Sotto il nubifragio di una domenica ricca di insidie, la Lazio rialza la testa e batte l’Udinese grazie alla doppietta del debuttante Alessandro Matri. L’ex centravanti del Milan entra nel secondo tempo al posto di Candreva, si mette nella posizione di vertice offensivo causando l’allargamento di Keita Baldé e insacca due palloni nell’area piccola da vero bomber. Quello che, insomma, alla Lazio è mancato nel drammatico agosto all’insegna delle sconfitte.
In attesa del ritorno di Filip Djordjevic e Miro Klose e con l’Europa League già alle porte, i biancocelesti hanno trovato la prima punta che cercavano e adesso Stefano Pioli si interroga sulla posizione in cui schierare Keita, ragazzo dal grande talento e dal rendimento poco costante. Lo spagnolo in Primavera segnava tanto, ma logicamente le difese che affrontava non sono paragonabili a quelle di Serie A o degli altri maggiori campionati europei. Al di là del gol segnato all’andata contro il Leverkusen (dopo averne sbagliati due piuttosto facili), il numero 14 della Lazio è apparso spaesato nel ruolo di centravanti tendendo ad allargarsi per poi puntare l’area di rigore palla al piede.
Come mostrato due stagioni fa, quando esplose in prima squadra accendendo l’interesse di alcuni top club che giocano la Champions, Keita è un esterno offensivo, una validissima alternativa a Candreva e Felipe Anderson, il classico giocatore rapido che prende palla sulla sinistra, si accentra, tira e corre ad esultare sotto la curva. L’emergenza-infortuni ha costretto il suo allenatore a schierarlo nel ruolo di terminale avanzato, ma le sue caratteristiche non sono quelle dell’ariete, per quello ci sono Klose, Djordjevic e, ora, Matri.
Il 4-2-3-1, modulo sul quale Pioli sembra voler puntare considerando il ritorno di Mauri e l’acquisto del trequartista Morrison, prevede la presenza stabile di un numero 9, uno che sia in grado di premiare con sponde e spizzate gli inserimenti dei tre alle sue spalle o di ribadire in rete i loro assist. Nel 4-2-3-1, dunque, Keita dovrebbe giocare largo, lasciando a Matri (per adesso) il posto là davanti. E poi, in fondo, se il “Mitra” segna così, che problema c’è?