Minuto 32 di Belgio-Italia. Giaccherini sfrutta un assist lungo da centrocampo, stoppa la palla e di destro trafigge Courtois, lasciando sul posto Alderweireld. Quella è stata la prima delle due reti con cui la nostra Nazionale ha sconfitto il quotatissimo Belgio, numero 2 del ranking FIFA e candidato a vincere l’Europeo. Il migliore in campo a Décines-Charpieu è stato Leonardo Bonucci, autore del lungo assist per l’ex compagno di squadra ora in forza al Bologna. E tutti quotidiani hanno premiato la prova del difensore centrale in forza alla Juventus un voto che difficilmente è sceso sotto l’8.
La partita contro i temutissimi “diavoli rossi” ha decreto Leonardo Bonucci come uno dei migliori interpreti del ruolo di difensore centrale. Un ruolo non facile, ma che “Leo” sta svolgendo con molta cura e attenzione da molte stagioni. E il fatto di giocare in una difesa collaudata (e forte) come quella della Juventus (che è anche quella titolare della nostra Nazionale) gli è molto congeniale. E la “BBC” (BarzagliBonucciChiellini) ha reso la vita molto facile a Buffon, sin in bianconero che in azzurro.
Di stagione in stagione, il ragazzo di Viterbo ha acquistato sempre più consapevolezza e autorità. Con l’aggiunta di sette assist, qualche rete (sedici da quando è approdato alla Juventus), oltre a tre gol in Nazionale.
C’è chi lo paragona, come autorevolezza, ad un mostro sacro come Franz Beckenbauer. Magari il paragone con il “kaiser” è un po’ azzardato, ma Bonucci sembra aver individuato nel tedesco un esempio da seguire e da imitare. Per la gioia dei suoi tifosi, bianconeri o azzurri che siano.
E pensare che aveva iniziato come centrocampista da ragazzo, debuttando in Serie A con la maglia dell’Inter, frutto del vivaio nerazzurro. Poi la solita gavetta in giro per l’Italia tra Treviso, Pisa e Genoa con l’esplosione a Bari sotto la gestione di Gianpiero Ventura. In difesa allora “Leo” giocava Ranocchia e dei due si diceva un gran bene, soprattutto sul centrale di Assisi. Dopo qualche flop di troppo, Ranocchia ha un po’ deluso le attese, mentre “Bonnie” è ancora qua a fare coppia con Barzagli e Chiellini davanti a Buffon, impedendo agli avversari di segnare. E di questo passo anche il giovane Rugani, con cotanti compagni di squadra, non può che diventare…il nuovo Bonucci.
Alla Juventus da sei stagioni, Leonardo Bonucci ha iniziato con molta difficoltà: qualche errore e qualche cartellino di troppo hanno fatto storcere il naso a molti tifosi, che rimpiangevano il fatto che l’Inter avesse preso il suo “gemello” Ranocchia. Ma Bonucci si è messo sotto e di stagione in stagione è diventato sempre più affidabile, completo e capace di difendere il “fortino”, oltre ad aver incrementato la capacità nei lanci lunghi per i compagni. E basta vedere la “pennellata” per Giaccherini di lunedì sera per un gesto che ha fruttato molti assist vincenti ai compagni.
Con Conte, Bonucci è diventato un giocatore completo, con Allegri un Difensore con la D maiuscola. Del resto, va da sé pensarlo, quando si gioca con mostri sacri come Buffon, Barzagli, Chiellini ed Evra non si può non diventare dei veri campioni. E “Leo” lo ha dimostrato: arrivato in punta in piedi, ha faticato molto ma poi è cresciuto alla distanza. E se non è un top player, poco ci manca. Anche perché non è facile essere dei top player ricoprendo il ruolo di difensore centrale. E Bonucci ci sta riuscendo, diventando uno dei più forti difensori della storia bianconera. E la compagine bianconera ha la hall of fame piena zeppa di difensori di spessore e “Leo” ne fa già parte.
Se la Juventus ha vinto i suoi cinque scudetti di fila e sta tornando competitiva anche in Europa, lo deve anche al suo numero 19, cresciuto mentalmente e tecnicamente. E non è un caso se è un leader sia dentro che fuori dal campo.
E poi quel gesto, il suo “gesto” dopo aver segnato un gol, lo “sciacquatevi la bocca”. Come dire: avete visto che giocatore ero, che giocatore sono ora e che margini di miglioramento ho avuto?”.
Domani Bonucci avrà un compito molto difficile: marcare Zlatan Ibrahimovic. In molte occasioni il regista difensivo laziale lo ha marcato, ma mai in uno scontro internazionale.
Che “Ibra” si stia preoccupando? Chissà. Di sicuro avrà molto la vita difficili dalle parti del numero 19 azzurro. Molto difficili.