietta al Napoli, sembrano essere un segnale di risveglio: ma il vero problema di Destro, da sempre, è caratteriale.

Da un bomber giallorosso ad un altro. Edin Dzeko era stato accolto a Fiumicino come un messia, il giocatore che mancava dai tempi di Gabriel Omar Batistuta. Il gol alla Juventus, alla seconda giornata, sembrava essere l’inizio di una splendida storia d’amore. L’infortunio a Frosinone, l’involuzione del gioco romanista, un lavoro sporco e logorante finalizzato a mandare in gol tutti i compagni hanno fatto sì che il connazionale di Pjanic si sia fermato ad appena tre gol realizzati, di cui due su calcio di rigore. Un bottino magro per un giocatore che sia in Germania che in Inghilterra ha sempre trovato la porta con facilità.

Problemi tattici o di gioco, ostacoli di natura caratteriale o di involuzione tecnica: i problemi possono essere di varia natura e di solito tifosi ed addetti ai lavori sono comprensivi. Ma se il tuo mestiere è quello di fare gol, allora a pochi importerà delle tue difficoltà. E ti ritroverai solo. Almeno fino a quando la rete avversaria non verrà gonfiata nuovamente…

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